«A l’ria ‘n sà ü vènt de la Siberia»

Dieci frasi dei bergamaschi sul grande gelo di questi giorni

Dieci frasi dei bergamaschi sul grande gelo di questi giorni
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Mentre sulla stampa e sui social infuria la tempesta sulla corretta denominazione del vento siberiano (sarà Buran o Burian?) noi siamo, molto più prosaicamente, impegnati nel confronto quotidiano con il gelo apparentemente fuori stagione che ci attanaglia. A onore del vero ci sono molti vecchi bergamaschi che scuotono il capo, e parlano del tempo magico in cui l’invèren l’éra l’invèren, l’inverno era l’inverno. Chi avrà ragione?

 

1) A l’ria ‘n sà ü vènt de la Siberia

Ormai il dibattito da bar non è più tra chi guarda il meteo e chi non lo fa, ma entra in gioco la fonte più autorevole. Le prime posizioni in classifica sembrano essere attualmente appannaggio dell’Aeronautica Militare e della Svizzera. [Trad. Arriva da questa parte un vento dalla Siberia]

 

 

2) La matina la pìa

C’è mattina e mattina. Chi si alza poco dopo le cinque indubbiamente avverte ancora di più la morsa del gelo. Anche se il rimedio lo conosciamo da sempre: muovere le mani, magari in cantiere. [Trad. La mattina è tremendo. Trad. lett. La mattina morsica]

 

 

3) L’è chèla di dò baterìe che fó fò

Chi ha la sventura di dover parcheggiare la propria auto in mezzo alla strada deve inevitabilmente rassegnarsi a cambiare spesso la batteria. Un altro pedaggio da pagare al clima inclemente. [Trad. È quella delle due batterie che si guastano]

 

 

4) Dès menùcc per tirà vià l’giàss de la màchina

Immaginiamo la litania non proprio liturgica di quando ci si trova la mattina con la macchina trasformata in un’iridescente scultura di ghiaccio. In questo caso, di solito, il senso artistico viene meno. [Trad. Dieci minuti per togliere il ghiaccio dalla macchina]

 

 

5) Mèi ciapà ‘l tramì

Saggiamente, gli abitanti della Valle Seriana sanno che, in caso di pioggia o neve, la linea tramviaria è l’unica soluzione che permette tempi di percorrenza prevedibili. A meno che il ghiaccio non blocchi anche i binari, ma l’ipotesi è abbastanza remota. [Trad. Meglio prendere il tram]

 

 

6) A l’fà mia frècc

Per il bergamasco DOC quando la temperatura è sopra lo zero si può parlare di tepore. Per questo non capisce le attuali lamentele sul freddo glaciale. E va avanti a lavorare, in canottiera. [Trad. Non fa freddo]

 

 

7) Ghe n’avrèss pié i bale de frècc

Invece i nostri concittadini delle ultime generazioni non sempre hanno la genetica predisposizione al gelo, ed esprimono il loro fastidio con frasi che mantengono il sapore dell’autenticità e della tradizione. [Trad. Ne avrei piene le palle del freddo]

 

 

8) De ‘ndà ‘n móto se n’parla gnach

Chi ha la passione per le due ruote, a meno che non sia un vero irriducibile, poco si fida della condizione delle strade e del nevischio. Fa parte della nostra indole che non ama il rischio fine a se stesso. [Trad. Di andare in moto non se ne parla nemmeno]

 

 

9) Per du ghèi de niv i à seràt fò i scöle

Suscita stupore il blocco pressoché totale della Capitale, per una quantità di neve che molti di noi giudicano irrisoria. In realtà, non conosciamo a fondo le dinamiche della mobilità capitolina. [Trad. Per due centimetri di neve hanno chiuso le scuole]

 

 

10) Nissü ch’i nèta i marciapè

Sempre pronti a lamentarci per il mancato intervento del Comune, spesso non siamo altrettanto solleciti nel contribuire all’incolumità pubblica, pulendo il nostro tratto di marciapiede. Forse perché siamo individualisti di natura. [Trad. Nessuno che pulisce i marciapiedi]

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