Cari tifosi, tutti allo stadio L'Atalanta ha bisogno di noi

Cari tifosi, tutti allo stadio L'Atalanta ha bisogno di noi
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Non possiamo stare a casa. Non possiamo guardarla in televisione, non c’è più nemmeno la scusa che il tempo è brutto e fa un sacco di freddo. Le emozioni che abbiamo vissuto nei mesi scorsi sono state talmente belle, coinvolgenti ed esaltanti che meritano di essere ripagate. E sono fermamente convinto che grazie anche al nostro aiuto, alla nostra voce, alle nostre mani e al nostro sostegno, la squadra del Gasp possa ripetere l’impresa.
Bergamo è diversa, lo sappiamo tutti. L’atmosfera che si respira nel piccolo e vecchio impianto cittadino è una roba che non si può spiegare con poche parole. Tocca viverla per capire. Ma ciò che è davvero importante è la capacità del pubblico di incidere sulle gare come, forse, da nessun’altra parte avviene. Parlando con alcuni ultras di vecchia data, l’impressione è che si possa fare addirittura un calcolo numerico, diciamo: la Curva che spinge e lo stadio che sostiene la squadra valgono almeno dieci punti in classifica in favore dell’Atalanta. Fare una valutazione di questo tipo, ovviamente, è difficile, ma ai tifosi atalantini non possiamo che dire di venire a dare una mano. Cari tifosi, siamo tutti bergamaschi, e da che mondo e mondo quando qualcuno chiede una mano a noi bergamaschi siamo i primi a voler fare qualcosa e a tentare di capire se e come possiamo essere utili. Anche in questo caso possiamo essere determinanti, anche perché (non dimentichiamocelo) l’Atalanta è uno dei centri di aggregazione più forti di tutta la nostra provincia.

 

 

Il gruppo di Gasperini sta facendo qualcosa di inimmaginabile. Dopo ventisei anni siamo tornati in Europa e un po’ tutti eravamo già contenti di essere andati a Lione, Nicosia, Liverpool e Dortmund. Ben otto partite di Europa League, uscendo da un girone complicato come primi classificati e con la sensazione che, anche se ci fossimo salvati con un solo punto sulla terzultima, sarebbe andata benissimo. Invece, dentro quello stanzone di Zingonia dove ogni giorno lievita la Dea come il buon pane del forno sotto casa, il maestro Gasperini ha apparecchiato un altro mezzo miracolo e, a dieci giornate dalla fine, siamo ancora in piena corsa per l’Europa. Per questo mi chiedo: come si può restare a casa? Un atalantino, in questa fase cruciale della stagione, non può fermarsi davanti alla televisione. Soprattutto quando si gioca a Bergamo. Abbiamo, tutti assieme, la possibilità di regalare al calcio italiano un’altra impresa di quelle da raccontare ai nipotini. L’Atalanta in Europa è qualcosa che appassiona tutti, ma non facciamoci illudere da chi è diventato tifoso giusto l’altro giorno solo perché c’era la bella avventura inglese da vivere oppure per essere a Reggio nella serata contro il Borussia. Chi è atalantino dentro, c’era a Varese in Serie B nella prima gara della seconda gestione Percassi e ci sarà pure quando torneremo nella polvere (succederà, prima o poi capiterà ancora di essere in difficoltà); ma a nessun nerazzurro potrà mai essere tolto l’orgoglio di tifare per la squadra della propria città. La vendita dei biglietti per la sfida con la Sampdoria (3 aprile) prosegue a buon ritmo, ma non basta. Riempiamo quello stadio in ogni ordine di posto perché i ragazzi se lo meritano. Perché tutti noi ce lo meritiamo.

 

 

In questo momento scrivo da tifoso puro; il privilegio di poter raccontare la Dea è un dettaglio rispetto alla grande possibilità di vivere (non seguire e basta, ma vivere) emozioni come quelle che stiamo assaporando da mesi grazie a Gasperini e al suo gruppo. Andiamo allo stadio, proviamo a dare una mano alla squadra, allarghiamo l’invito, coinvolgiamo, condividiamo e diffondiamo il verbo della Dea. Siamo alla vigilia della Pasqua, ma noi non abbiamo bisogno di risorgere: siamo vivi e vegeti e non abbiamo nessuna intenzione di mollare. Torniamo in Europa, tutti assieme. Ogni goccia di sostegno che riusciremo a portare dentro lo stadio di Bergamo sarà linfa vitale per Masiello e compagni, spingerà Ilicic a provarci ancora e Freuler a fare una corsa in più. Crediamoci, andiamo e lasciamo su quei gradoni e quei seggiolini tutto ciò che abbiamo. Nel caso, prendetevi un giorno di ferie al lunedì per recuperare le forze. Il capo capirà. Ditegli che avete dato tutto all’Atalanta perché l’Atalanta, in campo, sta dando tutto per noi.

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