La difesa a 3 non fa più paura Il lavoro tattico della Dea

La difesa a 3 non fa più paura Il lavoro tattico della Dea
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C’è un dettaglio che, ai più, probabilmente sfugge ma che nell’economia della stagione 2017/2018 che sta per iniziare sarà assolutamente determinante per capire dove davvero può arrivare l’Atalanta: il 3-4-3. Appena un anno fa, di questi tempi, il tecnico Gasperini a Rovetta iniziava a lavorare sulla nuova difesa a tre dopo anni (da Colantuono a Delneri a Reja) in cui tutto si basava sullo schieramento classico con quattro uomini davanti al portiere. La rivoluzione del Gasp è passata da uomini, schemi, moduli e tantissime verifiche quotidiane, è servito un bel po’ di tempo ma dopo un’estate di passione la quadratura del cerchio è stata trovata.

 

 

Prima prove tattiche a Rovetta: ripasso dei movimenti. Dalle prime prove tattiche che sono in corso a Rovetta, si capisce come il tecnico atalantino Gasperini sia partito proprio dal ripasso dei movimenti del 3-4-3 che ormai, nei titolari, sono oliati e conosciuti. Queste settimane di ritiro seriano serviranno per inserire nei meccanismi i nuovi arrivati e tutti quelli che nella vita hanno masticato un minimo di calcio capiscono bene come sia molto più semplice lavorare con Mancini (facciamo un esempio) che segue i suggerimenti di Toloi e Masiello piuttosto che con una difesa completamente nuova. La conferma del portiere Berisha con Gollini e il mantenimento in blocco della linea a tre composta da Toloi, Caldara (ancora in vacanza) e Masiello, rappresenta una certezza granitica per chi l’anno passato ha costruito le sue fortune su di una difesa di ferro: si parla tanto di attaccanti e di chi può fare gol, ma non va dimenticato che l’Atalanta è arrivata seconda nella speciale classifica delle squadre che hanno chiuso più partite senza reti subite (ben 16 su 38) alle spalle dei Campioni d’Italia della Juventus (18 partite).

 

 

Il centrocampo e la falla a destra: c’è tempo per lavorare. La linea mediana a quattro, per il momento, è orfana di due pilastri come Freuler e Spinazzola (arriveranno in ritiro venerdì dopo gli impegni con le Nazionali) ma a stretto giro di posta si ricomporrà per tre quarti la linea di mezzo dell’anno scorso con gli stessi Freuler e Spinazzola più Cristante. A destra Hateboer (con sei mesi di rodaggio) e Castagne dovranno trovare automatismi e tempi di gioco, ma nella costruzione di una squadra tuttavia è sempre importante avere nel cuore della manovra chi conosce già i dettami del mister. Alle spalle dei titolari studiano Haas, Schmidt e Gosens. Lo svizzero avrà proprio in Freuler un preziosissimo alleato nel percorso di crescita (è un classe ’96), per il brasiliano vale lo stesso discorso con Toloi, mentre Gosens forse avrà bisogno di un po’ più di tempo ma da quella parte Spinazzola è un portento. Non vogliamo apparire troppo ottimisti, ma un reparto in cui Melegoni e Pessina (due talenti del calcio italiano) devono solo stare attenti ad assimilare tutto il più in fretta possibile non può che regalare fiducia. Soprattutto dal punto di vista tattico.

 

 

Ilicic e lo “sbilancio” preventivo. L’unica vera variante tattica alla manovra d’attacco della Dea (stanti Gomez e Petagna titolarissimi in attesa di scoprire Cornelius) è rappresentata dalla presenza di Ilicic. Il connazionale Kurtic, soprattutto dal punto di vista delle coperture preventive su Conti, è stato un autentico pilastro della squadra. Con Ilicic, Gasperini guadagna in tecnica, imprevedibilità e giocate in verticale ma inevitabilmente qualche aggiustamento dovrà essere fatto. La squadra rischia di essere sbilanciata sul centro destra ma saperlo a priori è importante per lavorare sulle alternative e sui movimenti a copertura dei compagni. Partendo da destra, Ilicic può convergere e cercare la porta e nel caso di passaggio al 3-4-3 puro va verificata la sua capacità di adattamento, ma esperienza e conoscenza delle sue caratteristiche da parte del Gasp rappresentano due garanzie assolute per il vero asso nella manica degli orobici.

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