La Compagnia Nostrana di Osio Un mondo di risate in bergamasco

Pochi giorni fa la «Compagnia nostrana» è andata in scena, all'oratorio di Osio Sotto, con lo spettacolo La sagrestea di Don Crispino. Dal 1993 questo gruppo di attori non professionisti porta sul palco il lato comico della vita di tutti i giorni, rigorosamente in dialetto bergamasco. E, come vuole la tradizione, la prima dello spettacolo è stata in occasione della festa dell'oratorio che quest'anno si tiene dal 18 al 28 maggio.
Stefania Zanetti, la regista della compagnia dal 2001, ha scelto la commedia e organizzato le scene. Come gli anni passati, anche quest’anno l’opera portata sul palco è stata di Camillo Vittici: «Mi piacciono molto le opere perché sono brillanti, non troppo lunghe e, soprattutto, c'è sempre una morale. È importante trasmettere un messaggio nonostante sia una commedia in bergamasco e il suo intento sia quello di fare ridere», spiega. Per lei e tutti gli attori è stata una grande sorpresa quando l’autore lo scorso anno si è presentato tra gli spettatori in platea e a fine spettacolo si è avvicinato al palco per complimentarsi.
I preparativi dello spettacolo iniziano a gennaio. Solo in una fase successiva si scende in teatro e si inizia a impostare le scene: «Prima ci mettiamo intorno a un tavolo, impariamo l’intera commedia a memoria. Poi gli attori devono capire il personaggio, i suoi difetti e farlo proprio», spiega Stefania. Come racconta Mariuccia Donati, nella compagnia da otto anni, le sfide maggiori sono quella con la memoria e la paura di affrontare il palco: «Sembra sempre di non essere mai pronti abbastanza. Quando si è dietro al tendone e si attende di entrare in scena c’è il batticuore e l’ansia di dimenticare qualcosa è moltissima ma poi basta mettere un piede sul palco e tutti i pensieri spariscono. Quando la gente in platea ride ci si carica ancora di più», confida Mariuccia.
La mascotte della «Compagnia nostrana» è Daniele Pinotti, ventenne, che ne fa parte già da cinque anni: «Ero uno spettatore della commedia e mi sono fatto coinvolgere molto volentieri. So che potrebbe sembrare strano che un giovane attore si cimenti nella commedia dialettale ma, alla fine, sono spettacoli che piacciono sempre a tutti. Basta vedere il pubblico che viene a vederci: è sempre giovane. In una sala da 400 posti la metà non supera i 40 anni. La mia più grande soddisfazione è portare in teatro gli amici che inizialmente sono scettici all’idea di vedere uno spettacolo in dialetto e invece alla fine si ritrovano a ridere».
«Tutte le volte che si sale sul palco è un’emozione», dice Santina Quartini, una delle presenze storiche della compagnia insieme a Roberta Giavazzi. Luigi Lecchi invece fa parte del gruppo da dieci anni. La passione gli è stata trasmessa dal fratello Alfredo che fece nascere la compagnia e oggi non c’è più. Luigi ne ha raccolto l’eredità. Roberta venne iniziata al teatro proprio da Alfredo Lecchi e ricorda anche i primi passi mossi dal gruppo: «La compagnia nacque 24 anni fa. All’epoca le colonne portanti erano Alfredo e Rosi Gambirasio. Siamo stati battezzati “Compagnia nostrana” da don Michele Falabretti che ha passato a Osio Sotto 11 anni come curato». Il gruppo è affiatato. Recitare è la passione di tutti ma la cosa più bella è il clima che si crea tra gli attori: «Le relazioni che si instaurano tra noi. Si soffre e si gioisce insieme, anche oltre il palcoscenico», dice Roberta.