Passione nerazzurra

18.30 di un mercoledì qualunque Eppure noi eravamo 17mila...

18.30 di un mercoledì qualunque Eppure noi eravamo 17mila...
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È iniziata con lo splendido tramonto dietro la Rocca di Città Alta, è finita con lo stadio ancora una volta in festa e i tifosi del Verona che esultavano ironicamente per un paio di gol che non sono mai esistiti. Atalanta-Verona, decima fatica della Dea in campionato, si è chiusa con un rotondo 3-0 ma è stato tutto più complicato del previsto. In campo e anche per strada, visto che arrivare allo stadio nel mezzo di un pomeriggio lavorativo con il traffico quasi in tilt per un paio di incidenti sull’asse interurbano è stata praticamente un'impresa.

 

 

Il pre partita: tutto tranquillo tranne il traffico. La scelta di giocare alle 18.30 di un mercoledì lavorativo è parsa fuori da ogni logica ma il tifoso bergamasco, alla fine, cerca sempre di rispondere presente. Circonvallazione, centro città e direttrici che portano allo stadio si sono via via riempite di appassionati che grazie a qualche ora di permesso e a una corsa contro il tempo non si sono persi l’appuntamento con la Dea al Comunale. Fortunatamente, anche stavolta i temuti problemi di ordine pubblico si sono rivelati infondati e tra tifosi atalantini e supporter veronesi (storicamente le due tifoserie non si amano per nulla) è andato tutto liscio. Dentro lo stadio, prima del fischio d’inizio, lo spettacolo vero è stato a livello cromatico: il rosso della sera ha disegnato un tramonto da cartolina proprio alle spalle della Rocca di Città Alta e, soprattutto dalla Curva Nord, il cielo sembrava infuocato.

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Primo tempo, dov’è l’Atalanta? Con precisione svizzera, le due squadre si sono presentate sul terreno di gioco e prima del fischio d’inizio è stato letto un brano del Diario di Anna Frank, lettura durante la quale lo stadio ha assistito in rispettoso silenzio. Gli ultras del Verona sono politicamente schierati a destra, ma non si sono registrati cori o fischi e l’unica “iniziativa” è stata quella di prendere posto sugli spalti solo dopo la fine del brano. Opinabile, ma quantomeno non abbiamo dovuto assistere ad ulteriori e inutili manifestazioni di dissenso. Venendo alla partita, la domanda che tutti i tifosi si sono fatti in tribuna è stata semplice: dov’è l’Atalanta? Con sei cambi rispetto alla sfida vinta contro il Bologna, Gasperini ha cercato di fare ampio turnover ma contro un avversario modesto ci si aspettavano molte meno difficoltà. Kean, giovanotto della Juve classe 2000 in prestito a Verona, ha spaventato un paio di volte Gollini, mentre la Dea è parsa leziosa. E così le uniche emozioni del primo tempo le ha regalate il Var: gol annullato a Freuler (giusto) e poi anche al Verona (stra giusto) per uno 0-0 al riposo che ha fatto certamente tremare i muri dello spogliatoio orobico.

Secondo tempo: mareggiata orobica sul Verona. Dopo la pausa, l’Atalanta è tornata in campo in versione mareggiata e ha travolto il Verona come nei suoi giorni migliori. La rete di Freuler, quella del raddoppio di Ilicic e il tris firmato Kurtic hanno ridipinto il sorriso sui volti dei sostenitori atalantini e nonostante qualche preoccupazione di troppo nel finale si sono visti anche Orsolini e Vido, segno evidente di come la gara fosse ormai chiusa. Le tribune, minuto dopo minuto, hanno avuto anche il tempo di applaudire i beniamini di giornata e se per Freuler e Ilicic era scontata l’ovazione, ci sono due ragazzi che si sono meritati qualcosa di ancor più bello. Il difensore Palomino e il portiere Gollini, pur restando in campo fino alla fine, sono stati acclamati e applauditi con forza da tutto lo stadio per la loro prestazione. Se il difensore argentino ha potuto beneficiare anche di un consenso cumulativo che arriva da lontano (ormai sono parecchie le sue prestazioni da applausi), per il portiere si è trattato dell’esordio casalingo e non era scontato riuscire a rispondere presente contro una squadra che (in teoria) avrebbe dovuto fargli solo il solletico.

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Il post partita: la conferenza del Gasp. La corsa finale dei giocatori sotto la Curva, il solito giro di campo di de Roon seguito questa volta anche da Freuler e l’abbraccio del pubblico alla squadra vittoriosa sono cartoline ormai consuete. Sul campo sono rimasti anche i giocatori della panchina per una sorta di allenamento con il preparatore atletico Borelli e i tifosi rimasti sulle tribune hanno potuto vedere dal vivo una serie di ripetute spacca-gambe che sono solo un assaggio di ciò che, ogni giorno a Zingonia, caratterizza gli allenamenti. Nel dopo gara, in sala stampa, la conferenza è stata animata sul finale da una risposta un po’ stizzita di Gasperini a una domanda priva di alcun tipo di polemica sul gol di Kurtic. Il tecnico ha imbastito un discorso sul turnover, sulla rosa a 26 giocatori che «non è adatta al calcio» e sul minutaggio del centrocampista sloveno. I messaggi partiti da quelle parole pare siano arrivati ai destinatari, ma in un momento come questo in cui tutto va a gonfie vele le indicazioni del tecnico vanno lette anche in un altro modo: Gasperini (che dopo il 3-0 ha comunque parlato di squadra che deve fare meglio dal punto di vista tecnico) vuole tenere tutti sulla corda e, visti i risultati, se per ottenere questo obiettivo si rendono necessarie anche conferenze "scoppiettanti", ottimo. Prima di tutto, infatti, viene il bene dell’Atalanta.

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