Un grave caso di bullismo a scuola Insultata e spintonata un'insegnante
Come se non fossero bastati tutti gli episodi, a partire da Lucca e Velletri, riportati dalla cronaca nazionale. Anche a Treviglio si è registrato un grave caso di bullismo all’interno delle mura scolastiche, ai danni di una insegnante delle medie Cameroni. È successo martedì scorso. La professoressa è stata spintonata e insultata da un alunno che non ha risparmiato male parole nemmeno nei confronti di un altro professore intervenuto per difendere la collega.
Condanna e riflessione. Il caso è stato ripreso anche dalla capogruppo del Pd Laura Rossoni che ha proposto una riflessione sul ruolo educativo della famiglia, sempre più in crisi. «Di certo, dopo gli ultimi eventi di Lucca e Velletri, non bisogna essere pedagogisti per capire che qualcosa sta andando per il verso sbagliato. Episodi così frequenti denotano la presenza di un problema serio, che richiede una soluzione concreta – ha condannato Rossoni – Scuola ed educazione sono due parole fortemente legate tra loro. Comportamenti così al limite sono inaccettabili, soprattutto in un luogo che dovrebbe rappresentare l’istruzione, il rispetto e la convivenza. Casi come questo non devono accadere e non possono ripetersi».
Di chi è la colpa? Delle famiglie sempre più in crisi, dell’istituzione scolastica che ha perso l’autorità che gli spetta, della società che mostra troppe volte modelli errati e li eleva sotto gli occhi dei più giovani. La colpa è di tutti. «Inutile ormai incolpare questa o quella parte in causa: genitori troppo permissivi o assenti, adolescenti che hanno perso le figure di riferimento e che pensano tutto sia possibile – ha sostenuto l’avvocato trevigliese – Le punizioni sono sacrosante, la responsabilità non si nega, ma non bastano a colmare il vuoto di parole e di speranze di ragazzi che spesso hanno situazioni difficili alla base del proprio comportamento».
L’educazione ci salverà. «"Solo l’educazione è capace di salvare la nostra società", ha detto un grande educatore come Jaen Piaget. Io ci credo. Questo è stato il tema anche del bel convegno che si è svolto recentemente all’Istituto Facchetti di Treviglio. Il cuore di ogni rapporto umano è la relazione tra persone, lo scambio emotivo che riconosce l’altro e lo aiuta a crescere. Di questo ci dobbiamo tutti fare carico, non solo la scuola ma noi tutti, comunità di persone che si riconoscono in valori condivisi perché solo in questo modo educazione e rispetto possono tornare a essere riconosciuti come valori fondanti della nostra società». Intanto proseguono le iniziative con le scuole per dare una risposta concreta al problema. Proprio ieri, 24 aprile, un nuovo incontro con il vice questore della Polizia di Stato Angelo Lino Murtas e gli studenti dell’Archimede.