Posti fantastici e dove trovarli Città del Capo e le sue due anime
Guide: Lonely Planet, Rough Guides, The Guardian.
Fondata dagli olandesi nella metà del Seicento come punto di rifornimento nella rotta commerciale verso l’India, Città del Capo è un centro vivo, frizzante, la meta turistica più importante del Paese.
Doppia anima. Chi arriva per la prima volta è colpito immediatamente dalla posizione geografica della città, tra l’Oceano Atlantico e la Table Mountain, la Montagna della Tavola, con un centro cittadino formato da edifici diversi stretti tra rilievi montuosi: grattacieli, centri commerciali e palazzi dove ancora si nota l’influenza olandese. Il centro vero e proprio è molto piccolo, racchiuso nella City Bowl, che ospita musei, alberghi e gallerie d’arte. Per locali, bar e musica dal vivo è invece d’obbligo una camminata sul Victoria and Alfred Waterfront, il lungomare cittadino. Di Città del Capo due sono le cose che immancabilmente colpiscono i turisti: da una parte l’atmosfera rilassata e sicura, in contrasto con la situazione del resto del continente; dall’altra la doppia anima di questa centro urbano, europea e africana insieme, in bilico tra l’impronta culturale lasciata dagli olandesi e la propria identità locale.
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Gli edifici della storia e della memoria. Per riportare alla memoria alcuni – tristi ma cruciali – capitoli della storia del Paese basta una visita al District Six Museum, dove si ripercorre attraverso video e testimonianze della popolazione la storia dell’apartheid e del famoso District Six, nel quale, prima degli sfratti forzati degli Anni Sessanta e Settanta, vivevano 50mila persone provenienti da diversi gruppi etnici. Altro luogo fondamentale per la memoria collettiva della città è l’Irma Stern Museum, studio e abitazione di una delle più importanti artiste africane. Sempre l’arte africana è al centro della Galleria Nazionale Sud Africana, che ospita un’enorme collezione di arte coloniale, panafricana, britannica, olandese, contemporanea. Per scoprire l’arte degli antichi regni africani, invece, c’è il Gold of Africa Museum.
Da visitare anche il Castello di Buona Speranza, che, costruito tra il 1666 e il 1679, è uno dei più antichi edifici europei dell’Africa Meridionale. Altro edificio degno di nota è il Groote Schurr, l’antica dimora del Primo Ministro, oggi arredato con oggetti d’antiquariato e mobili coloniali. Da non perdere Robben Island, l’isola prigione a tredici chilometri da Città del Capo, dove Nelson Mandela fu rinchiuso per 27 anni. La visita, fatta con tour guidati da ex prigionieri, comprende le prigioni di massima sicurezza, il cimitero dei lebbrosi e le cave di calce dove i prigionieri erano costretti a lavorare.
La Table Mountain. Vero must di una visita a Cape Town è poi la salita sulla Table Mountain, da fare in due ore di camminata oppure con la funivia. Esperienza da provare anche per chi non è fan della montagna, anche solo per incontrare gli iraci, animaletti locali simili a roditori, e per godersi la splendida vista dalla cima, da dove ammirare l’alternanza tra spiagge spettacolari e un altrettanto suggestivo mosaico di vigneti, orti e fattorie, in quella che è conosciuta come “The Winelands”, la regione vinicola più famosa del Sud Africa.
La cucina. In una città dove il cibo è fondamentale (non a caso a maggio si svolge sempre il Gourmet Festival) e che è anche conosciuta come “Tavern of the Seas” (la taverna dei mari) per la grande varietà di specialità di pesce che vi si possono trovare, un tour speciale va programmato per la cucina. Tanti i piatti da provare: dal montone cucinato con cocco e spezie alla carne di serpente, dalle ostriche fresche al pesce preparato al cartoccio con foglie di banano, fino ad alcuni piatti innovativi come il confit di facocero e il gelato di trota salmonata.