Adesso Conti forza la mano Ma il Milan offre troppo poco

Adesso Conti forza la mano Ma il Milan offre troppo poco
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Avremmo voluto parlare di altro, ma ci tocca tornare sulla situazione di Andrea Conti. Dopo alcuni giorni di calma apparente, l’agente del giocatore, Mario Giuffredi, ha parlato ancora ai microfoni di TuttoMercatoWeb rilasciando dichiarazioni molto forti. Facciamo il punto della situazione ribadendo un concetto importantissimo: adesso più che mai, non è né una questione tecnica né di volontà o meno dell’Atalanta di cederlo. Si tratta di soldi e dietro c'è una strategia ben precisa: Conti sta forzando la mano perché vuole andare al Milan.

 

 

Le ultime dichiarazioni dell’agente Giuffredi. Alle 22.36 di mercoledì sera, il portale specializzato ha pubblicato queste parole del procuratore di Conti: «Il ciclo di Conti a Bergamo è finito, con l'Atalanta dopo qualche diatriba ci siamo chiariti. Ma nella testa di Andrea la Dea, pur ringraziandola per quanto gli ha dato, non c'è più. Vuole solo il Milan. Nella sua testa l'Atalanta non c'è più ed è giusto che sia così. Il Milan è il sogno di ogni calciatore, nessuno può tarpargli le ali. Comunque giusto che l'Atalanta provi a fare il suo lavoro, ognuno tira acqua al proprio mulino. Tutti devono fare la propria parte, compreso il Milan. Il mio è uno spirito collaborativo nei confronti dell'Atalanta per cercare una soluzione che accontenti tutti, compresa la società orobica, ma non accetto in nessun modo e mi rifiuto di sentire che l'allenatore ritiene incedibile un giocatore che può coronare il sogno di andare in una grande squadra». Una simile presa di posizione non lascia spazio a troppe interpretazioni e Giuffredi su Gasperini ha aggiunto anche altro: «Gasperini non può evitare ad un giocatore di coronare il sogno di fare il salto di qualità, non sarebbe corretto mettere il veto alla sua cessione. E poi sarei curioso di capire cosa avrebbe fatto Gasperini se gli avessero fatto un'offerta di dieci volte più alta rispetto al suo contratto. Davvero sarebbe rimasto per grande amore nei confronti dell'Atalanta? Tutti lavorano per migliorare, professionalmente ed economicamente. Nel calcio bisogna essere realisti e non ipocriti».

Ora più che mai, decide l’Atalanta. L’agente sta ovviamente cercando di strappare un ok alla cessione che permetterebbe al ragazzo di guadagnare dieci volte quello che guadagna a Bergamo andando a giocare da titolare nel Milan. Professionalmente parlando, il salto sarebbe evidente. Il “dettaglio” però è che Conti ha liberamente firmato l’estate scorsa un contratto che lo lega per altri quattro anni alla Dea e quindi, come sottolineato dal presidente Percassi, è l’Atalanta ad avere il coltello dalla parte del manico. I nerazzurri non arriveranno mai ad offrire a Conti quell’ingaggio, la società orobica lavora con la saggezza di chi è abituato a fare il passo lungo quanto la gamba per evitare voragini di bilancio che altrove sono la normalità (lo stesso Milan non ha i conti minimamente a posto). E poi c’è la volontà di Gasperini. Il tecnico di Grugliasco, dopo Kessiè, non vuole perdere nessuno dei big, consapevole del fatto che l’Atalanta, con un paio di innesti, può confermarsi e addirittura migliorare. È assolutamente normale che il tecnico metta il veto sulla cessione perché il giovanotto (Conti è del 1994, parlare di “ciclo” alla Dea dopo un campionato in prima squadra è forzato, caro Giuffredi) è importante e quest’anno si gioca il Mondiale: dal punto di vista tecnico, il discorso fila.

 

 

Cosa può succedere adesso? I tifosi sono giustamente arrabbiati, qualcuno vorrebbe veder Conti lontano da Bergamo ma al prezzo che decide Percassi e altri invece opterebbero per una promozione di Hateboer da titolare con Conti in panchina fino a quando non torna nei ranghi. La verità è che in questo momento di spinta pubblica e plateale dell’agente verso la cessione (pazzesco leggere certe parole, c’è modo e modo di fare le cose), il Milan gioca al ribasso: l’Atalanta ha ricevuto e rispedito al mittente un’offerta di circa venti milioni più un paio di giovani e su queste basi non c’è interesse nemmeno a discutere. Sono ore molto importanti, si vocifera di un incontro programmato per domani con l’agente di Conti e gli scenari possibili sono tre: l’Atalanta alza definitivamente il muro lanciando un segnale a tutti e tenendo Conti senza nessun ritocco dello stipendio; i nerazzurri cercano di trovare un accordo con un premio per la stagione scorsa e la prospettiva di cedere il ragazzo dopo il Mondiale; la società apre definitivamente al Milan, cercando di spuntare una cifra il più possibile vicino ai trenta milioni.

La posizione di Conti è complicata. Delle tre soluzioni descritte sopra, quella che contempla la cessione è rischiosa per la Dea perché, indipendentemente dal nuovo innesto che arriverebbe, Gasperini non sarebbe affatto felice e il rischio che anche altri procuratori arrivino a forzare così tanto la mano sarebbe concreto. Negli altri due casi, chi rischia davvero è invece Conti, che nell’anno del Mondiale (magari dopo un Europeo Under 21 da protagonista) può finire ai margini e non giocare. La mossa “educativa”, cioè tener duro con Conti senza lasciarlo partire, costerebbe duecentomila euro di ingaggio (se il giocatore resta da separato in casa, si perde un valore importante) ma il segnale per tutti sarebbe fortissimo: l’Atalanta non è un discount e chi vuole andare via non può forzare la mano in questo modo e con simili dichiarazioni. Saranno giorni caldi, ma la verità è solo una: l’Atalanta e Gasperini, in questa storia, non hanno nessuna colpa.

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