Ancora oggi brucia e fa male Ma ora avanti, con orgoglio

Ancora oggi brucia e fa male Ma ora avanti, con orgoglio
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Non c’è nulla che io possa scrivere in grado di lenire il dolore e la delusione per un’eliminazione così. E parlo di dolore per il semplice fatto che vivere carnalmente, profondamente e totalmente una passione come quella per l’Atalanta è qualcosa che o ti appartiene o non puoi capire. L’unica cosa da fare, in questo momento, è alzare la testa e guardare avanti. Il calcio regala gioie e delusioni, la differenza per tutto il popolo atalantino è che a certi livelli (di gioie e delusioni) non ci eravamo minimamente abituati. Quando cadi dall’alto ti fai più male però devi rialzarti e pensare che lassù in alto bisogna arrivarci.

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Non ci sono colpevoli, gli errori ci stanno. La grande verità che ci lascia la doppia sfida al Dortmund, ma più in generale la cavalcata europea, è che l’Atalanta di Gasperini è stata eliminata per degli errori, non perché non fosse all'altezza della situazione. Pensateci bene, è molto diverso: se partecipi e sei costantemente a protezione del risultato, lo conquisti solo con i nervi e pochissima qualità e alla fine perdi è chiaro che non avevi i mezzi per stare dove eri. La Dea di Gasperini ha perso una partita su otto, al 91' e per un errore individuale trasformato in oro dai piedi di chi (Goetze) ha segnato il gol decisivo all'ultimo Mondiale. All'andata come al ritorno, gli errori hanno punito la squadra di Gasperini. Questo significa che per farli, questi errori, ci sei arrivato. Il 2-0 mancato da Cristante, Ilicic e Gomez brucia tanto quanto la mancata trattenuta di Berisha su quel pallone di Reus. Il Borussia ha passato il turno grazie al gol di un terzino tutta corsa pur avendo in campo milioni di euro in campioni. Questa è valutazione da fare: arrivi sempre alla sconfitta nel doppio confronto ma il bicchiere è mezzo pieno. Per 180' minuti su 180' più recupero, la squadra orobica è stata alla pari se non superiore. Poi s’è perso il treno verso gli ottavi ma ora bisogna lavorare sugli errori, non programmare il futuro. Il futuro è già iniziato.

 

Dalle lacrime deve nascere la forza. Giovedì sera tutti ci siamo commossi. Nessuno escluso. Ma chi era allo stadio, chi l’ha vista in tv o via streaming adesso è chiamato a fare l’unica cosa che un tifoso può fare: amare, sostenere e incoraggiare. Il gruppo, dal punto di vista morale, non può che essere colpito. A Zingonia ci sono pochi giorni per preparare due sfide contro la Juventus che valgono per campionato e Coppa Italia, ma se Gasperini avrà il difficile compito di ridare subito al gruppo la giusta tensione agonistica per andare avanti, l’ambiente deve essere decisivo. Ora non ci sono colpe, l’ho scritto e lo ripeto. Adesso bisogna subito guardare avanti e pensare a riconquistare la qualificazione all’Europa. Siamo in piena corsa, cinicamente l’eliminazione può anche essere positiva per non togliere energie nervose al campionato, a patto che negli scontri diretti da giocare a Bergamo tutti si stringano attorno alla squadra. In Europa non ci siamo andati per caso, l’abbiamo vissuta con orgoglio e dobbiamo essere consapevoli che è ormai una dimensione alla nostra portata. Non è detto che ci si arrivi ogni anno, serve tanto lavoro per consolidare questa dimensione e a fine stagione si faranno anche i bilanci sul mercato, ma è doveroso guardare avanti con fiducia prendendo per mano il gruppo e spingendolo alla battaglia.

 

 

Le parole di Valo e il senso dell’essere atalantini. In queste ore, i sentimenti di tutti sono in tumulto. Sui social ognuno dice la sua ma ci sono post come quello di Valo (un ragazzo della Nord) che meritano di essere letti con grande attenzione. Non c’è scritto nulla di strano, non c'è rabbia o delusione ma semplicemente l’essenza dell’essere atalantino. Perché da quello che sei non ci scappi mai, nemmeno se sei il più veloce del mondo.

«Ed è così che va. Il giorno dopo se ne vanno per la loro strada quelli che sono stati al tuo fianco solo perché attirati dai riflettori, preoccupati di cercare un attimo di celebrità personale invece che di capire cosa si nasconde dietro quella maglia. E se ne vanno così come sono arrivati, con indifferenza... nemmeno hanno il coraggio di voltarsi per osservare quello che lasciano. Cercano un colpevole per giustificare il loro addio, chi non ha segnato, chi non ha parato, ma gli unici colpevoli sono solo loro che non ti hanno mai amata. Ma non ti preoccupar di loro... Non ti hanno mai guardata con gli occhi pieni d'amore con cui ti vediamo noi che al tuo fianco ci siamo stati e ci saremo sempre. E oggi per noi sei ancor più bella di sempre.

Pochi minuti e la pioggia aveva già cancellato le lacrime amare per l'eliminazione per lasciare il posto a lacrime di emozione. In quei minuti infiniti sotto la pioggia con lo sguardo fisso nel vuoto ed in questa notte insonne abbiamo rivisto nella mente, con il cuore e sulla pelle ogni singola emozione che tu ci hai regalato in questo bellissimo sogno. Brividi che nemmeno il tempo avrà la forza di sopire e che diventeranno parole, storie, aneddoti e leggende che si tramanderanno negli anni da padre in figlio, di generazione in generazione. E ora sei lei, splendida come non mai pronta a sciogliere al vento i tuoi capelli color oro e a lanciarti in una corsa verso un nuovo sogno. E il vento della tua corsa asciugherà le nostre lacrime e farà sventolare le nostre bandiere che oggi sono issate più in alto che mai. E noi saremo lì, dove siamo sempre stati e dove saremo fino alla morte: al tuo fianco.... Perché quello lì è il nostro posto e tu sei il nostro destino. Pronti a sostenerti e difenderti tra le stelle di un' Europa ed ancor di più tra la polvere dei campi di provincia, dove siamo orgogliosamente nati. È stato tutto bellissimo e con le emozioni che ci hai regalato custodite per sempre dentro al cuore siamo qui, più innamorati che mai, pronti a sostenerti in questo viaggio verso un nuovo sogno da conquistare e da vivere. La nostra è una storia infinita... Atalanta tutta la vita».

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