Ratzinger in difesa di Bergoglio «Su di lui uno stolto pregiudizio»
Un papa che scende in campo in difesa di un altro papa: desta scalpore la lettera con cui Benedetto XVI, papa emerito, ha voluto ringraziare per il “regalo” degli 11 volumi che documentano la riflessione teologica di papa Francesco (pubblicati dalla Libreria editrice vaticana). Non libri di Bergoglio, ma libri sul pensiero di Bergoglio. Nella lettera Ratzinger bolla come «stolto pregiudizio» le accuse rivolte a Francesco di scarsa preparazione teologica sacrificata sull’altare della propria natura più pastorale. Secondo i denigratori di Bergoglio, il Papa argentino non avrebbe una preparazione intellettuale adeguata. Il Papa emerito invece sconfessa radicalmente questa posizione dichiarando che «Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica».
Questa lettera arriva dunque a chiarire in modo definitivo un equivoco che circolava da tempo in tanti ambienti cattolici: che tra Benedetto XVI e Francesco si consumasse un dissidio nell’ombra e che le dimissioni fossero quindi un gesto a cui papa Ratzinger era stato In qualche modo forzato. Lo «stolto pregiudizio» toccava specularmente anche Benedetto XVI come si evince dalla dichiarazione del Papa emerito, che, con amarezza, nella sua lettera osserva: «Mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi».
Insomma la lettera di Ratzinger evidenzia lo scenario di un conflitto creato ad arte per sostenere le ragioni in particolare dell’ala più conservatrice della Chiesa. In realtà i segnali di buona armonia tra i due uomini, ugualmente vestiti di bianco, che vivono a poche centinaia di metri l’uno dall’altro dentro le mura vaticane, sono sempre stati numerosi. Quindi l’idea di un conflitto era chiaramente un’idea fomentata ad arte. In genere, nello stile consueto della Chiesa, queste erano situazioni che si risolvevano dietro le quinte: questa volta invece si è scelto di dare enfasi pubblica alla notizia di questa pace che in realtà non è mai stata preceduta da nessuna guerra.
Questo ha dato adito ad alcuni commentatori, come Massimo Franco sul Corriere della Sera, di sollevare il dubbio che il problema fosse ritenuto un problema reale, al punto di aver bisogno di un chiarimento pubblico. Ma questo s’innesta perfettamente nello stile trasparente di Papa Francesco, che non si preoccupa di rispettare un rigore formale, ma preferisce sempre guardare in faccia la realtà. Era successo anche durante il recente viaggio in Cile, quando alcune sue parole avevano ferito le famiglie di presunte vittime di abusi da parte del vescovo Barros di Osorno. «Devo chiedere scusa», aveva detto, «perché la parola “prova” ha ferito: ha ferito tanti abusati». E poi aveva ringraziato il vescovo che, sempre pubblicamente, aveva “rimbrottato” il papa per le parole dette.
Francesco è un uomo che, per struttura umana, si muove solo con una franchezza di rapporti e che quindi non concepisce nessun paludamento o opportunismo politico. In questo ha evidentemente contagiato anche un personaggio abitualmente riservatissimo come il papa emerito. Che ha fatto di più che difendere Bergoglio: ha scelto un stile di comunicazione tutto bergogliano.