Belotti, (dis)avventure da onorevole In Transatlantico, tra leccaculisti e...
Benvenuti in Transatlantico, ameno luogo di cui si narrano leggende che lo vedono teatro da decenni della politica italiana. Ma potevamo noi, in questa ignobile e dissacrante rubrica, consacrare questo onorevole angolo di società italiana? Assolutamente no. Qui si descrive il Palazzo come lo vede la sciura Maria e ol Tone del Bar Sport. E allora cos’è il Transatlantico? Semplicemente un corridoio, pieno di divanetti da cui si accede al regale emiciclo della Camera e, in fondo, alla Buvette, che non è altro che un bar. Il Transatlantico è abitato da diverse specie animali.
Il Transatlantico in Parlamento
I leccaculisti. Tra gli esemplari più dinamici e intraprendenti figurano i leccaculisti: si aggirano come faine all’interno di questo onorevole corridoio in attesa della preda, il proprio capo branco, ops, il proprio leader di partito, a cui si appiccicano come sanguisughe. I sommi capi presenti alla Camera sono la Meloni, Di Maio e... Fatuzzo! Per scorgere la prima, anche dal fondo del corridoio, è facile: basta vedere la sagoma a quattro ante di Guido Crosetto per sapere che da qualche parte lì sotto c’è la minuta leader di Fratelli d’Italia. Diverso invece per Giggino Di Maio: se vedi un raduno di zainetti, allora sai che in mezzo a questa selva di Invicta ed Eastpak c’è il bocia di Beppe Grillo. E Fatuzzo, capo supremo del Partito Pensionati? Con lui è ancora più semplice: dove non c’è nessuno, lui c’è. Da solo. Non ne manca uno? Martina, forse? No, lui è un leader alternativo: non sono i leccaculisti che si appiccicano a lui, ma è lui che si appiccica agli altri alla ricerca disperata di appoggi.
La Buvette di Montecitorio
I divanisti. Ci sono poi i divanisti. Li vedi affondati nella similpelle da mattina a sera, tanto da dare la forma delle loro onorevoli chiappe ai cuscini, neanche fossero i materassi memory della Giovanna della Mondoflex. Ogni divano, quindi, ha un suo leader e un suo tema. Passi e ascolti: qui si parla di politica estera, là di grandi svolte economiche, in un altro divano si discute di welfare, poi arrivi a quello dove è seduto Sgarbi. Il più affollato. Si discerne di arte, di cultura, di massimi sistemi? No, di... Va be’, avete capito. Pare che a breve possa esserci una lectio magistralis del noto professore...»