Pensieri segreti di una commessa Quella che non sa scegliere mai
Esaurirò oggi il mio personale manuale per il riconoscimento dei clienti. Le varie tipologie si contraddistinguono per comportamento, ma sul campo vi potreste trovare ad affrontare clienti per così dire “misti”, che hanno caratteri (o meglio, sintomi) dell’una o dell’altra categoria. Giusto per allietarvi la giornata. Non posso non citare:
Il pensionato. Ovviamente è un anziano, più spesso un uomo che la moglie ha deliberatamente sbattuto fuori casa alle 8.30 in preda alla disperazione. Ha raggiunto l’età pensionabile, e si gode finalmente la sua meritata inattività. L’istinto al lavoro è duro a morire e, se proprio non si può più lavorare, almeno bisogna guardare quelli che ancora lavorano. Ma c’è un problema. I cantieri ormai sono tutti recintati. Anche quelli stradali, blindati. Nulla più da osservare per i cari mariti a zonzo. Le mogli allora, pur di non averli a casa, si inventano commissioni fantasma e li mandano a noi, al centro commerciale. E così, alle 8.55 loro sono lì, davanti alla serranda ancora chiusa, che spiano tra le fessure. E ti osservano. Scrutano ogni tuo movimento in cerca di un difetto, ti scannerizzano come nemmeno gli agenti segreti saprebbero fare, ma mettendoti molta più ansia perché tu li vedi benissimo.
Appena entrano chiedono subito con zelo il prodotto che le mogli hanno sapientemente ordinato loro di prendere: «Vorrei lo sgrassatore per fughe in marmo rosa. Ma mi raccomando, che sia la marca XY, che se no poi mia moglie...». I pensionati hanno sempre una “moglie che poi”, e tutte le commesse del mondo si chiedono quale terribile inferno li aspetti a casa in caso di errore. Comunque, la gentile addetta va a prendere nello scaffale giusto il prodotto, tampinata da vicino dal pensionato, rigorosamente in posizione da Don Abbondio pensieroso.
Siccome loro non hanno mai fatto i commessi, non hanno appiglio per fare domande troppo tecniche, come invece fanno ai muratori. Perciò iniziano a sindacare sulle vostre scarpe antinfortunistiche, che ai loro tempi erano di certo più resistenti o pesanti, sulla scala che usate, troppo stretta o troppo larga, sull’altezza/il materiale degli scaffali, inadatti certamente a portare tutto questo peso, sulla lucidatrice che usano per pulire le piastrelle, che farà scivolare qualcuno. Al commento sulle luci al neon che sono avvitate male, iniziate a capire e a parteggiare per le loro mo gli. Per fortuna venite interrotti dal:
Padre con figlio che scorta la moglie. Questa è una vera e propria coalizione contro i lavoratori dei negozi. In testa entra la moglie, con passo spigliato e a mani libere. Dietro c’è un essere mitologico, mezzo carrello, mezzo pupo che ha ingoiato una sirena. Il tutto governato con scarsi risultati dal padre. Lei gli ha evidentemente ordinato di aiutarla con la spesa e con il bambino, «e poi così facciamo qualcosa insieme come una famiglia». E come una vera famiglia, lei afferra le cibarie e le ammucchia nel carrello, il bambino le afferra e le lancia in corsia e il padre chiede scusa a tutte le commesse che incontra, vergognandosi. La madre è troppo presa dal sacro furore della spesa per accorgersi che sta accumulando debiti per danni a ogni metro. Se per caso la commessa la riprende, lei si volta di scatto verso il carrello e urla: «Ecco, non sai tenere a bada tuo figlio! La prossima volta ti lascio a casa!». Ne siamo coscienti, tanti omicidi sono stati premeditati tra le nostre corsie, ma state tranquilli, vi copriamo noi. Da ultimo, voglio proprio includere nel mio elenco il mio cliente preferito:
L'indecisa. Di solito è una donna che sceglie una scarpa, ma può trattarsi di qualsiasi cosa. Se hai l’indecisione nell’anima, anche due gusti differenti di caramelle ti possono mettere in crisi. L’indecisa la annusi da come mette il piede nel negozio. Già scegliere da quale porta scorrevole entrare è un bel dilemma. Adocchia una scarpa, sembra piacerle. Meno male, forse questa volta è andata bene. Illusi. L’incertezza è dietro l’angolo, ne vede subito una diversa. E così inizia la spola da una all’altra. La commessa, con la coda dell’occhio la osserva e sa che prima o poi arriverà la sua ora. Cerca sempre di affibbiare l’indecisa all’altra collega. Ma niente, alla fine ti beccano sempre e arriva la domanda del secolo. Sono davanti allo specchio con addosso una scarpa per colore; l’indecisione questa volta è tra la ballerina verde oliva o la ballerina verde militare. Voi capirete certamente il peso della scelta che si trova ad affrontare.
Ed è con aria tragica che vi chiamano: «Signorina, mi deve aiutare». Sorrido a denti stretti: «Sono a sua disposizione». «Quale tra queste due scarpe mi sta meglio?». Le ballerine sono identiche, e tu hai persino il dubbio che abbiano due colori differenti. Forse una si è scolorita, forse è la luce del neon. Comunque, ne dici una. «Quella verde oliva». «Dice? A me sembrava meglio l’altra». E allora perché me lo chiedi? «Sì, anche l’altra in effetti è molto bella. A pensarci bene, si abbina meglio con i suoi occhi». Che per quanto ne sa la commessa, potrebbero essere gialli a pallini, ma tant’è. «Non sono convinta, perché l’altro verde in effetti si accompagna con tutto. Ma il verde militare non sarà un po’ troppo sportivo? In effetti poi il verde oliva era di moda l’anno scorso. Mi aiuti, la prego o non ne uscirò mai». La commessa ha già perso il filo del discorso, non sa nemmeno più di quale verde stiano parlando. Ma cerca, nonostante tutto, di dare un senso logico alla conversazione e specialmente non vuole che si trattenga oltre. Prova con la domanda classica. «Con cosa le vuole portare queste scarpe?». «Vede, devo abbinarle a un vestito lilla, ma proprio no so decidere quale di queste due sia la migliore. Cosa mi consiglia?». Ah, in questo caso è molto semplice. Un oculista.