Usa le mappe di Google e i social network

L'uomo che scopre dal suo pc dove l'Isis registra i suoi video

L'uomo che scopre dal suo pc dove l'Isis registra i suoi video
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Volete scoprire dove è stato ucciso James Foley? Cercate su Google Earth. O almeno questo è quello che fa Eliot Higgins, blogger britannico diventato in pratica analista di difesa e terrorismo, dopo aver aperto un portale dedicato al conflitto siriano e aver stupito tutti con le sue geolocalizzazioni delle azioni dell’Isis, e non solo.

A leggere quanto scrive c’è da rimanere stupiti dell’elementarità degli strumenti usati per approfondire situazioni tanto intricate: Higgins non è mai stato in Siria, vive a Leicester (in Inghilterra, a 3mila chilometri di distanza dal Califfato) e non parla mezza parola di arabo. Ma quando l’Isis pubblica un video su YouTube lo passa in rassegna fotogramma per fotogramma in cerca di dettagli, strade o alberi che possano essere poi presi come riferimenti sulle mappe di Google, aggiungendo talvolta passaggi su Panoramio, sito che permette di postare immagini taggandone con precisione la provenienza geografica.

E così è nato Bellingcat, sito in crowdfunding ormai specializzato proprio in questo: dare un luogo e un’ora alle immagini di delitti e rapimenti che accadono in giro per il mondo, specie nei luoghi di guerra del Medio Oriente. Per Higgins è diventato un lavoro: ha lasciato la sua precedente occupazione e con gli aiuti raccolti in rete si è creato un piccolo stipendio, dando maggiore linfa al blog che aveva da anni, dove si firmava con lo pseudonimo di Brown Moses.

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Le sue sono autentiche inchieste giornalistiche, fatte però sempre col sedere appoggiato alla sedia e gli occhi rivolti allo schermo del suo pc. Quanto scritto sull’omicidio di James Foley lascia capire bene come il blogger si muove: Higgins sul suo sito analizza i fotogrammi del video della decapitazione e ne evidenzia le ombre. Da lì deduce che sarebbe stato girato in orario mattutino. Ma è ancora nulla: dietro alla piana di deserto s’intravede del verde, lo sviluppo di alcune strade principali e di certe dune spinge verso un punto preciso delle colline a sud di Raqqa. Su Bellingcat viene così ricostruito il “set” perfetto dell’esecuzione, con tanto di indicazioni su dove si trovavano i due terroristi, il giornalista americano e le due videocamere.

I dettagli cui Higgins si appiglia per ricostruire il tutto appaiono a volte impeccabili, a volte leggeri. Alla fine, però, l’inchiesta regge alla perfezione, risultando incredibilmente inconfutabile. Tanto che Bellingcat è diventato un autentico punto di riferimento per servizi d’intelligence e giornali. I successi del portale, ad esempio, sono stati la localizzazione esatta di un campo d’addestramento segreto dell’Isis a Mosul, lungo il fiume Tigri, e, ancor prima, l’accertamento dell’attacco con gas sarin da parte di Assad a Damasco, nell’agosto 2013.

Ma non solo Siria, una delle inchieste che più lasciano a bocca aperta è relativa al volo MH17 abbattuto a luglio in Ucraina. Higgins ha fatto un lavoro minuzioso di analisi delle foto di carriarmati in grado di trasportare postazioni per missili Buk, confrontando video e immagini apparsi su diverse testate. Risultato? Non solo è stato in grado di scoprire con buona probabilità che le unità che hanno abbattuto il volo malese erano sotto il controllo dei filo-russi, ma è anche riuscito a stabilire, sempre in via molto probabile, da quale brigata e da quale mezzo (persino la targa) sarebbe partito il missile. Il tutto sempre e soltanto usando internet, YouTube, Facebook, Twitter e Google Earth. Con un metodo che lui stesso sul suo sito spiega passo per passo, per rendere tutti coscienti delle enormi potenzialità inconsapevolmente nascoste dentro ad un’immagine.

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