Come New York ricorda
Si celebra oggi il tredicesimo anniversario dalla caduta delle Torri Gemelle a New York, per la prima volta gestito dal Memorial & Museum e dalla World Trade Center Foundation, anziché dalla municipalità della città. Il portavoce della fondazione, Michael Frazier, ha fatto sapere che il passaggio di consegne era già al vaglio prima dell’elezione del nuovo sindaco, l’italoamericano De Blasio. Il primo cittadino di New York ha dichiarato, dal canto suo, che il municipio continuerà a fornire assistenza, soprattutto per quanto riguarda le misure di sicurezza.
Le celebrazioni. A Ground Zero, alle 8, 45 di questa mattina, verrà rispettato un minuto di silenzio per ricordare l’istante in cui il primo aereo dirottato si abbatté sulla Torre Nord. Si leggeranno poi i nomi delle 2974 persone morte nell’attentato e quelli delle sei vittime cadute in seguito all’attacco al World Trade Center, nel 1993. Dal tramonto fino all’alba di venerdì 12 saranno accesi gli 88 fari collocati nel luogo in cui una volta sorgevano le Due Torri. Il progetto, chiamo Tribute in Light, è stato realizzato l’11 marzo 2011. Dalle ore 19 fino alla mezzanotte di oggi, inoltre, sarà per la prima volta aperto al pubblico Ground Zero, mentre resterà chiuso il National September 11 Memorial Museum. Le celebrazioni avranno luogo anche presso il Flight 93 National Memorial di Shanksville, in Pennsylvania. Alle 9,30 saranno letti i nomi delle 189 vittime causate dallo schianto del volo 93, che soltanto la prontezza e lo spirito di sacrificio dei passeggeri impedì di abbattersi sulla Casa Bianca. Alla cerimonia che si terrà al Pentagon Memorial, sarà presente il segretario della Difesa Chuck Hagel, il Capo di Stato maggiore, generale Martin Dempsey e lo stesso presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Alle 9,37 verrà rispettato un minuto di silenzio, a cui seguirà il ricordo delle 184 vittime, tra civili e militari.
La tragedia dell’11 settembre 2001.L’attentato terroristico sferrato dal gruppo fondamentalista islamico Al Quaeda ha segnato uno spartiacque, nella storia dell’America e del mondo. Da quel tragico avvenimento, infatti, abbiamo imparato a parlare di un prima e di un dopo l’11 settembre 2001. Nella mattina di tredici anni fa, quattro aerei di linea furono dirottati da diciannove terroristi affiliati ad Al Qaeda. Due di questi si schiantarono contro gli edifici nord e sud del World Trade Center – le Torri Gemelle -, il terzo precipitò sul Pentagono, mentre l’ultimo avrebbe dovuto colpire la Casa Bianca. La pronta reazione del pilota e dei passeggeri lo portò a schiantarsi in un campo a Shanksville, nella contea del Somerset, in Pennsylvania. Il numero delle vittime è, tutt’oggi, incerto. Le morti accertate e i dispersi sono più di cinquemila, ma i resti non identificati sono il 41 percento di quelli raccolti. A questi numeri si aggiunge quello dei passeggeri dei quattro voli, 266 in tutto. La reazione della presidenza americana, allora nelle mani di George W. Bush, fu immediata. Venne dichiarata «guerra al terrorismo» e le truppe americane furono inviate in Afghanistan, allo scopo di debellare il regime dei talebani. Il parlamento, inoltre, approvò il Patriot Act, una legge che rafforzò il potere della polizia e dei corpi di spionaggio, tra cui CIA, FBI e NSA. L’intenzione era quella di proteggere i cittadini americani da future minacce terroristiche. Le misure adottate, spesso considerate lesive della privacy, sono diventate, però, oggetto di numerose polemiche.