Ilicic è già un vero nerazzurro «Che bello quel coro tutto mio»

Ilicic è già un vero nerazzurro «Che bello quel coro tutto mio»
Pubblicato:
Aggiornato:

La prima volta di Josip Ilicic davanti a microfoni e taccuini “made in Bergamo” è una bellissima sorpresa. Prima di scendere in campo per l’allenamento pomeridiano e regalare almeno venti minuti di spettacolo puro con una serie di calci di punizione tirati insieme al Papu Gomez, il numero 72 atalantino, nuovo acquisto della Dea, ha rilasciato le sue prime dichiarazioni orobiche. Tra una battuta e l’altra, il fantasista sloveno ha svelato anche un curioso retroscena: mai, prima di domenica scorsa, gli era capitato di sentire un coro personalizzato così bello tutto per lui.

 

 

Josip Ilicic, benvenuto a Bergamo. Quali sono le prime sensazioni da atalantino?
«Ho capito subito che si lavora molto, conoscevo già il mister e quindi so bene come sono i suoi allenamenti ma devo dire che il gruppo mi ha piacevolmente colpito. Son tutti bravi ragazzi, mi sto ambientando bene e adesso è fondamentale allenarsi forte per prepararsi ai tanti impegni che ci aspettano. I gol in amichevole fanno piacere ma la cosa che conta di più è la preparazione: quando si gioca e si viaggia ogni tre giorni, resta solo il tempo di recuperare e quindi questa prima parte di stagione è veramente fondamentale».

Perché ha scelto l’Atalanta?
«È la squadra che mi ha voluto di più, conosco già Gasperini, con cui ho lavorato a Palermo, e mi è piaciuto molto come la squadra l’anno scorso ha giocato e conquistato il quarto posto in classifica. Questa proposta dei nerazzurri è la più bella che poteva arrivarmi in questo momento e quindi sono davvero felice di essere a Bergamo. La Sampdoria? Così va il calcio, fino al momento della firma non c’è mai nulla di deciso e alla fine ho firmato per l’Atalanta. Qui c’è anche Kurtic, siamo come fratelli e lui mi ha parlato molto bene della realtà orobica».

Lei e il Papu, assieme, fate già sognare i tifosi.
«Lui è un grande giocatore, ci conosciamo bene fin da quando facevamo i derby in Sicilia con le maglie di Palermo e Catania. Speriamo di divertirci insieme, è la cosa che per me conta di più e voglio davvero scendere in campo con il sorriso per divertirmi, senza problemi e pensando solo a fare il massimo».

Che effetto le fa essere uno dei più “vecchi” del gruppo?
«Quando sono arrivato in Italia avevo 22 anni e vedevo i giocatori di 25 anni come se fossero già “vecchi”. Gli anni passano ma non guardiamoci troppo: mi sento molto bene e quindi si va in campo per lavorare e per fare il massimo. I più giovani sono per la maggior parte stranieri, adesso per loro sarà importante imparare al meglio la lingua e velocizzare l’inserimento».

Domenica scorsa, il pubblico orobico le ha riservato una grande accoglienza con un coro personalizzato.
«Sono rimasto molto colpito, è stata una delle più belle giornate da quando sono arrivato in Italia: è la prima volta che mi fanno un coro personalizzato. Grande soddisfazione, spero di ripagare al massimo le grandi aspettative che ci sono. Dico davvero grazie a tutti. Quanti gol? Non faccio pronostici, quello si può dire davvero solo alla fine della stagione. Restiamo concentrati, ci saranno grandi partite e grandi stadi da calcare, quindi tutti gli sforzi andranno indirizzati per il bene della squadra».

Tutti aspettano i suoi gol su punizione, lo sa vero?
«Io ci provo sempre, l’anno scorso sono stato un po’ sfortunato e ho preso tanti pali. Speriamo di migliorare la mira e di trasformare tante occasioni mancate in gol importanti».

Come mai indossa il numero 72?
«Quando ho cominciato a giocare a calcio con i professionisti indossavo il 27, a Palermo però lo indossava Pastore e quindi ho pensato di girare il numero: sono stato uno dei primi a scendere in campo con questo numero sulla maglia».

Bergamo l’ha già visitata a marzo dopo Atalanta-Fiorentina, quali sono le prime impressioni?
«È una bella città, ma la cosa più importante è che la mia famiglia stia bene. Ho una bambina piccola, di pochi mesi, credo che abiteremo in centro, anche perché in Slovenia siamo abituati a stare in mezzo alla gente. Bergamo è piccola, praticamente sei ovunque in centro. Poi a Firenze devo dire che scelsi io una casa vicino allo stadio e mia moglie non era molto contenta, ora la cosa più importante è che loro siano felici: se a casa è tutto ok, io sono sereno e in campo mi diverto ancora di più».

Lei apparentemente è un tipo tranquillo, come vive il grande entusiasmo della piazza?
«Io sono questo, non sono mai stato uno finto. Mi diverto e cerco di fare il massimo per la squadra e per la gente, siamo tutti diversi ma la cosa più importante è stare bene».

Qual è il suo ruolo preferito?
«Non ne ho uno preferito, a parte il portiere ho giocato in ogni ruolo. Da solo con due punte, insieme ad un altro con una punta, oppure come esterno. Non ci sono problemi. Io al posto di Kurtic? Ma no, dobbiamo divertirci tutti assieme e non dimentichiamo che il turnover quando giochi ogni tre giorni è fondamentale per stare sempre al massimo della forma».

Seguici sui nostri canali