Le tante ferie dei magistrati
L’iter per l’emanazione del decreto legge sulla giustizia civile si è incagliato. La riforma, approvata dal Consiglio dei Ministri venerdì 29 agosto scorso, non è stata, infatti, ancora trasmessa al Presidente della Repubblica per la firma e la successiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Il motivo? Questione di ferie. Quelle dei magistrati in particolare, che secondo il premier Renzi sarebbero «troppo lunghe». Più cauto il Ministro della Giustizia Orlando il quale, mosso dal timore che le toghe possano per questo ostacolare la riforma, suggerisce «sentiamo prima l’Associazione nazionale magistrati» (Anm). Deciso, invece, il Presidente del Consiglio per il quale, anche a costo di aprire un nuovo fronte di scontro, la riduzione delle vacanze è un passaggio necessario per contribuire alla velocizzazione dei processi e allo smaltimento degli arretrati.
Ma quante ferie fanno i magistrati? L’art. 90 dell’Ordinamento giudiziario, così come modificato dall’art. 8 della legge n. 97 del 1979, prevede che i magistrati abbiano diritto ad un periodo annuale di ferie di 45 giorni.
Non sono pochi, se si pensa che un dipendente pubblico gode in media di 30 giorni di vacanza.
Non sono pochi, anche rispetto ai colleghi europei. In Germania e in Spagna, ad esempio, i giudici hanno diritto a circa 28-30 giorni di vacanza.
Non sono pochi, anche perché ai suddetti 45 giorni si aggiungono i 6 delle cosiddette “festività soppresse”. Si tratta di quelle giornate previste dalla legge n. 937 del 1977, che attribuisce ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni (sono esclusi gli enti pubblici economici), in aggiunta ai periodi di congedo ordinario, sei giornate complessive di riposo, delle quali due da fruire in aggiunta al congedo ordinario e quattro a richiesta degli interessati, tenendo conto delle esigenze dei servizi. Così, facendo un conto rapido, si arriva ad un totale di 51 giorni di ferie.
Non sono pochi, si diceva, ma è bene tenere presente che questo “privilegio” riservato alle toghe si basa sul fatto (o almeno sull’idea) che i magistrati, anche se in vacanza, abbiano spesso del lavoro da smaltire. Che questo valga per tutti o solo per alcuni, è comunque importante tenerlo presente.
La proposta di Renzi. La volontà del Presidente del Consiglio è, dunque, quella di portare le ferie dei magistrati da 45 a 36 giorni. Questo, a suo parere, dovrebbe consentire un più veloce smaltimento dell’arretrato civile e, in generale, una maggiore efficienza degli uffici giudiziari.
La diminuzione delle ferie si affianca all’altra norma del decreto giustizia – da Renzi fortemente pretesa ed ottenuta – che riduce da 45 a 25 i giorni di sospensione feriale dei tribunali. Secondo la norma in attesa di emanazione, tale periodo – durante il quale vengono celebrati solo i processi urgenti - andrà dal 6 al 31 agosto (anziché dall’1 agosto al 15 settembre).
Le obiezioni dei magistrati. Quello delle ferie dei magistrati è sicuramente un tema non facile da affrontare sia politicamente che tecnicamente, soprattutto con lo strumento del decreto legge. Tale strumento, infatti, concede al Governo (solo in casi eccezionali di necessità ed urgenza) il potere legislativo, di norma riservato al Parlamento.
È, dunque, quantomeno temerario da parte di Renzi cercare di toccare l’Ordinamento giudiziario attraverso un provvedimento d’urgenza e senza aver prima consultato l’Associazione nazionale magistrati. Ed è proprio quest’ultima a storcere il naso nelle ultime ore. Il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, infatti, ha dichiarato che «le inefficienze e i ritardi della giustizia non dipendono dalle ferie dei magistrati ma dall’inadeguatezza della normativa processuale e da un problema di risorse».