Mai fidarsi dei turni preliminari Ora nervi saldi e testa a Sarajevo

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Adesso, l’importante è reagire. Guai a mollare. Vietato pensare che la nuova Europa dell’Atalanta, appena incominciata, sia già finita. L’importante è imparare subito la lezione: mai fidarsi dei turni preliminari di Europa League. Mai. Ieri sera, per 65 minuti la Dea ha dominato il Sarajevo in lungo e in largo, segnando due gol e sprecando almeno altre cinque nitide occasioni. Ma il calcio sa essere tremendo. Tradita dalla convinzione che il conto con i bosniaci fosse già chiuso dopo il primo tempo, l’Atalanta si è seduta e gli avversari l’hanno castigata. Adesso deve vincere in Bosnia e, di sicuro, non sarà una passeggiata fra petali di rose. Haris Handzic, ventottenne attaccante rientrato nel club in cui era cresciuto dopo sette anni di errabondaggio, appena entrato ha siglato il 2-1 e ha dettato l’assist del 2-2 firmato Sisic. In 300 secondi, il Sarajevo ha piombato i nerazzurri nell’incubo: gli avversari hanno fatto due tiri in porta e hanno pareggiato, complicando maledettamente la partita di ritorno del 2 agosto, allo stadio Asim Ferhatovic Hase, bolgia annunciata per trentacinquemila.

Peccato, davvero peccato perché, pronti via, a Reggio Emilia si era subito ripresentata l’EuroAtalanta. Pimpante e aggressiva, come Gasp vuole. Al punto che la vittoria sul Sarajevo sarebbe potuta essere netta, evidente, incontestabile. Altro che tramutarsi nel clamoroso 2-2 finale. Siamo soltanto alla fine di luglio, eppure l’abbrivio nerazzurri era stato corroborante, considerato che la squadra è in piena preparazione precampionato e, fatalmente, nella ripresa ha accusato le fatiche imposte dalla prima partita ufficiale con un’importante posta in palio. Aspettando Ilicic e Pasalic, le note positive erano arrivate dalla verve di Gomez, dai gol di Toloi e Mancini, dalla duttilità di Barrow, prima punta nel primo tempo, esterno nella ripresa, quando è entrato Zapata, ancora in ritardo di condizione. Anche Pessina, sino al blackout, aveva fornito indicazioni positive, considerato che il ventunenne di scuola milanista fosse al debutto in Europa.

Il Sarajevo ha avuto il merito di resistere al martellamento nerazzurro e di approfittare del rilassamento psicologico dei bergamaschi. Ora, nervi saldi e testa alla partita di ritorno. Se l’Atalanta ripeterà i primi 65 minuti di Reggio, l’impresa riuscirà. Bisogna aver fede.

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