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Il film da vedere nel weekend Nella tana dei lupi, guardie e ladri

Il film da vedere nel weekend Nella tana dei lupi, guardie e ladri
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Regia: Christian Gudegast.
Con: Gerard Butler, Pablo Schreiber, O'Shea Jackson Jr., 50 Cent, Jordan Bridges, Evan Jones, Sonya Balmores, Eric Braeden, Brian Van Holt, Maurice Compte.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Il thriller è uno dei generi cinematografici più flessibili perché consente al regista di adattare, in base al proprio stile e alle esigenze narrative, un insieme di elementi piuttosto vago, tenuto assieme solo dalla ricerca costante di una sensazione da trasmettere allo spettatore. Lo ha detto bene il maestro del brivido Alfred Hitchcock in un celebre dialogo con il regista François Truffaut: ciò che caratterizza il suo cinema è prima di tutto il tentativo costante di creare la suspense. Con questo termine fondamentale per capire la sua sensibilità, Hitchcock identifica quella tensione in grado di tenere lo spettatore incollato allo schermo, una pulsione desiderativa diversa dalla sorpresa perché – a differenza del repentino colpo di scena – si costruisce lentamente e in maniera progressiva, sino a esplodere in un momento catartico che lo spettatore aspetta in maniera masochista e quasi morbosa.

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I più grandi esempi di thriller sono costruiti proprio a partire da uno o più momenti di questo tipo, indifferentemente dalla loro natura specifica: possono essere più vicini all’horror, avere ambientazioni diverse, possedere una o più linee di indagine poliziesca. Sono tutti elementi certo importanti, ma in qualche modo secondari rispetto al modo in cui la suspense è costruita: se quella manca, tutto l’edificio crolla inesorabilmente. Lo sa bene Christinan Gundegast, classe 1970, che dopo aver militato nella crew tecnica di diversi film action negli ultimi anni, debutta dietro la macchina da presa con il suo primo lungometraggio Nella tana dei lupi. Un vero e proprio thriller nel senso delineato da Hitchcock, che si caratterizza soprattutto per il suo scenario urbano perfettamente rappresentato e per una coloritura action caricata ma non eccessiva.

Protagonista è “Big Nick”, capo di una squadra anticrimine a Los Angeles. La sua vita è problematica e spezzata: è ossessionato da un lavoro che gli richiede la massima attenzione e provoca grande frustrazione in sua moglie, che decide di lasciarlo. Una rapina in particolare continua a ronzargli in testa: troppo sanguinosa rispetto alle altre che ha visto e soprattutto con un bottino troppo misero (un furgone vuoto). Le indagini che seguono lo porteranno a scoprire quasi suo malgrado un piano criminale ingegnoso e che sarà necessario sventare a tutti i costi; un’operazione rischiosa, che metterà alla prova tutta la sua esperienza.

 

 

L’insegnamento principale di questo solido primo film di Gundegast sembra essere che non sempre è necessario essere innovativi per fare un lavoro valido. Pur senza lanciarsi in esuberanze stilistiche memorabili e senza velleità di sorta per quanto riguarda i canoni dello stile, Nella tana dei lupi è un film che dimostra grandi capacità stilistiche in relazione allo stile cui appartiene. Tutto ciò che viene mostrato nei primi minuti di film si ritrova amplificato durante il suo svolgimento: indagini tesissime, sparatorie pirotecniche, una città tentacolare da percorre in automobile inseguendo criminali, un’etica dell’ordine incrollabile ma non per questo aproblematica.

Un film come questo ha il grande pregio di incontrare il favore del grande pubblico e, in modo apparentemente sorprendente, di non scontentare neppure il critico: ricordando che si tratta di un debutto alla regia non si può fare a meno di notare come Gundegast sembri promettere buone prove per il suo futuro. Con uno stile così solido e codificato il suo compito ora è quello di osare, spingendosi dove non ha ancora voluto arrivare con il suo primo film. Nella tana dei lupi è una buona promessa, che deve a questo punto essere mantenuta.

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