Piccolo excursus sul mercato per mettere in chiaro le cose

Piccolo excursus sul mercato per mettere in chiaro le cose
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Prima era Gomez, poi Gasperini, poi Cristante, poi Toloi, poi Ilicic e poi chissà ancora quale altro nome finirà nel frullatore del mercato agitando il sonno dei tifosi più suscettibili. A pochi giorni dalla delicata sfida all’Udinese, ci prendiamo qualche riga di pausa dal campo per ribadire un concetto che in passato abbiamo sottolineato fino alla nausea: il mercato, le voci che circolano e le indiscrezioni più o meno sicure dell’amico, del cugino, del cognato, del parrucchiere di questo o quel giocatore, nel 99 per cento dei casi sono semplici baggianate.

 

 

Primo concetto: l’Atalanta è ambita. Senza stare a spiegare perché diventa inutile e stucchevole verificare ogni mezza voce di ipotetica cessione, è bene sottolineare un concetto che ai più forse sfugge: l’Atalanta, da quando c’è Gasperini, è una meta ambita. Avere la possibilità di lavorare con il tecnico di Grugliasco è un privilegio, gli esempi di ragazzi che da perfetti sconosciuti (o quasi) sono diventati calciatori di prim'ordine si sprecano e se a questo aggiungiamo anche la vetrina europea il quadro di quanto sia ambita l’Atalanta è servito. Di certo non è ancora arrivato il momento in cui un giocatore considera l’Atalanta come la sua consacrazione definitiva sia tecnica che (soprattutto) economica, ma da semplice meta di passaggio, Bergamo sta diventando un’isola felice in cui progettare soste anche a medio-lungo termine. La formula “acquisto da giovane + esperienza in Serie B + ritorno alla base per fare esordio in Serie A = buona carriera nel calcio che conta” è vincente, la sfilza di giovanotti che si stanno facendo le ossa nel campionato cadetto è lunga e non va dimenticato come i vari Caldara, Gagliardini e Conti siano i primi esempi di come si possa passare dall’anonimato alle luci della ribalta (Juventus, Inter e Milan) grazie proprio alla Dea.

Seconda certezza: decide tutto la società nerazzurra. Dal punto di vista meramente contrattuale, l’Atalanta è in una botte di ferro. Non ci sono giocatori chiave in scadenza e pure l’allenatore è blindato da un contratto che scadrà nel 2021: con i Percassi, questo aspetto è talmente importante che diventa pure difficile da spiegare. Tradotto in soldoni: se l’Atalanta decide che un giocatore resta a Bergamo, il ragazzo non si muove. Spinazzola è l’esempio migliore, ma ce ne sono molti altri che hanno avuto piccoli mal di pancia con le prime luci della ribalta e con i quali adesso si va avanti d’amore e d’accordo. È il mercato. Tutto questo significa solo che il tifoso, il lettore o l’appassionato devono cambiare la prospettiva. Gomez lo vuole il Liverpool per 60 milioni? In ogni caso decide l’Atalanta, perché Gomez ha un contratto. Ilicic interessa alla Roma? Interessante, ma l’Atalanta cosa intende fare? In una logica di crescita, uno come lo sloveno, adesso, non lo puoi cedere mai. E poi ancora Toloi, Freuler, Hateboer (lo vogliono in Inghilterra e Germania), de Roon e tutti gli altri: se uno è un giocatore chiave in una squadra che gioca così bene è normale che venga cercato, seguito e “attenzionato”. Ma alla fine è sempre la società a decidere se privarsene o meno.

 

 

Terzo “dettaglio”: la volontà dei giocatori. Detto della forza contrattuale della Dea e ribadito il concetto che se uno parte significa che un altro di valore pari o superiore è in arrivo (ricordate Gomez-Bonaventura?), non va mai dimenticata la volontà dei giocatori. Bergamo è un’isola felice del calcio italiano, si vive bene e non ci sono grandi pressioni, il pubblico è caldo ma non invadente e la società è seria e in grado di garantire massimo supporto dentro e fuori dal campo, stipendi regolari e un centro di allenamento di primissimo livello. Un calciatore, in questo contesto, si sente coccolato e prima di andare altrove ci pensa parecchio. Prendete ad esempio Cristante: si parla molto dell’interesse di grandi squadre e di un cartellino che vale già 30-35 milioni a fronte dei soli 4,3 che verranno spesi per il riscatto, ma siete sicuri che dopo il passaggio dal Milan al Benfica con relativa caduta dalle stelle alle stalle di Palermo e Pescara il ragazzo abbia voglia di rifare subito un passaggio di questo tipo, con prospettive economiche irrinunciabili ma anche tanti dubbi tecnici? Il giovane classe 1995, se si fermasse ancora un anno a Bergamo con Gasperini, potrebbe solo migliorare e quindi non è escluso che ci stia pensando. Se uno vuol andare via (vedi Kessiè e Conti), l’Atalanta si mette nelle condizioni di sostituire e monetizzare (sempre con il coltello dalla parte del manico) ma l’ansia da “oddio questi lo vogliono quindi parte e noi rimaniamo senza” è totalmente ingiustificata. Quindi, cari atalantini, abbiate fiducia e siate ottimisti.

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