La Dea ha una difesa di ferro Ma su Berisha tocca riflettere...
L’Atalanta di Gasperini ha una difesa di ferro, eppure è sensazione diffusa che ci sia un piccolo problema legato al portiere. Etrit Berisha, estremo difensore albanese arrivato a Bergamo all’inizio della stagione scorsa, non offre sempre le garanzie più ampie, ma Gasperini, che ha anche il classe 1995 Gollini a disposizione, non ha mai dato la sensazione di voler cambiare titolare, segno evidente di come del suo numero 1 si fidi davvero.
La stagione di Berisha a Bergamo. Dopo aver scalzato Sportiello dal posto di titolare nella passata stagione, il campionato in corso ha visto Berisha alternare ottime prestazioni a errori molto gravi. Ci sono state partite come quella contro la Spal all’andata, oppure con la Juventus, in cui i suoi interventi hanno salvato il risultato, ma anche altre dove sono arrivati errori decisivi e pesanti, come a Nicosia con l’Apollon, a Crotone e in casa con il Dortmund. La gara di ritorno con i tedeschi è forse l’emblema della sua stagione: prima un miracolo su Schurrle e pochi minuti dopo il goffo intervento in tuffo che ha liberato il tiro-qualificazione di Schmelzer. In questa stagione sono sei le partite in cui Berisha ha chiuso con la porta inviolata in campionato; nelle coppe il rendimento è stato positivo (zero reti subite con l’Everton e il Lione a Reggio Emilia) ma, ad esempio in Coppa Italia a Napoli, un’indecisione su Mertens nel finale sarebbe potuta costare molto cara in termini di qualificazione. Il valore del giocatore non si discute, uno che gioca stabilmente nella Nazionale dell’Albania (indossando pure la fascia di capitano come in Spagna e in Turchia) ha evidentemente dei valori, ma qualche difetto da migliorare c’è.
Quali sono i suoi punti deboli. Analizzando con attenzione il rendimento del numero 1 atalantino, è chiaro come il problema più grande sia legato alle uscite. Che siano alte o basse, Berisha fatica a essere efficace quando si tratta di prendere il tempo e aggredire la palla in uscita per anticipare gli avversari. La stazza fisica dovrebbe garantirgli massima sicurezza e invece in diverse occasioni dove sarebbe potuto arrivare lui con le mani protese in alto o in avanti sono arrivati avversari pronti a insaccare il gol o creare pericolo. Un esempio? A Torino, contro i granata, la rete di Nkoulu è tata realizzata con un bel terzo tempo sul primo palo, ma l’area piccola, per uno come Berisha, dovrebbe essere territorio di conquista. Un altro difetto è legato alle giocate con i piedi. Il club dei portieri che non sono proprio il massimo quando si tratta di rinviare è abbastanza nutrito (lo stesso Buffon non eccelle in questo fondamentale), ma quando la squadra attacca la profondità anche con i difensori è chiaro che la precisione nel rinvio diventa un fattore importante perché ti permette di anticipare la giocata e prendere subito un tempo di gioco agli avversari. Ultimo ma non meno importante, l’approccio di Berisha alle partite è sempre molto pacato e tranquillo: in campo questo può essere positivo, ma anche diventare un problema se i difensori non “sentono” alle spalle un portiere presente anche con la voce e gli incitamenti.
Che fare per il futuro? Con una difesa così ben assortita come quella degli orobici, è normale che tifosi e addetti ai lavori ragionino sul rendimento del portiere pensando al futuro. Gasperini, un po’ per tenerlo sulla corda e un po’ per premiare il rendimento settimanale in allenamento, ha già schierato in alcune occasioni Gollini tra i titolari ma non è stata fatta nessuna scelta per il futuro. Berisha è stato riscattato dalla Lazio per una cifra di circa 5 milioni a inizio stagione e la sua esperienza europea è un valore aggiunto per la squadra. Il numero uno è lui (lo dicono le statistiche) e nel complesso è un buon portiere, ma cosa fare in prospettiva? Oltre a Gollini (classe 1995), l’Atalanta ha in prestito in Serie B anche il giovane Radunovic (classe 1996) che tra Avellino e Salernitana sta facendo un'importante esperienza, come spesso in passato è toccato a colleghi come Consigli e lo stesso Sportiello. La nuova dimensione europea dei nerazzurri tende un po’ a escludere la politica di affidamento della porta a un giovane in rampa di lancio, ma pensando al futuro va tenuto in grande considerazione anche il classe 2000 della Primavera Carnesecchi. Insomma, le alternative non mancano e i risultati per ora danno ragione alle scelte del Gasp, ma il ruolo di estremo difensore merita grande attenzione.