All’Europa ci crediamo ancora (è tutta questione di testa)

All’Europa ci crediamo ancora (è tutta questione di testa)
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La due giorni di Champions League, in attesa della Lazio che gioca stasera in Austria contro il Salisburgo per l'Europa League, ci ha detto un sacco di cose. La Roma e la Juve sono state protagoniste di due partite memorabili e, tralasciando i risultati e le polemiche, quello che ci preme sottolineare sono alcuni aspetti dell’avventura europea che solo se la provi riesci a capire. E, quando li hai capiti, punti dritto a tornarci subito perché andare in giro per il continente a vedere la tua squadra del cuore è magnifico.

 

 

Prima considerazione: l’Italia c’è. Sia Roma-Barcellona che Real Madrid-Juventus hanno dimostrato che il calcio italiano, quando arriva a certi appuntamenti, risponde sempre presente. Non parliamo di Nazionale ma di squadre di club: due allenatori italiani hanno guidato squadre del nostro Paese a due grandi imprese che meritano di essere celebrate. La formazione di Di Francesco ha giocato un po’ come fa l’Atalanta (con interpreti diversi, ma il paragone regge) e ha avuto la meglio di una squadra come il Barcellona annullando, sia all’andata che al ritorno, il fenomeno Messi. La Juventus ha addirittura sfiorato l’impresa clamorosa con il 3-1 esterno a Madrid; in casa dei più forti i bianconeri hanno giocato con grande concretezza e senza troppi fronzoli confermando che il buon vecchio calcio italiano, pur senza i campioni che i soldi di altri campionati attirano, merita sempre rispetto. Allargando il discorso, guardiamo anche l’Europa League: l’Atalanta ha vinto il suo girone uscendo con un po' di sfortuna con il Borussia, il Milan ha ceduto all’Arsenal (con un netto errore arbitrale a favore degli inglesi) e la Lazio è a un passo dalla semifinale.

Seconda considerazione: la testa comanda tutto. Nel corso della stagione, soprattutto in prossimità degli impegni di Europa League, si è spesso dibattuto sulla tenuta mentale dei giocatori nerazzurri. Se guardate le ultime sfide di Roma e Juventus, si capisce bene come la testa valga l'ottanta per cento in alcuni momenti. Una squadra che schianta il Barcellona non può perdere in casa con la Fiorentina pochi giorni prima, così come chi non prende gol per mesi non esiste che vada a beccarne due in casa del Benevento ultimo in classifica e poi sfoderi una prestazione come quella del Bernabeu. In questa fase del campionato, una buona condizione atletica aiuta ma è innegabile che chi ha più forze mentali a maggiori possibilità di trovare il risultato positivo. Guardate alla Fiorentina e analizzate la splendida cavalcata iniziata dopo il dramma di Astori: è tutta una questione di testa. E l’Atalanta, tanto per declinare il discorso in salsa nerazzurra, deve trovare proprio nelle motivazioni di un popolo che ha grande voglia di tornare a viaggiare la forza per fare lo scatto finale.

 

 

I tifosi credono all’Europa. Subito dopo il fine settimana di campionato, sulla pagina Facebook “Radiodea” è stato proposto un sondaggio dove si chiedeva ai tifosi se credessero ancora all’Europa. Hanno risposto oltre 350 appassionati e il 67 per cento ha confermato di credere ancora nella qualificazione alla prossima Europa League. Viste le prime reazioni dopo il pareggio di Ferrara (come sempre il catastrofismo in certi momenti prende il sopravvento), la risposta del pubblico è comunque molto positiva. Oltre al sondaggio, è pensiero comune che la squadra abbia ancora la possibilità di centrare l’obiettivo, ma comunque vada a finire il campionato, a questi ragazzi bisogna dire grazie. Trovarsi a lottare ancora per l’Europa a metà aprile è qualcosa di strabiliante per una realtà come la nostra; dopo Inter, Benevento e Torino probabilmente si saprà qualcosa in più sull’esito finale di questa "corsa", ma il piacere di essere ancora in gicoo rischia di diventare ancora più forte, intenso e travolgente dell’effettiva qualificazione europea. Parola d’ordine? Godiamocela, fino alla fine del campionato.

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