Negli ultimi 5 anni, 389 leggi che complicano la vita alle imprese
I dinosauri si sono estinti circa 65 milioni di anni fa. Non tutti però. Il 10 settembre scorso, infatti, su Linkiesta.it è uscito un interessante articolo dedicato al Burosauro, un animale che ha trovato nel nostro Paese l’habitat ideale. La burocrazia, infatti, è il mostro che sta divorando le imprese italiane. Leggi, leggine, scartoffie, regolamenti, cavilli, decreti, formulari e riforme, questa la dieta seguita dalla bestia.
Il Burosauro è un animale molto longevo e dal rapido accrescimento. Nei secoli, infatti, le competenze degli Stati si sono moltiplicate e con esse sono cresciuti gli apparati amministrativi. Nel corso del Novecento, lo sviluppo della società di massa e la crescita esponenziale della domanda di servizi pubblici, hanno fatto sì che le dimensioni dell’articolazione della pubblica amministrazione aumentassero enormemente in tutti i settori (finanza, sanità, istruzione, ecc.). Di pari passo è andata la lotta contro l’eccessiva burocratizzazione, un sentiero lastricato di proclami e buone intenzioni, da ultime quelle del premier Renzi (al quale però va lasciato il beneficio del dubbio, se non altro perché la speranza è l’ultima a morire).
Ad oggi, tuttavia, tale lotta non ha portato a risultati concreti. Si pensi, ad esempio, che nel 2009 in Italia il corpo di norme constava di circa 750mila unità. «Si va da quella che, in Sicilia, autorizza l’allevamento di due cardellini a quella che impone che la ruota sia circolare», così racconta Gian Antonio Stella nel libro Bolli, sempre Bolli, fortissimamente Bolli.
Indifferente, il Parlamento continua a legiferare. Secondo Francesco Cancellato, autore de citato articolo, «ciò che rende l’Italia la patria perfetta del Burosauro, non è la quantità di leggi che produce, quanto piuttosto la loro capacità di complicare le cose».
I dati li ha forniti qualche mese fa l’Ufficio Studi di Confartigianato, associazione nata – fra l’altro - per aiutare gli imprenditori a districarsi fra gli ostacoli dell’apparato burocratico. Dei 41 provvedimenti emanati tra il 29 aprile 2008 ed il 28 marzo 2014 e presi in esame dalla Confartigianato, sono ben 629 le norme fiscali, delle quali 72 semplificano la vita delle imprese, 168 non vi impattano in alcun modo e 389 (il 61,8%) la complicano. Per ogni norma che semplifica la vita delle imprese, pertanto, quasi sei la rendono più difficile.
Il Burosauro allunga le proprie zampe ovunque. Si pensi, ad esempio, alla normativa sugli appalti, modificata già sei volte dal 2008 al 2012 con l’obiettivo di renderla più semplice. O alla Segnalazione Certificata d’Inizio Attività (SCIA) che dal 2010, anno in cui è stata introdotta, è già stata “semplificata” tre volte.
Ancora, si intitola Semplificazioni tributarie il Decreto legge n. 16 del 2012 che, ironia della sorte, introduce 27 nuove norme fiscali che complicano la vita delle imprese su 89 complessive. Altro «capolavoro indiscusso» – secondo Linkiesta - è la Legge di stabilità del 2014 che, su un totale di 63 norme, ne ha ben 43 che rendono più difficile la vita alle imprese e nessuna che la semplifica.
Il Burosauro, dunque, se la passa proprio bene nel nostro Paese. È in costante aumento, infatti, il saldo tra le norme che complicano la vita e quelle che la semplificano: si passa dal +33 del 2009 al +93 del 2013. Tutto ciò ha contribuito anche alla crescita della pressione fiscale che è passata, secondo i dati della Confartigianato, dal 43% del 2009 al 43,8% del 2013.
L’eccessiva burocratizzazione è così additata dagli esperti come una delle principali cause dello svantaggio competitivo dell’Italia. Ammontano a 30,9 miliardi, infatti, gli oneri da burocrazia pagati nell’ultimo anno dalle piccole e medie imprese (7.005 euro ciascuna). Questa la stima dell’Ufficio Studi Confartigianato che spiega: «L’inefficienza nel rapporto tra PA e imprese genera un ambiente ostile al ‘fare impresa’». La Confartigianato ricorda, infatti, che nella classifica Doing Business 2014 (riguardante la facilità di "fare impresa”) l’Italia si colloca nella 23esima posizione tra i 28 Paesi dell’Ue e al 65esimo posto tra i 189 Paesi del Mondo.
«I Burosauri non prosperano solo in Italia. Anche a Bruxelles, ad esempio, non se la passano male». Così si conclude l’articolo di Linkiesta che, lanciando uno sguardo più ampio all’Unione Europea, ricorda come non sia un caso che «l’82% delle leggi italiane pubblicate in Gazzetta Ufficiale dall'inizio di questa legislatura non sono altro che l'attuazione pedissequa di vincoli e disposizioni provenienti dalla burocrazia europea».