Quando i pareggi diventano oro (nonostante piccoli rimpianti)

Quando i pareggi diventano oro (nonostante piccoli rimpianti)
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Bisogna imparare a contestualizzare sempre i numeri del calcio, valutando anche i pareggi come una risorsa preziosa e non come un’occasione mancata. Detta così, sembra un’accusa a chi si lamenta dei “punticini” che l’Atalanta strappa qua e là durante il campionato, ma a mente fredda, cioè quando l’adrenalina della sfida non chiude la vena della ragione, è giusto valutare con razionalità ogni situazione, cercando anche di trovarci il positivo.

 

 

Atalanta, 9 pareggi con 7 rimonte. L’Atalanta di Gasperini ha pareggiato a Ferrara sabato pomeriggio la sua nona partita della stagione in campionato. Scorrendo i risultati, si nota subito come la Dea sia riuscita per ben 7 volte ha recuperare il risultato partendo da una situazione di svantaggio. È successo a Verona con il Chievo (Gomez nel finale ha risposto a Bastien), a Firenze (Freuler), in casa con la Juventus (sotto 2-0 e poi Caldara e Freuler), a Torino con i granata (Ilicic), a Crotone (Palomino), in casa con la Viola (Petagna) e infine a Ferrara (de Roon), a fronte di sole due partite in cui è successo il contrario, cioè contro la Spal all’andata (Cristante e poi Rizzo) e al cospetto della spumeggiante Lazio di Inzaghi (3-3 interno con doppia rimonta degli ospiti). Tutti questi pareggi in rimonta valgono molto sia dal punto di vista mentale (la squadra fa sempre gol anche quando non riesce ad andare in vantaggio) che da quello meramente numerico: le due sfide con la Fiorentina sono state chiuse in parità e alla fine della stagione si guarderà (in caso di arrivo a parti punti) la differenza reti che oggi sorride alla squadra di Gasperini. In Europa, a Lione la squadra aveva pareggiato la rete dei francesi grazie al Papu mentre a Nicosia era stato l’Apollon ad insaccare l’1-1 proprio sul filo di lana vanificando il gol di Ilicic.

I pareggi mancati, che rabbia! L’importanza di questi pareggi, però, diventa ancora più evidente pensando alle occasioni in cui la squadra avrebbe meritato almeno un punto e invece non le è rimasto in mano nulla. A Bergamo con la Roma il gol di Kolarov è bastato ai capitolini per vincere nonostante il palo nel finale di Ilicic, in casa con il Cagliari il 2-1 finale si poteva tranquillamente pareggiare, così come la recente sconfitta interna con la Sampdoria è stata condizionata da un errore nel finale veramente evitabile. In Europa, il caso più eclatante riguarda la partita persa a Dortmund, quando il 2-2 sembrava ormai alla portata: quella rete subita quasi allo scadere è stata poi decisiva per la qualificazione. Ripensando a queste partite, la domanda sorge spontanea: dove saremmo ora con il pari di Dortmund o se quell'occasione di Hateboer nel finale di Atalanta-Juve di Coppa Italia fosse entrata? Occasioni mancate che, ripensandoci, un po' bruciano.

 

 

Fissare l’obiettivo finale. Nel prossimo turno, l’Atalanta affronterà l’Inter a Bergamo, la Fiorentina se la vedrà con la Spal mentre Milan (con il Napoli) e Sampdoria (a Torino in casa della Juve) saranno sulla strada della lotta scudetto delle avversarie. Detta così, è chiaro che vincere avrebbe un significato particolare, ma in questa fase finale della stagione l’unico modo per cercare di tornare in Europa senza farsi trascinare dallo stato d’animo dei risultati è fissare un obiettivo di punti e cercare di raggiungerlo. Difficile dire quanti punti saranno necessari per arrivare al sesto o al settimo posto. È complicato, ma puntare a quota 60 punti sembra un obiettivo ampiamente alla nostra portata. Con Inter, Benevento, Torino, Genoa, Lazio, Milan e Cagliari da affrontate, l’Atalanta deve fare almeno tre vittorie e altrettanti pareggi per riuscire a centrare questo risultato: farcela, dopo una stagione in cui ci si è divertiti in Europa e si è arrivati in semifinale di Coppa Italia, sarebbe qualcosa di veramente grandioso.

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