Il consumo di droga in Italia Un'analisi, dati alla mano

Secondo il rapporto dell’Agenzia europea delle droghe l’Italia è al quarto posto tra i Paesi dell’Unione Europea per uso di cocaina e il terzo per uso di cannabis, che risulta la sostanza più consumata in Europa, utilizzata nell’ultimo anno da 24 milioni di adulti. In Italia la percentuale è altissima soprattutto tra i giovani, tanto che uno su cinque di età compresa tra i 15 e i 34 anni ne ha fatto uso almeno un volta. Totalmente diverse le stime per il consumo di cocaina, usata nell’ultimo anno solo dal 1,9 per cento di giovani in Italia, percentuale che viene più che triplicata se si guarda al consumo fatto nell’arco della vita, quando si sale al 6,8 per cento. Per quanto riguarda l’ecstasy, invece, ne fa uso il 2,8 per cento della popolazione italiana, una percentuale molto bassa rispetto al 9,2 per cento di Irlanda e Olanda e il 9% del Regno Unito.
Un po' di storia. Se queste sono le stime attuali a livello europeo, discorso a parte va fatto rispetto a come è cambiato nel nostro Paese il consumo di droga negli anni, tema affrontato nel libro del farmacologo Paolo Nencini, La minaccia stupefacente. Storia politica della droga in Italia (Il Mulino, 2018). La vera esplosione nel consumo di stupefacenti da noi è avvenuta a partire dagli anni Settanta, quando l’uso di eroina, cocaina e droghe sintetiche diventò un fenomeno di massa, cambiando la concezione dell’uso degli stupefacenti, fino ad allora riservate alle élite. Da allora il consumo di droghe si è proletarizzato, mentre da una parte si modificava la concezione culturale degli stupefacenti, dall’altra il profilo delle persone che le assumevano, con una larghissima fetta di giovani che si aprivano a queste esperienze.
I numeri della droga in Italia. Per capire quale sia l’attuale situazione della tossicodipendenza in Italia si fa riferimento alla Relazione annuale 2017 sullo stato delle tossicodipendenze (compilata da Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio) e alle elaborazioni preliminari dell’indagine IPSAD 2017 (Italian Population Survey on Alchohol and other Drugs, relativo all’uso di alcohol e sostanze psicoattive nel 2016).
Ad oggi la spesa dell’Italia per le sostanze stupefacenti viene calcolata attorno ai 14,2 miliardi di euro, di cui il 43 per cento per cocaina e più di un quarto per i derivati della cannabis. Circa una persona su tre di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha utilizzato almeno una sostanza stupefacente illegale nell’arco della vita e una persona su dieci ne ha fatto uso nell’ultimo anno. Il trend di consumo, però, si innalza quando si rivolge l’attenzione all’uso che di stupefacenti fanno i giovani (tra i 15 e i 34 anni), il 43 per cento dei quali ha fatto uso di una qualsiasi sostanza illegale almeno una volta nella vita. Primato rispetto al consumo va senza alcun dubbio alla cannabis, utilizzata almeno una volta nella vita dal 33,1 per cento della popolazione e dal 42,5 per cento dei giovani adulti.
Tra gli studenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni aumenta il consumo di Spice (una droga che ricorda la cannabis ma i cui effetti sono molto più devastanti e le cui conseguenze non sono ancora chiare, consumata dal 11,1 per cento degli studenti italiani) e di nuove sostanze psichedeliche (3,5 per cento) mentre cocaina e oppiacei sembrano avere minor successo (2,5 e 1,1). Queste percentuali, stranamente, diminuiscono negli adulti, che scelgono cocaina e oppiacei con percentuali pari all’1 e allo 0,6 per cento dei consumi totali. Inizia invece ad essere di rilievo il consumo di NPS, cioè delle nuove sostanze psicoattive, tra le quali la ketamina, il mefedrone (uno stimolante sintetico) e i cannabinoidi sintetici.
Nel 2016 sono state 23.734 le operazioni antidroga, di cui il 30 per cento svoltesi nelle aree di frontiera. Al primo posto il Lazio, con un totale di 4.030 operazioni, seguito da Lombardia (3.608) e Campania (2.086). Impennata per i sequestri di marijuana (+347,2 per cento), aumento di rilievo anche per quelle di droghe sintetiche (+25,4 per cento). Oltre il novanta per cento delle sostanze sequestrate sono derivati della cannabis, che, in Italia come in Europa, detiene il primato di stupefacente più diffuso.