Cronache da Montecitorio

Belotti, (dis)avventure da onorevole Alla ricerca delle illustri toilette

Belotti, (dis)avventure da onorevole Alla ricerca delle illustri toilette
Pubblicato:
Aggiornato:

Quello che trovate in questa delirante rubrica, sono rivelazioni che nessuno, nei 72 anni d’Italia repubblicana, ha mai avuto il coraggio di scrivere. Questa sì che è trasparenza, altro che gli streaming grilloidi. Sì, la trasparenza sta nel denunciare che non si possono torturare i neofiti deputati a cercare le onorevoli toilette neanche fossimo a una caccia al tesoro! Il problema è che in tutto il piano terra di questo mastodontico simulacro della democrazia, non c’è un fottuto cartello che indichi "bagno", "toilette", "servizi", "ritirata" ("Gabinetto" non si può, altrimenti ti trovi nell’anticamera del ministro!) o come volete chiamarlo. Chiedere ai commessi romanisti, col rischio che ti dicano di andare al bar in piazza? Mai.

Si resiste e si gira tra i corridoi. Tra cui quello a lato del Transatlantico. Lungo, sontuoso, con red carpet e ben 24 porte sui due lati. Da fonti attendibili, pare che i bagni siano proprio lì. Sì, ma in quale delle 24 porte? Molte hanno una provvidenziale targhetta all’ingresso, ma alcune sono anonime. In fondo al corridoio che Usain Bolt farebbe in dieci secondi (non sono cento metri ma poco ci manca), vedo un certo via vai da una porta. Mi avvicino.

Due porte “segrete” vicine. Apro la prima: dà su una scala diroccata che porta nello scantinato. Dal profondo di queste viscere, si odono urla «W la Dc», «La Balena bianca non muore mai», «Scudo crociato sempre»: sono i vecchi democristiani che ormai vivono nelle catacombe di Montecitorio. Tornando all’attualità e alle derivazioni idrauliche, apro la seconda porta e davanti a me si inscena uno sfavillante panorama di ceramiche: eccoli finalmente i bagni imperiali del Parlamento, paradisiaca area di sosta per onorevoli augelli e onorevoli patatine. Un cartello, stile incrocio stradale, indica il bivio: a sinistra (che qualcuno in Parlamento ha proposto di sostituire in un più neutro “di qua”) gli uomini, a destra, al primo piano, le damigelle. Una sontuosa scala...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 7 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 19 aprile. In versione digitale, qui.

Seguici sui nostri canali