Il mistero del design degli Oreo (tra massoni e storie di rivalsa)
Quando la National Biscuit Company presentò il cookie Oreo nel marzo del 1912, non c’era nessun dubbio sulle sue origini. Era uno sfacciato falso dell’Hydrox, prodotto dalla nascente Sunshine Biscuits. L’Hydrox era un sandwich dolce, composto da un doppio strato di wafer al cioccolato con in mezzo la crema, che aveva avuto un discreto successo perché assomigliava a un dolce fatto in casa tipico degli Usa, perlomeno dalla metà dell’Ottocento.
L’Hydrox era stato introdotto nel 1908, ma la Sunshine era una compagnia relativamente piccola, sia per produzione che per forza pubblicitaria, e non poteva certo competere con la Nabisco, che era nata nel 1898 dall’unione di varie aziende della pasticceria e della panetteria. Nonostante questo, l’Hydrox ebbe la meglio sull’Oreo per quattro anni, poi, quando l’Oreo iniziò ad essere venduto all’ingrosso per 60 centesimi al chilo, i consumatori passarono in massa al prodotto Nabisco.
Turnier, che reinventò l'Oreo nel 1952
I due biscotti hanno in comune qualcosa in più del gusto simile: entrambi erano decorati con ghirlande sullo strato esterno di cioccolato. Nel 1952, nel tentativo di distinguersi dal competitor, la Nabisco cambiò il design degli Oreo in un pattern più complesso, che da subito risvegliò paragoni con stemmi dei Templari o della Massoneria. È solo una teoria complottista? O gli Oreo stanno davvero cercando di dirci qualcosa da allora?
A ciascuno il suo design. Innanzitutto, l’Oreo non fu l’unico snack che la Nabisco introdusse nel 1912. La compagnia produsse anche i biscotti Veronese e i biscotti Mother Goose (di Mamma Oca), quest’ultimi goffrati con personaggi da filastrocche per bambini. Dall’Hydrox in poi, era cosa comune, negli Usa, creare biscotti sulla cui superficie esterna venivano stampate forme caratteristiche: aiutava a distinguersi dai concorrenti, rendendo riconoscibile il prodotto. Alcuni esempi: i Lorna Doone della Nabisco avevano un simbolo atomico vicino al nome, l’Hydrox aveva optato per dei petali di fiore in aggiunta alle ghirlande.
Le cianografie di Turnier per il nuovo Oreo
Turnier, che cambiò l’Oreo. Nel 1924, la Nabisco aveva apportato una piccola modifica all’Oreo, aggiungendo delle tortore alla fine del nome e ingrandendo il font. Poi l’Oreo era rimasto invariato per trent’anni, fino al 1952, quando un ex dipendente dell’ufficio postale, William Turnier, fu incaricato dalla Nabisco di migliorarlo. Turnier era entrato nella compagnia nel 1923, trasportando la corrispondenza tra gli executive prima di diventare amico dei dipendenti del settore “ingegneria del cibo” nel quartier generale di New York City. Studiando la sera, aveva ottenuto un diploma di istruzione superiore: era uno studente brillante, ma aveva abbandonato la scuola per il bullismo subito a causa della sua poliomielite. Mettendo in ombra i creativi della compagnia, Turnier sviluppò una nuova competenza come ingegnere industriale e fu alla fine incaricato anche di migliorare i biscotti Nutter Butter e i Milk-Bone per cani.
Ad ogni modo, per quanto riguarda l’Oreo, l’unica cosa che Turnier mantenne fu, sostanzialmente il nome in centro. Al posto delle ghirlande posizionò una serie di fiori a quattro petali. Attorno alla parola Oreo mise un simbolo, che era una riga verticale con due linee orizzontali che la incrociavano in cima. Era lo stesso disegno che la Nabisco aveva usato per decorare il suo logo. L’idea di Turnier era rievocare i manoscritti dei monaci medievali, che usavano questo simbolo alla fine del testo: era un segno di artigianalità, che stava ad indicare la consapevolezza, ma anche l’umiltà, di aver fatto del loro meglio nel lavoro di amanuensi.
Soddisfatta dalla cianografia di Turner, precisa e cristallina, la Nabisco ne fece nuovi stampi e traghettò l’Oreo verso la sua nuova era. Turnier continuò a lavorare per l’azienda fino al suo pensionamento, nel 1973. Senza mai sapere che il suo disegno sarebbe diventato un test di Rorschach per tutti gli amanti dei biscotti (e del mistero).
Simboli templari e massonici? Da subito alcuni notarono che i fiori a quattro petali di Turnier assomigliavano incredibilmente a delle croci templari (quelle portate come vessillo nelle Crociate del dodicesimo secolo). E la croce a due barre venne essere facilmente accostata alla Croce di Lorena, simbolo dei Templari e della Massoneria. Turnier lo fece intenzionalmente? Secondo suo figlio, le sue scelte furono puramente estetiche: «Gli piaceva com’erano usciti i fiori. D’accordo, erano fiori a quattro petali, Chamerion Angustifolium. Ma non avrebbe saputo dare altre spiegazioni, perché non ce n’erano».
E lo stesso per il numero delle costine (novanta) che segnano il margine del biscotto. Suo figlio dice che «probabilmente usò un compasso per essere sicuro che fossero perfettamente equidistanti, niente di più». E i triangoli inseriti vicino alla parola “Oreo” servivano semplicemente per evitare di lasciare spazio vuoto sulla superficie del cookie.
Eppure, ed è lo stesso figlio a raccontarlo, «anche se mio padre, che era cattolico, non aveva inclinazioni per iconografie più o meno misteriose o religiose, mio nonno era un massone». Quindi può darsi che Turnier fosse entrato più o meno consapevolmente in contatto con loghi o simboli della Massoneria e avesse deciso di usarli come segni grafici.
Un genio, anche dopo la morte. La Nabisco non ha mai dato una spiegazione ufficiale alla questione. Anche perché non sono assolutamente certi che sia stato proprio Turnier a ritoccare l’Oreo. I loro documenti dicono soltanto che allora lavorava come ingegnere del design del cibo. Ma il figlio di Turnier, che ha conservato una cianografia originale realizzata dal padre nel 1952, non ha dubbi. E dice: «Questo disegno è fatto così bene che al posto di un Oreo si potrebbe farne uno stampo per coniare una nuova moneta». Come una moneta, le persone ci hanno cercato da sempre simboli occulti.
Turnier padre è morto nel 2004. Sulla sua lapide, in alto a destra, proprio sopra il suo nome, c’è inciso un Oreo.