Iniziativa (virtuale) senza precedenti

I cinque Girasoli di Van Gogh per la prima volta radunati insieme

I cinque Girasoli di Van Gogh per la prima volta radunati insieme
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Qual è il quadro più amato del mondo? Se si facesse un sondaggio, i Girasoli di Van Gogh avrebbero buone probabilità di spuntarla. Anche perché i Girasoli che il grande pittore dipinse non sono uno ma ben cinque. E sono oggi distribuiti in altrettanti musei, da una parte all'altra del globo. Ebbene, per la prima volta da quando vennero dipinti, lunedì 14 agosto le cinque versioni di questo capolavoro dipinte tra 1888 e 1889 si troveranno radunate insieme, seppure in uno spazio virtuale. Infatti con un’iniziativa senza precedenti i cinque fortunati musei, il 14 agosto a partire dalle 18,50 si collegheranno via Facebook con una diretta in cui ciascuno presenterà il proprio gioiello, mostrando l’allestimento e dando la parola ai rispettivi curatori.

I musei coinvolti vanno da Philadelphia a Tokyo, passando per l’Europa (dove tre versioni dei Girasoli sono custodite ad Amsterdam, Monaco di Baviera e Londra). Le pagine Facebook dei musei coinvolti già annunciano l’evento, ribattezzato #SunflowersLive e da lì si possono conoscere tutti i dettagli dell’evento (clicca QUI).

 

[Vaso con quindici girasoli, Sompo Japan Museum of Art di Tokyo]

 

Come spiega il direttore della National Gallery di Londra nel video di lancio, i Girasoli vengono ritenuti il quadro più popolare del grande museo: ogni anno cinque milioni di persone si fermano davanti all'opera con occhi incantati. Le cinque versioni che vengono messe in collegamento sono unite dal fatto che sono nella “posa” più nota e classica: i Girasoli sono infatti raccolti dentro un vaso, e il numero dei fiori varia da dodici a quindici. Esistono altre due versioni, una con solo tre Girasoli, in collezione privata inglese e un’altra che invece era in collezione privata giapponese ma che è andata purtroppo distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

[Vaso con dodici girasoli, Neue Pinakothek di Monaco di Baviera]

 

Perché Van Gogh insisteva tanto con questo soggetto? Perché per lui rappresentava la sintesi più alta della sua visione della natura. Il girasole era il fiore che univa la terra e il sole. Van Gogh lo aveva scoperto arrivando a fine 1887 nel sud della Francia. Per lui, uomo del nord, il sud rappresentava una autentica rivelazione di luce e di calore. Sentiva che quella sarebbe stata la sua “terra promessa”, anche se poi l’innata inquietudine e la malattia nervosa che lo attanagliava non gli avrebbero permesso di restare più di due anni. Il girasole aveva anche un altro vantaggio per Van Gogh: resisteva, magari seccando, e poteva essere quindi anche un soggetto per l’inverno quando doveva star chiuso nello studio della sua famosa casa gialla di Arles. Per questo le date delle cinque versioni arrivano anche al gennaio 1889.

 

[Vaso con quindici girasoli, National Gallery Londra]

 

Nei Girasoli Van Gogh cercava quello che, stando alle sue stesse parole, era l’obiettivo vero della sua pittura. Cioè “l’alta nota gialla” che coincideva con una sorta di assoluto visivo, di luce bruciante che portava alla radice della vita. Non è un caso che Paul Gauguin, quando lo raggiunse ad Arles per i famosi due mesi di atelier in comune (culminati con la lite furiosa e il taglio dell’orecchio di Van Gogh), fece un ritratto dell’amico, proprio mentre era alle prese con un quadro di Girasoli. Da quell'anno i Girasoli non si sono più ritrovati, eccezion fatta per una mostra a Londra dove l’esemplare della National venne esposto a fianco di quello di Amsterdam. Fu un successo di pubblico immenso. Vedremo se si ripete anche in versione virtuale.

 

 

[Vaso con dodici girasoli, Philadelphia Museum of Art]

 

 

[Vaso con quindici girasoli, Van Gogh Museum, Amsterdam]

 

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