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Ibra, perché non vieni all'Atalanta?

Ibra, perché non vieni all'Atalanta?
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Un messaggio come ne arrivano tanti, ogni giorno, alla nostra pagina Facebook. Anzi, no. Questo non era un messaggio come tanti. Era una richiesta folle, ironica, pazza. Ma proprio per questo bella, figlia di una passione per la nostra Atalanta e del desiderio di vederla diventare grande, grandissima, soprattutto dopo la stagione da sogno vissuta quest'anno. Il messaggio è a firma del giovane Lorenzo Patelli: «Ciao. Lanciamo un hashtag per portare Zlatan Ibrahimovic all'Atalanta?». Come, scusa? Ibra, quell'Ibra, all'Atalanta? Quello appena scaricato dal Manchester United? E perché mai?

 

 

Be', perché no? Se pure l'Herta Berlino s'è sentito in diritto di "invitare" il fuoriclasse svedese ad accettare una sua offerta, allora anche noi nerazzurri abbiamo tutte le carte in regola per farlo. Certo, i soldi sarebbero un problema, ma sai, caro Ibra, qui da noi non avresti problemi di spazio per il tuo ego. Se a Parigi ti sarebbe piaciuto vedere una tua statua al posto della Tour Eiffel, in quel di Bergamo non avresti che l'imbarazzo della scelta: abbiamo un sacco di bellezze architettoniche da dedicarti. Donizetti, Quarenghi e poi Ibra. Figo, no?

È vero, non potremmo assicurarti un grande stipendio. Però i soldi non son mica tutto nella vita, su. Soprattutto quando hai 35 anni e da almeno quindici guadagni talmente tanti soldi che, volendo, potresti essere tu a comprarti l'Atalanta, piuttosto che il contrario. Dubitiamo che Percassi te la lasci eh, era per dire. Perché Percassi ama davvero questa squadra, un po' come tutti noi. E questa è una cosa bellissima, Ibra. Tu ti sei sempre trovato benissimo dove c'erano presidenti molto legati alle proprie squadre, ma qui sarebbe ancora più bello. Che poi, altro che Re Ibra: a Bergamo saresti imperatore massimo e unico. La gente impazzirebbe. E l'anno prossimo giochiamo pure l'Europa! Non la Champions (a questo ci stiamo lavorando), ma potresti prenderti una piccola rivincita visto che la finale di Europa League con lo United quest'anno non l'hai potuta giocare per infortunio. Potresti vincerla con noi, l'Europa League.

 

 

Pensaci, Ibra. Ché qui, ai piedi delle Mura (tra l'altro, son bellissime eh, ti piacerebbero un sacco), gli svedesi vanno forte. Qualche turista da lassù gira sempre per le vie di Città Alta (tra l'altro, meravigliosa eh, ti piacerebbe un sacco), ma soprattutto un nome: Glenn Peter Strömberg. Tuo connazionale e idolo indiscusso di noi nerazzurri. Se tu accettassi di vestire la nostra maglia, potresti davvero diventare il nostro nuovo Strömberg. Tu punti più in alto, dici? Va bene, ma c'hai pure 35 anni, caro Ibra. Sei forte, ok, ma sempre sul finire della carriera resti. Chi te lo fa fare di scegliere un'altra squadra che punta in altissimo, con tutte le pressioni e tutto lo stress che ciò comporterebbe? In Italia ti sei sempre trovato bene, hai detto. Ecco, Bergamo è la piazza giusta. Lo sappiamo, lo sentiamo, fidati.

In realtà sappiamo benissimo che non verrai mai da noi, caro Ibra. Ma quello che ci rimette, sappilo, sei tu. Abbiamo voluto comunque scriverti questa lettera aperta perché, in fondo, ci piace sognare. Ché questo è il bello del pallone: fregarsene della realtà e volare sopra il razionale, tornando un po' bambini. Sognando che anche la nostra Dea, un giorno, grazie all'incredibile lavoro che sta facendo in questi anni, possa permettersi di abbracciare campioni di quel livello. Anche se noi, a dirla tutta, ci accontentiamo di cuore, sacrificio e umiltà. Quelli come te, Ibra, sarebbe bellissimo vederli vestire la maglia nerazzurra, a patto che lo facciano con lo stesso spirito con cui l'hanno indossata per anni i Raimondi e i Migliaccio. Forse però chiediamo troppo. Quindi non ti preoccupare Ibra, vai pure da un'altra parte. Noi stiamo bene così, con Petagna e il Papu, con Masiello e Toloi, con Freuler e Spinazzola. Ma nel caso in cui cambiassi idea, sai dove trovarci.

 

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