Tre buone notizie dal mondo sport

Dal mondo scientifico arrivano tre buone notizie riguardanti lo sport. Ci sarebbero infatti dimostrazioni accreditate che il movimento abbassa i livelli di stress, soprattutto se fatto in compagnia. In più, quello aerobico allena il cervello, rallentando i processi di declino cognitivo. E se, infine, sei un genitore e stai pensando verso quale sport orientare tuo figlio, iscrivilo a più corsi. Far fare ai ragazzi esperienze sportive differenti favorisce la salute e la caparbietà agonistica.
Meglio accompagnati. Quando si tratta di attività fisica, meglio in compagnia. Un recente studio della University of New England College of Osteopathic Medicine, nel Maine, Stati Uniti, pubblicato su The Journal of the American Ostheopatic Association, avrebbe dimostrato che a fare sport in gruppo si ottiene una sensibile riduzione dei livelli di stress e un miglioramento della qualità della vita. I ricercatori hanno posto sotto esame fisico 69 studenti di medicina, invitandoli a selezionare un programma di esercizi da praticare per un periodo di dodici settimane, da soli o meno. Un altro gruppo, di controllo, si è mantenuto in astinenza, ovvero ha praticato per lo stesso periodo solo passeggiate o ha fatto uso della bicicletta come mezzo di trasporto. Gli sportivi venivano monitorati attraverso un questionario periodico, ogni quattro settimane, che aveva lo scopo di valutare l’eventuale miglioramento della qualità della vita associato allo sport, specie in tre sfere: mentale, fisica ed emotiva.
I risultati, a detta degli esperti, sono stati positivi soprattutto per chi aveva fatto sport in gruppo. A questi ultimi sarebbero bastati anche solo 30 minuti di attività fisica sociale una volta a settimana per arrivare a raggiungere, al termine del periodo di monitoraggio, percentuali mensili medie di miglioramento più che soddisfacenti: con un guadagno, rispetto agli sportivi solitari, in maggior benessere mentale di oltre il 12 per cento, fisico di quasi il 25 per cento ed emotivo del 26 per cento. Benefici cui si aggiunto anche un abbassamento dei livelli percepiti di stress di oltre il 26 per cento. Gli sportivi solitari, o con al massimo due compagni ginnici, avevano guadagnato solo in qualità mentale, e non in tutte le sfere, tuttavia con una percentuale migliorativa sensibilmente inferiore, pari solo all’11 per cento. Di contro, non vi sono stati significativi benefici tra gli sportivi di controllo.
Sport e cervello (giovane). Seconda buona notizia. L’attività fisica di tipo aerobico come corsa, cyclette, tapis roulant, favorisce la memoria, dà nutrimento ai neuroni, contrastando il processo di invecchiamento. Anche in questo caso la dimostrazione è scientifica, accreditata dal riesame di precedenti studi riguardanti la relazione cervello-attività fisica che avevano coinvolto in totale oltre 730 soggetti attivi. Lo studio, condotto dalla Western Sydney University, in Australia, in collaborazione con la University of Manchester, in Inghilterra, e pubblicato su NeuroImage, attesterebbe in maniera chiara e definitiva i benefici dello sport sul cervello. Sembrerebbe che la pratica sportiva aerobica sia in grado di ridurre la perdita della massa cerebrale, che si riduce del 5 per cento ogni 10 anni dopo i 40 anni, stimolando anche la crescita della parte sinistra dell'ippocampo, la sede principale della memoria, migliorandone la funzionalità e le abilità mnemoniche individuali. La scoperta, dicono i ricercatori, potrebbe essere sfruttata per pianificare dei programmi di allenamento cerebrale, utili nella prevenzione delle demenze o per mantenere il cervello in costante attività, contrastando l’invecchiamento mentale in generale.
Da bambini meglio variare. Soprattutto per i bambini, i quali dovrebbero praticare più discipline sportive, piuttosto che soltanto una, in esclusiva. Questa strategia favorirebbe non soltanto l’aderenza e la continuità a praticare sport, ma offrirebbe anche la possibilità di potere raggiungere competenze specifiche a livello agonistico. Sono le conclusioni cui è giunto uno studio canadese dell’Università di Sherbrooke a New Brunswick, pubblicato sulle pagine di Pediatrics, che ha interessato circa 7.100 bambini di 10-11 anni, seguiti per un periodo di 5 anni. Il loro interesse verso le differenti tipologie di sport era monitorato trimestralmente con un questionario. Da cui si è dedotto che chi all’inizio dello studio praticava più attività sportive al termine della sperimentazione aveva circa il 50 per cento di probabilità in più di restare fedele alla pratica sportiva, avviandosi talvolta anche verso una attività agonistica, rispetto a bambini monotematici, invece destinati nella maggior parte dei casi ad abbandonare lo sport.
I vantaggi di una pratica pluri-sportiva, dicono gli esperti, sono diversi: la multidisciplinarietà favorirebbe nei bambini lo sviluppo una migliore autostima e di fiducia nelle proprie capacità di riuscita in uno sport particolare, scelto secondo le proprie preferenze e inclinazioni. Insomma il consiglio degli esperti ai genitori è di abituare i figli a impegnarsi e appassionarsi a più sport, anche differenti tra loro, per favorire la formazione di competenze complementari, anche se non vi siano velleità agonistiche o non partecipino a gare e competizioni annuali.