Louis Nero, Dante e altri misteri
Louis Nero, un nome che è di per sé mistero. Come misteriosi e suggestivi sono i sentieri che spesso percorre nell’immaginare i suoi film. Reduce da Venezia dove ha presentato il suo ultimo, affascinante lavoro "Il Mistero di Dante", il giovane regista torinese che sta incantando le platee con i suoi racconti venati da filosofie ermetiche e misticismo si racconta sulle colonne di Bergamopost in questa intervista esclusiva.
Louis, come nasce la tua passione di regista?
«Il fatto di essermi occupato da ragazzo della direzione artistica di alcuni famosi locali torinesi mi ha fatto capire nel tempo quale sarebbe stata la mia strada. Così mi sono iscritto al Dams di Torino conseguendo proprio una laurea a indirizzo cinematografico. La vicinanza a un’associazione culturale di artisti mi ha permesso di dar vita a interessanti progetti fino alla produzione del mio primo lungometraggio sulla mitica figura praghese del Golem».
Vuoi parlarci della tua produzione cinematografica dagli inizi ad oggi?
«L’esordio risale al 2000 appunto con "Golem" film crossover tra cinema tradizionale e video-arte. Il mio Golem è una sorta di forma-ombra elettronica in grado di svegliarsi allo scoccare di mezzanotte e viaggiare all’interno delle tre città magiche per eccellenza: Torino, Praga e Lione. È una figura composta di energia luminosa alla ricerca del suo Creatore al quale pone la domanda per eccellenza di ogni uomo sulla terra: Who I am?
Poi è stata la volta del controverso "Pianosequenza". Il primo film girato in un unico piano sequenza: la telecamera non è mai stata staccata e non ci sono stati interventi di montaggio. Ogni inquadratura ed ogni movimento degli attori dovevano accadere nel momento giusto, qui ed ora. Una sorta di pièce teatrale ambientata a cielo aperto nella suggestiva Torino.
"Hans" è un film omaggio alle opere di Kafka, in particolare alle Metamorfosi, poi nel 2008 arriva il film-protesta "La Rabbia" con un cast sensazionale: a partire dai premi Oscar Faye Dunaway e Luis Bacalov, famoso autore della colonna sonora de “Il postino”. Dopo un paio d’anni giro "Rasputin" ispirato alla figura del controverso mistico russo Grigorij Efimovic Rasputin creando un personaggio molto diverso da quello conosciuto dal grande pubblico.
E finalmente arriviamo alla mia ultima fatica: "Il Mistero di Dante" che vede come protagonista il premio Oscar F Murray Abraham, nelle vesti di una sorta di alter ego di Dante, ma anche sintesi anche di certi aspetti del mistico arabo Ibn’Arabi, e del pensatore francese Renè Guénon».
I tuoi film contengono più di un’impronta esoterica, vuoi spiegarci perché?
«Per essere in armonia con il cosmo bisogna riuscire a conciliare la visione simbolica del mondo con la necessità fisica di vivere questa vita, adesso. Così se un individuo persegue senza estremismi il proprio miglioramento personale da questa ricerca può ottenere solo frutti positivi».
Tu sei di Torino, città "magica" per eccellenza, in che misura può aver influenzato il tuo modo di fare cinema?
«Torino è da sempre la culla delle persone che esplorano sia in campo artistico che spirituale. L’aria che si respira porta ad una profonda volontà di ricerca interiore ed è proprio da questa atmosfera che ho attinto per i miei film».
Il Mistero di Dante è un film ‘atipico’ per molti versi, qual è la giusta chiave di lettura?
«Ogni viaggio di miglioramento dell'uomo deve partire con una purificazione dai preconcetti culturali, sociali e morali che si sono acquisiti fino a quel momento. Sta dunque all’uomo scoprire l’essenza divina che è in lui cercando nelle pieghe del simbolismo: ecco secondo me come dovrebbe essere interpretato Dante ed il mio film».
Che aria hai respirato a Venezia nei giorni della rassegna, che contatti stai avendo?
«Il Festival di Venezia è sempre un luogo interessante dove incontrare persone in grado di cambiarti la vita e con le quali si possono discutere nuove idee. Ci vado da molti e ogni volta trovo stimoli differenti».
Hai in mente qualcosa di nuovo per il prossimo futuro?... ( magari puoi alludere anche – ma non solo – all’idea Battiato…)
«Sì, sto preparando un nuovo film, un thriller ispirato ai quadri del famoso pittore Hieronimus Bosch: un viaggio all’interno dei sette peccati capitali. E nell’aria c’è anche un auspicabile nuovo progetto incentrato sul grande artista di calibro internazionale Franco Battiato».
Nero…fa pensare al grande Franco Nero, o è solo una bizzarra idea?...
«Affatto: pur non essendo parenti io e Franco Nero siamo diventati buoni amici da tempo per aver collaborato e realizzato più di cinque film insieme. Un’amicizia solida che ci porterà certamente a concretizzare nuove idee».