Nuove geografie

I continenti ora sono uno in più È stata scoperta la Zealandia

I continenti ora sono uno in più È stata scoperta la Zealandia
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Scoprire di essersi sbagliati su un dato fondamentale come il numero dei continenti: questo è quello che sta accadendo alla comunità scientifica internazionale, ora che il numero totale dei continenti emersi sembra essere aumentato di un’unità. Gli scienziati, infatti, nei mesi scorsi hanno scoperto l’esistenza di Zealandia, un’area attorno alla Nuova Zelanda grande quanto l’India e sommersa per il 94 per cento, di cui farebbero parte alcune terre emerse considerate per secoli a sé stanti, quali l’arcipelago della Nuova Caledonia, le Isole Norfolk, l’isola di Lord Howe e le scogliere di Elizabeth e Middleton.

 

 

Ipotesi e studi. A oceani prosciugati, Zealandia sarebbe sotto gli occhi di tutti. Per scoprirla nelle condizioni attuali sono servite, invece, ricerche approfondite su una serie di dati incrociati e uno studio ventennale fatto su mappe satellitari e carte batimetriche. Già nel 1995 il geofisico Bruce Luyendyk aveva avanzato l’ipotesi della presenza di un nuovo continente, considerazione supportata dai geologi neozelandesi della GNS Society, gruppo di studio attivo fin dal 1865. Secondo Nick Mortimer, capo del progetto di ricerca, e dei suoi colleghi, Zealandia sarebbe un pezzo del supercontinente Gondwana, dal quale si staccò circa 100 milioni di anni fa, prima di sprofondare tra 60 e 85 milioni di anni fa. Google Earth, del resto, lasciava già intuire qualcosa: il territorio corrispondente a Zealandia appare infatti di un blu più chiaro rispetto a quello del centro dell’Oceano Pacifico. La scoperta di un nuovo continente, allora, sembra essere non tanto una novità degli ultimi mesi, quanto una presa di coscienza graduale supportata da studi condotti da anni.

 

 

Una spedizione scientifica. Per risolvere la questione è stata organizzata una spedizione scientifica (nell’ambito dell’International Ocean Discovery Program, di cui fa parte anche l’Italia) che per due mesi ha portato ricercatori provenienti da diversi paesi ad analizzare campioni di roccia estratti dal fondo del mare. Quasi ottomila sono i fossili recuperati, tra i quali resti di organismi che vivono acque basse e spore di piante terrestri, dati che farebbero pensare che Zealandia fosse in passato molto più vicina alla superficie e che possa essere servita come ponte per gli animali che si sono mossi attorno alla regione del Sud Pacifico. Il clima e la geografia di Zealandia doveva essere un tempo molto differente, con una flora e fauna propria, diversa da quella australiana, fino a quando tutto cambiò con i movimenti delle placche continentali attorno all’“Anello di Fuoco”, l’area del Pacifico sede di tre quarti dei vulcani del mondo.

 

 

Chi decide ora. A chi spetta, ora, il compito di decidere se Zealandia possa essere considerato un continente oppure no? Dal momento che non esiste un organo internazionale atto a decidere su questioni di questo tipo, sarà complicato stabilire se poter accogliere la richiesta degli studiosi neozelandesi. I continenti non sono altro che grandi masse di terre, unite a livello geologico ma spesso separate per ragioni politiche e culturali. Già prima della scoperta di Zealandia c’era chi parlava di cinque continenti (Africa, Eurasia, Oceania, America e Antartide), chi ne contava sei (dividendo l’Europa dall’Asia, oppure il Nord dal Sud America) e chi arrivava a sette, considerando le divisioni euro-asiatiche e americane.

Zealandia, con la sua area continentale di cinque milioni di chilometri quadrati, sembra essere davvero un nuovo continente. Dopo averne verificato l’esistenza, però, si aprirà anche la grande questione dell’appartenenza di questo territorio e dello sfruttamento delle risorse in esso contenute.

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