I 10 comandamenti atalantini dedicati ai nostri giocatori

I 10 comandamenti atalantini dedicati ai nostri giocatori
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Oggi mi metto dalla parte vostra. Non mi va di scrivere qualcosa di Atalanta, ma è il giorno giusto in cui scrivere qualcosa per l’Atalanta. Dopo un mese abbondante in cui ci siamo occupati solo di calciomercato, di bilanci del Milan e di decisioni della Uefa, la Dea torna in campo e stasera c’è il saluto alla squadra. Voi in Curva darete la solita spinta, io invece scrivo direttamente qualche consiglio per quei ragazzi che hanno il privilegio di indossare la maglia della nostra città. Ecco allora i miei personalissimi dieci comandamenti atalantini.

 

 

  1. Rendici orgogliosi di te. Non è importante quanto puoi dare, cosa puoi fare o se sei un campione o l’ultima delle pippe presenti sulla faccia della terra. Abbiamo l’occhio allenato, sai che da queste parti sono passati fior di giocatori? Se puoi dare uno, dieci o cento lo capiremo presto: tu non preoccuparti di quello che puoi fare, l’importante è che dai tutto quello che hai in modo che noi possiamo essere orgogliosi di te.
  2. Non mollare mai. Sarai stanco, gli allenamenti ti sfiancheranno e magari arriverà un momento in cui chiederai di fermarti un attimo. Sei umano, anche se per noi, con quella maglia, diventi un supereroe. Proprio per questo motivo non devi mollare mai. Anche nel momento più difficile, resta in piedi e lotta: se lo fate tutti ci sarà sempre un compagno pronto ad aiutarti.
  3. Vincere è l’ultima cosa che conta. Un dirigente della Juventus, tanti anni addietro, disse: «Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta». Ecco, ribalta il concetto e capirai cosa significa giocare a Bergamo. Nessuno scende in campo per perdere e mister Gasp (come tutti noi) vuole vincere sempre, ma pensare che sia l’ultima cosa che conta aiuta a non perdere di vista l’obiettivo: tu e tutti i compagni dovete renderci orgogliosi. Poi magari perdiamo ma almeno abbiamo lottato.
  4. Tu pensa al campo, fuori ci siamo noi. In casa giocherai in uno stadio bruttino, in Europa non saremo nemmeno a Bergamo, ma ti chiediamo solo uno sforzo: concentrati solo sul campo, al resto ci pensiamo noi. Quello che possiamo fare per la Dea lo vedrai dal vivo la prossima settimana alla Festa della Dea e se non sai di cosa si tratti ti conviene fare un giretto su YouTube. Sarà uno spettacolo, non preoccuparti di come ti porteranno sul palco: è tutto sotto controllo.
  5. L’Europa, ovunque si giochi, è un sogno. Siamo andati in ottomila a Dortmund ma anche in novecento a Cipro. È chiaro che ci siano partite più affascinanti di altre, ma per tutti gli atalantini l’Europa è un sogno. Solo il fatto di poter varcare i confini nazionali al seguito dei colori nerazzurri rappresenta qualcosa per cui non stiamo mai nella pelle. Eravamo in duemila ad Altach per un’amichevole di inizio agosto, con il parcheggio in un campo e le tribune in ferro stile Ceta: non abbiamo bisogno di stadi avveniristici per esaltarci, basta la vostra presenza.
  6. Gasperini ha sempre ragione. Il mister, qui a Bergamo, ha ormai maturato un livello di considerazione per la quale, per tutti, ha sempre ragione. I risultati ottenuti ogni anno si azzerano per le classifiche ma il credito nel cuore della gente è enorme. La squadra gioca bene, fa gol e diverte: tu seguilo, anche quando gli allenamenti sembreranno i più duri di sempre e quando ti sembrerà stia sbagliando. Per noi avrà sempre un motivo valido per fare quello che sta facendo. Lo sappiamo, questo atteggiamento è acritico ma non possiamo farci nulla: lui è Gian Piero Gasperini.
  7. Non sarai mai solo. All’Atalanta hai la fortuna di poter pensare solo ad allenarti. C’è un centro d’allenamento fenomenale, lo staff è a tua completa disposizione e tutti cercheranno di non farti mancare mai nulla. In settimana come la domenica. Non sarai mai solo, per ogni cosa di cui avrai bisogno ci sarà qualcuno pronto ad aiutarti. Come nelle grandi famiglie, siamo tutti sulla stessa barca e lo capirai bene vivendo il gruppo giorno dopo giorno.
  8. Lasciati trasportare dalle emozioni. Sei un ragazzo come noi, innamorato del pallone e delle emozioni che questo sport sa dare. Alla Festa della Dea, al campo, per strada e allo stadio toccherai come mano cosa significhi la nostra passione per l’Atalanta: non provare a capirla, non cercare di gestirla, non pensare minimamente di sfruttarla. Pensa solo a giocare e lasciati cullare da tutto quello che ti circonda: per noi non conta se ti hanno pagato uno o cento milioni o quanto prendi di stipendio. Indossi la maglia che rappresenta la nostra città, tanto basta per meritare il nostro sostegno.
  9. Uomini, non campioni. I campioni ci piacciono, ma prima di tutto vengono gli uomini. Misuriamo i nostri giocatori dentro e fuori dal campo, ci esaltiamo per la stravaganza di Pinilla e per la semplicità di Caldara, abbiamo applaudito Carrera e Rustico, ma pure Pippo Inzaghi e Plasmati. Abbiamo fischiato chi non si è comportato bene ma abbiamo accettato chi ha sbagliato, ha chiesto scusa, ha pagato e poi è tornato. Prima di tutto viene l’uomo, poi quello che sa fare con la palla tra i piedi.
  10. Lascia un segno. Non abbiamo bisogno che tu raggiunga chissà quali obiettivi. Un giorno forse vinceremo qualcosa anche noi, ma intanto a tutti chiediamo una cosa semplice: di lasciare un segno nella nostra storia. Perché l’Atalanta c’è da 110 anni, nessuno può prendersi la copertina, ma tutti sono chiamati a lasciare un segno sulle pagine a venire. Puoi metterlo piccolo o grande, puoi scrivere un capitolo o solo qualche riga: non importa, tu vomita sudore e spirito di sacrificio e sarai sempre rispettato. Siamo l’Atalanta, tutto il resto è un’altra roba. Adoss.
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