Vite salvate

I soldati dell'emergenza sanitaria e quei voli della speranza da Orio

I soldati dell'emergenza sanitaria e quei voli della speranza da Orio
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Ogni giorno sull’aeroporto di Orio al Serio gravitano migliaia di aerei. Per il trasporto passeggeri principalmente, che nel 2017 ha superato quota 12 milioni, e per le attività di movimentazione merci, che hanno contribuito a un incremento del 7 per cento delle attività dello scalo orobico. Il Caravaggio, però, è meta privilegiata d’atterraggio anche per i voli d’emergenza medica operati dall’aeronautica militare, per muovere passeggeri diretti alle tante eccellenze mediche lombarde.

 

 

In due ore pronti al decollo. Il trasporto sanitario d’urgenza rientra tra i servizi di assistenza svolti dall’Esercito Italiano in caso di pericolo di vita imminente o laddove non siano disponibili altre forme di trasporto emergenziale, anche dall’estero per il rimpatrio di cittadini che debbano subire trapianti o che non possano salire a bordo di un aereo civile perché contagiosi. «Questo tipo di intervento è all’ordine del giorno, ne capitano dai 150 ai 200 casi l’anno - spiega il tenente colonnello Davide Arcangeli della Sala Situazioni di Vertice dell’Aeronautica Militare a Roma -. I voli vengono organizzati sulla base degli accordi presi con la Prefettura di zona, che valuta la richiesta dell’ospedale e allerta il nostro reparto comunicando la destinazione. Nell’arco di due ore siamo pronti al decollo. I nostri equipaggi sono reperibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e i tempi per la preparazione dei velivolo, l’allestimento dell’attrezzatura medica e le operazioni dell’imbarco del paziente sono ridotti al minimo, per garantire la massima tempestività». Proprio per la rapidità della gestione delle manovre di atterraggio e per la posizione geografica, l’aeroporto di Orio viene frequentemente scelto per l’atterraggio di questi voli. Grazie alla vicinanza con l’asse interurbano e l’autostrada, poi, i pazienti in pericolo di vita vengono trasportati immediatamente all’ospedale Papa Giovanni o ai nosocomi di Milano.

 

 

«Spesso il genio militare viene coinvolto anche nella definizione strategica del trasporto - aggiunge Arcangeli -, per analizzare non solo il miglior aeroporto di destinazione in base alla logistica, ma anche alle condizioni meteo e al traffico sui vettori in quel momento». Nella maggior parte dei casi è l’equipe medica dell’ospedale di partenza che si imbarca con il malato per il passaggio di consegne con i medici che lo accolgono all’arrivo e poi fa ritorno all’aeroporto di partenza, sempre con l’aereo del trasporto d’urgenza. «A volte, però, viene impiegato anche il personale medico militare, in particolare quando si tratta di voli umanitari da l l’estero o per le situazioni estreme di viaggio», racconta ancora il tenente colonnello. «Solo nella giornata di lunedì abbiamo effettuato due voli d’emergenza uno da Bari a Roma per un trapianto e il secondo da Pescara a Milano. In questo caso è stata caricata l’intera ambulanza sul nostro C-130, perché il paziente era mantenuto in circolazione extracorporea e non era possibile staccarlo dai macchinari».

 

 

In elicottero da Pesaro. L’ultimo intervento in ordine di tempo che ha visto protagonista lo scalo orobico è stato a inizio febbraio e ora il paziente è salvo. Il 7° Reggimento Aviazione dell'Esercito “Vega” di Rimini ha trasportato un malato in pericolo di vita, dall'Aeroporto Vassura di Miramare Pesaro a Orio, su richiesta della prefettura di Urbino. Il paziente, con una malattia molto rara, aveva urgenza di raggiungere l'ospedale Sacco di Milano, accompagnato dallo staff medico del San Salvatore di Pesaro. Nonostante il maltempo abbattutosi al decollo, grazie all’impiego di un elicottero militare NH90, dopo un'ora e venti di volo l’uomo è atterrato a Bergamo, dove è stato prontamente prelevato dal team sanitario e trasportato in ambulanza al reparto di Rianimazione del Sacco. «Ancora una volta i nostri equipaggi hanno dato prova di elevata professionalità, conducendo una missione delicata con prontezza e determinazione», ha dichiarato il colonnello Marco Poddi, Comandante del 7° Vega. Un’operazione che dimostra come ogni giorno l’Esercito sia al servizio dei cittadini, quale risorsa su cui fare affidamento in ogni circostanza».

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