A Curnasco di Treviolo

Metti un piatto all'Oca Bianca Un bel posto con un tocco diverso

Metti un piatto all'Oca Bianca Un bel posto con un tocco diverso
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La carne dell’oca per sua natura ha un sapore molto deciso. Si avvicina ai sapori pungenti della selvaggina o, volendo essere generosi, addirittura al gusto del piccione. La ricetta per preparare una buona tagliata di petto d’oca non è particolarmente difficile. Certo, dovete sapere che partire da un’ottima carne, di eccellente qualità, è fondamentale. Poi dovete avere l’accortezza di farla marinare con le giuste erbe e i giusti aromi per almeno 24 ore e infine cuocerla al punto giusto rigorosamente sulla piastra, con le dovute attenzioni perché rimanga tenera e succosa.

 

 

Oca per tutti i gusti. Oppure se preferite, e questo è il consiglio, potete andare a colpo sicuro all’Osteria Oca Bianca a Curnasco di Treviolo, in via Bergamo 4. Anche perché in questo caso ve la serviranno con una salsa ai mirtilli di bosco speziata, così piacevole e poco scontata che difficilmente riuscireste a emularla tra i fornelli domestici. Non solo, qui potrete anche togliervi lo sfizio di assaggiare qualche salume d’oca (merce rara fuori dai confini di Mortara nella Lomellina, patria lombarda di questo uccello) come lo speck, il salame e il petto affumicato, il tutto accompagnato da una cucchiaiata di cipolla rossa di Tropea caramellata home made. Alcuni di questi sono salumi acquistati selezionando i migliori produttori, soprattutto nella zona del Friuli, ma non è detto che di tanto in tanto la cucina non proponga qualche coscia stagionata direttamente in casa.

 

 

Il resto del menu. Non che si mangi solo il pregiato uccello bianco da queste parti, sia chiaro: a eccezione dei piatti simbolo ai quali la carta non potrà mai rinunciare, il resto del menu è affidato alla creatività della cucina che con una certa libertà propone ricette originali e di fantasiose. Un paio di dritte? Senza dubbio il risotto al Campari con gamberi e arance o gli straordinari Spaghettoni di grano duro cacio e pepe con l’aggiunta però di lime e zenzero! Tutta creatività dello chef Marcello, autodidatta (ma con più di qualche esperienza nel settore) e figlio di gente del mestiere, dotato una naturale curiosità e predisposizione per le cose buone. In sala invece, s i muove con totale agio e molta energia la moglie Francesca, solare e sempre sorridente, che oltre al servizio attento e gentile si dedica, fin dall’apertura, alla parte dolciaria. Insostituibile, dicono i suoi clienti, è il tiramisù servito rigorosamente in vasetto, ma non sono da meno le crostate casalinghe e i semifreddi. Il migliore? Sicuramente quello al Braulio, Riserva naturalmente.

 

 

Un posticino da provare e consigliare. La cantina, con 120 etichette è il risultato dell’accumularsi di visite ai produttori, di assaggi, di conoscenze e strette di mano. Così che ogni bottiglia è conosciuta a fondo, può essere abbinata nel migliore dei modi e, cosa più importante, ha dietro una storia da raccontare. Un bel posticino, insomma, semplice ma elegante, fintamente nascosto a pochissima distanza dal centro della città, ma travestito da ristoro di campagna. Un po’ di merito è anche del terrazzo estivo abbellito dai fiori di Francesca ma soprattutto dal suo orto verticale dove sono coltivate proprio le piante aromatiche tanto importanti in cucina. La stessa sensazione, immediata e schietta, di accoglienza torna anche all’interno, dove si capisce al volo che ci sono tutti i presupposti per una buona serata: c’è un tocco in più, si vede. Qualcosa che parla chiaramente con un tono casalingo e amichevole. È chiaro che l’osteria ha preso forma da una passione e un impegno autentico, senza, non ci sono dubbi, non avrebbe mai potuto essere quel posticino dove si mangia bene appena fuori Bergamo, che ti viene voglia di consigliare. Una bella scoperta, soprattutto se avete voglia di assaggiare qualcosa di diverso.

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