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Nuovi battesimi dopo un secolo Storie di cristiani in terra d'islam

Nuovi battesimi dopo un secolo Storie di cristiani in terra d'islam
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L’Orient Le Jour è il principale quotidiano libanese in lingua francese. In data 8 settembre 2013 - un anno fa - nella sua versione online si poteva leggere questo articolo intitolato “Turchia: primi battesimi dopo un secolo nella chiesa di Akdamar”:

"Gli Armeni di Turchia hanno celebrato domenica scorsa, per la prima volta dopo un secolo, alcuni battesimi nell’isola di Akdamar, in una regione orientale del Paese a popolazione armena un tempo rilevante. Sei persone, fra le quali un bébé, sono state battezzate nelle acque del lago Van dopo una cerimonia religiosa celebrata nella chiesa di Santa Croce sull’isola di Akdamar (Akhtamar, in armeno), un edificio del X° secolo restaurato tra il 2005 e il 2007 dallo stato turco". Lo ha reso noto il network NTV.
Tra gli adulti che hanno ricevuto il battesimo figuravano alcuni appartenenti a famiglie islamizzate che desideravano riannodare i rapporti con la religione dei loro padri. Sono stati i primi battesimi celebrati in questa chiesa da 100 anni, ha affermato monsignor Aram Atessian, che ha assunto l’interim del patriarcato armeno e che ha presieduto la cerimonia - secondo l’agenzia Anatolia.

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La Chiesa di Santa Croce è stata aperta come museo dopo i lavori di restauro. Una prima messa vi era stata celebrata nel 2010 dopo una chiusura durata 95 anni. L’edificio è una delle rarissime testimonianze regionali di quel che fu l’importante comunità [cristiana] armena nella Turchia ottomana, vittima di massacri e deportazioni tra il 1915 e il 1917 che gli Armeni considerano un “genocidio”, termine rifiutato da Ankara.
La comunità armena della Turchia (circa 70mila persone) è oggi concentrata a Istanbul, dove ha a disposizione alcune chiese. La Turchia e l’Armenia hanno firmato, nel 2009 dei protocolli tendenti a ristabilire relazioni diplomatiche e riaprire le frontiere chiuse da oltre 10 anni. Ma il processo si è impantanato in una serie di accuse reciproche.

La pagina risultava condivisa 8 volte. Noi siamo la nona. Delle 8 fa parte Le salon beige, che si definisce genericamente “blog a cura di laici cattolici”. Il suo ultimo post, del 21 agosto scorso, dà informazione sulla situazione della minoranza cristiana in Algeria e recita: "La polizia algerina sta conducendo un’inchiesta senza troppo clamore sui cristiani della Kabylia [la regione mediterranea dell’Algeria, ad ovest della capitale fino a Bougie, ndr]. Si tratta di dossier individuali che contengono: nome, età, condizione sociale, risorse economiche, opinione politica e livello di scolarizzazione di ciascun cristiano. I Servizi d’Informazione hanno infiltrato tutti i luoghi di culto, e di alcuni sono stati divulgati nomi e coordinate. I cristiani sarebbero risultati numericamente superiori ai musulmani in località come Tizy Wezzu, Makouda, At Wagnun, Iwadiyen… Il post prosegue: «Ci vien detto che lo Stato algerino ha deciso di non promuovere a posti chiave cittadini Kabyli di confessione cristiana. Si tratta di una segregazione".

Lo stesso Salon beige riportava, in data 13 agosto 2013 - un mese prima dei battesimi - la seguente notizia proveniente da L’observatoire de la christianophobie: “Monastero attaccato in Turchia”.

“Il monastero assiro-caldeo di Sant’Abramo si trova nella città di Midyat, nella Turchia sudorientale. Domenica 11 agosto u.s., nel tardo pomeriggio un gruppo di “turisti musulmani” - esclusivamente uomini: le donne e i bambini sono rimasti nelle auto che, stranamente, non avevano targhe turche - si presentano con l’intenzione di visitarlo. Il personale del monastero fa presente il proprio rincrescimento, ma l’orario di visita è terminato. I turisti prendono la cosa molto male e cominciano a insultare e minacciare i cristiani. Secondo un testimone che ha voluto rimanere anonimo per evidenti motivi di sicurezza, i musulmani hanno dichiarato: «Siamo del PKK [il partito indipendentista curdo] e questa terra ci appartiene: obbediteci o ve ne pentirete!». Ne è seguito un tafferuglio, con successivo arrivo della polizia chiamata dal monastero che ha “gasato” [coi lacrimogeni, ndr] non gli assalitori ma gli assaliti! Agli aggressori, invece, non è stato neanche richiesto di fornire le generalità. E’ la seconda volta che il monastero viene attaccato da Kurdi”.

Secondo il poeta francese Charles Péguy, a questo punto Dio si chiederebbe: Mi sorprende questo: che cosa ha potuto far sì che dei genitori nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali, in una situazione simile, chiedessero il battesimo per il loro bébé? E andassero per questo fino alla sperduta isola di Akdamar. E cosa ha potuto - ancora - far sì che adulti islamizzati decidessero di rinunciare a una conquistata tranquillità sociale per riprendere la fede dei loro padri.

La speranza. Eterna. Immortale.

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