Posti fantastici e dove trovarli Le Meteore, spiritualità greca

Le si vede in lontananza, piccole costruzioni sulla sommità delle montagne, come una visione. Materializzazione di un mondo sospeso a metà tra Le città invisibili di Calvino e i regni della Terra di Mezzo di Tolkien, le Meteore sono un rifugio dalla vita mondana, un luogo di pace interiore dove la vertigine dell’altezza diventa antidoto alle angosce del mondo. Si trovano nella Grecia centrale, al bordo nord occidentale della pianura della Tessaglia, tra Atene e Salonicco, ai piedi della montagne del Pindo. Il loro nome deriva dalle parole greche meta (in mezzo a) e aer (aria): sono il luogo “sospeso in aria” o “in alto nei cieli”.
Venticinque milioni di anni fa, la pianura dove sorgono era coperta da un fiume, che nel corso dei secoli scavò l’arenaria della zona circostante. I rilievi furono poi modellati dall’acqua e del vento, portando alla formazioni di quattro gruppi di torri alte quattrocento metri. A partire dal XI secolo su queste pareti rocciose si insediarono gruppi di asceti, che da quelle sommità cercavano di avvicinarsi a Dio. Nacque così uno stato monastico organizzato e dal Trecento furono costruiti dei conventi quasi inespugnabili. Uno dei primi, fondato dal monaco Atanasio, fu chiamato “Meteoro”, denominazione che fu poi allargata anche agli altri insediamenti, quasi tutti composti da una chiesa e da un monastero. Dopo un periodo di proliferazione e di ampliamento, la zona sopportò le invasioni di vari conquistatori, che portarono al declino degli insediamenti a partire dal Seicento.
Come si presentano oggi le Meteore? Ci si arriva da Kalambara, città base per i percorsi alle chiese rupestri. La si raggiunge in quattro ore da Salonicco o Atene, in auto, bus o treno. Dei ventiquattro monasteri originari solo sei sono ancora accessibili e visitabili: Agios Nikolaos (San Nicola), Agios Stefanos (Santo Stefano), Aghia Triada (Santa Trinità), Gran Meteora (o monastero della Trasfigurazione), Roussanou (o di Santa Barbara) e Varlaam. Sopra queste chiese rupestri volano corvi e falchi, compagni degli scalatori che ogni giorno si arrampicano sulle formazioni rocciose. I turisti, invece, scelgono gli scalini di roccia, sostituti moderni delle scale di corda usate dagli eremiti dei secoli scorsi. Ci si arrampica verso il cielo fino ad entrare in piccole chiese i cui soffitti raffigurano episodi biblici e giudizi universali. In questi luoghi di culto cristiano ortodossi, si resta affascinati dall’atmosfera dalla quale si viene avvolti, fatta di icone, incensi, monaci dalle tuniche nere, donne velate e litanie.
Se si è fortunati si trovano vecchie guide che ancora ricordano le leggende locali. Come quella che narra di quando, prima che fossero costruiti i monasteri, gli abitanti della zona si imbarcarono sulle trenta navi che partirono per la Guerra di Troia. O degli anni in cui formarono, accanto ad Alessandro Magno, la più bella cavalleria della Grecia. C’è anche chi testimonia che durante la seconda guerra mondiale i fantasmi dei guerrieri greci, di Achille, Odisseo, Themistocle e Leonida apparvero tra questi picchi rocciosi supportando i soldati che nel 1941 si battevano contro i fascisti.
Secondo raggruppamento di monasteri della Grecia, inferiore per importanza solo a quelli del Monte Athos, le Meteore sono un luogo unico per la loro dimensione spirituale, alla quale si affianca la ricchezza artistica e culturale, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Picchi rocciosi dove si rifugiavano eremiti e monaci, alle Meteore, oggi come ieri, si arriva per sfuggire il mondo e avvicinarsi a Dio.