Per tre domeniche "Aia in verde"

Castello di Malpaga la rinascita di un gioiello

Presso la corte del castello di Malpaga, storico borgo di Cavernago, le prossime domeniche 14 - 21- 28 settembre saranno dedicate alla manifestazione "Aia in verde" (nel contesto della rassegna bergamasca "Arketipos – I maestri del paesaggio"), che vedrà l’antico cortile totalmente fiorito e rigoglioso per l’occasione. All’interno di questa cornice, si terranno esposizioni e vendita di piante e fiori, lezioni di esperti fiorai. E tanto altro ancora.

Castello di Malpaga la rinascita di un gioiello
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Il piccolo borgo di Malpaga è senza dubbio luogo di un felice connubio tra storia, arte e agricoltura. Ne è ben consapevole la società Malpaga S.p.A. – a maggioranza della famiglia Cividini -, che lavora ormai da tempo al recupero e alla valorizzazione dello storico luogo bergamasco. Vediamo in che termini.

Il nuovo progetto di valorizzazione

La società Malpaga S.p.A. ha promosso il programma PeR Malpaga (Progetto e Rinascita), che prevede un percorso di valorizzazione del luogo ad elevata sostenibilità ambientale, grazie alla perfetta integrazione tra agricoltura innovativa, energia rinnovabile, strutture ricettive e potenziamento culturale; tutte queste attività prevedono l’utilizzo delle strutture già esistenti, per evitare che un territorio tanto ricco dal punto di vista storico e tradizionale subisca inutili variazioni estetiche.

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Agricoltura. Il programma eco-sostenibile inizia dai 300 ettari di terreno che circondano il castello, da sempre fonti importantissime per la vita del borgo; dallo sfruttamento di questi campi, usati sia a scopo alimentare (sono coltivati cereali biologici e mais), sia a fine energetico (è stato costruito un impianto a biogas e una centrale a biomasse impatto zero), si ottiene un’agricoltura del tutto innovativa, che utilizza evoluti impianti d’irrigazione a pioggia, per massimizzare l’efficienza dell’acqua e ridurre drasticamente gli sprechi, un sistema conservativo di coltivazione, che si fonda sui parametri dell’agricoltura blu, e un centro sperimentale dei prodotti agricoli, che vengono utilizzati in toto, grazie al riutilizzo della parte di scarto all’interno dell’impianto a biogas, che trasforma i residui in fertilizzante naturale. Attualmente, la produzione della società agricola non si limita a soddisfare soltanto i bisogni interni, ma alcuni prodotti sono venduti anche al pubblico; è il caso della farina di mais e del pellet, prodotto sempre a kilometro zero (perché dato dall’impiego di legna e miscanto naturale dei campi del borgo).
Grazie a queste moderne tecniche, il territorio di Malpaga è entrato a far parte della Confederazione Generale Agricoltura Italiana (Confagricoltura), l’organizzazione di tutela e sovraintendimento delle imprese agricole nazionali.

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Patrimonio storico-architettonico e turismo. Per quanto riguarda il recupero del patrimonio architettonico e storico del borgo, il progetto PeR Malpaga collabora strettamente con la Sovraintendenza dei Beni Culturali e dell’Ambiente, affinché gli interventi di restaurazione rispettino le strutture e i materiali originari, siano essi impiegati per costruzioni turistiche, ludiche, storiche o abitative
Oltre al castello, fulcro dell’intero progetto di recupero, anche altri ambienti e attrazioni fanno parte del progetto di sviluppo: la chiesa di S. Giovanni Battista con la Cappella Colleonesca, l’edicola di S. Antonio, le Rogge del Colleoni, l’antica Uccellanda, l’aia (dove nasceranno botteghe enogastronomiche), i percorsi ciclabili lungo il fiume Serio, la ricostruzione del giardino del Colleoni e il museo sulla vita contadina medioevale.
Attiva già da qualche tempo è la graziosa Locanda dei Nobili Viaggiatori, trattoria e B&B ricavata in un’originaria struttura a ridosso del castello; sono previsti, inoltre, un raffinato albergo, alcuni appartamenti e un polo congressuale, per fare del piccolo borgo di Malpaga una grande risorsa per il turismo e la cultura bergamasca.
Inoltre, il Castello di Malpaga offre la possibilità di conoscere e percorrere la sua storia tramite visite guidate individuali o aprendo le porte a gite e tour di gruppo. Prenotando preventivamente, l’antico borgo è disponibile per l’organizzazione di cerimonie, eventi e, da qualche tempo, feste di compleanno per i più piccoli, che potranno divertirsi con giochi medievali, travestimenti e golosi buffet.

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Un po’ di storia

Le avventurose vicende del castello. Il Castello di Malpaga risale alla prima metà del ‘300, quando viene costruito da un ricco ghibellino (sostenitore dell’impero contro la forza politica papale). Grazie al profondo fossato che lo protegge, il castello rimane per molto tempo inattaccabile, nonostante sorga su un territorio pianeggiante e non su un’altura, come accadeva all’epoca. Quando, però, la polvere da sparo, già utilizzata da secoli in oriente, entra a far parte delle pratiche belliche europee, la fortezza inizia a subire saccheggi ed assalti, andando incontro ad un buio periodo di decadenza e alla conseguente cessione al Comune di Bergamo.

Il castello torna a vivere il 29 aprile 1456, quando il celebre condottiero Bartolomeo Colleoni (1395 - 1475) decide di comprare il borgo di Malpaga per 100 ducati d’oro, con l’intento di farne la sua dimora privata e il centro del suo dominio. Tuttavia, non essendo più adeguatamente protetto, il Colleoni inizia ad operarvi numerosi lavori di ristrutturazione e rafforzamento: traccia un secondo profondo fossato (quello attualmente visibile), innalza la cinta muraria e costruisce alloggi esterni dove disporre stabilmente le truppe.
Nel 1458, una volta terminati i lavori di sistemazione, il condottiero si trasferisce con la moglie Tisbe Martinengo nella reggia di Malpaga, dove intraprende una brillante vita di corte, ospitando importanti personalità dell’epoca e organizzando magnifici banchetti, battute di caccia e tornei di vario genere. Alcuni tra i più importanti ospiti del Colleoni furono Borso d’Este, i figli di Francesco Sforza, Carlo II duca di Borgogna e Cristiano I re di Danimarca. Soprattutto la visita di quest’ultimo è spesso citata negli annali quattrocenteschi, dove si racconta che il Colleoni andò incontro al re danese con ben 500 cavalieri per invitarlo alla sua corte.
Nel 1469 tre sicari inviati dal nemico Galeazzo Sforza entrarono nel castello, dando fuoco alle stalle e cercando di rapire il condottiero, ma vennero catturati.
Avendo solamente figlie femmine, alla morte del Colleoni, avvenuta il 2 novembre 1475, il castello passa in eredità ai nipoti.

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Gli artisti del Colleoni e gli affreschi.  Pienamente inserito nell’ambiente rinascimentale, Bartolomeo Colleoni si dedica al mecenatismo, ospitando presso le mura di Malpaga importanti artisti del tempo, soprattutto provenienti dalla Borgogna. Grazie a loro, le pareti del castello sono interamente affrescate e costituiscono utili testimonianze dello stile di vita della corte locale. Nonostante alcune pareti abbiano subito il deterioramento del tempo e altre, purtroppo, siano state rovinate dalla presenza dell’uomo, buona parte dei dipinti è ancora ammirabile all’interno delle belle sale del castello.
Al piano terra, sono rappresentate diverse scene della visita di re Cristiano I di Danimarca al Colleoni, probabilmente commissionate dai discendenti del condottiero nel primo Cinquecento e, di conseguenza, riprodotte su fantasia dell’autore. Splendido l’affresco di Gerolamo Romanino da Brescia, che si trova sulla parete di fronte all’ingresso del cortile principale; la scena rappresenta la Battaglia della Riccardina (o della Molinella), una delle più valorose missioni condotte dal Colleoni, non per motivi difensivi, ma nella ricerca di un’impresa gloriosa. Quest’affresco, trovandosi all’esterno, ha subito i normali guasti del tempo, ma mette ancora in mostra il realismo della scena, i movimenti dei cavalli e le vivide espressioni dei combattenti.
Al piano superiore si trovano alcuni tra i più bei dipinti della bergamasca, specialmente nel salone di ricevimento, risalenti alla prima metà del secolo XVI. Su alcune pareti Colleoni fece affrescare scene allegoriche piuttosto sensibili, per dare un’idea di sé diversa da quella di severo condottiero. Particolarmente significativa è l’allegoria del silenziosità, rappresentata da un vecchio che fa il segno del silenzio e del segreto, pratiche che tutti nel castello dovevano osservare rigidamente. Nella stanza del capitano si trova l’affresco più caro a Bartolomeo, la Madonna con Bambino, risalente ai primi anni del Quattrocento e giunta fino a noi in un discreto stato di conservazione.
Oltre ai pittori, la corte di Malpaga ospitò alcuni importanti umanisti, soprattutto bergamaschi, come Jacopo Tiraboschi e Giovanni Michele Carrara. Provenienti da altre città erano gli ospiti Bartolomeo Pagello e Antonio Cornazzano, autore tra l’altro di una biografia del Colleoni.
Nonostante l’impegno che Bartolomeo mise per dare di sé un’immagine positiva, legata alle arti e all'accoglienza, nel resto d’Italia la sua figura rimase sempre legata a quella di rude combattente, poco avvezzo alle cortesie di corte.

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