25mila ore di lavoro volontario per pulire le Mura di Bergamo
25mila ore di impegno per la pulizia delle Mura di Bergamo: in questi giorni il lavoro previsto nell’ambito protocollo stipulato tra Comune di Bergamo, Agenzia del Demanio e Associazione Orobicambiente e poi dal Regolamento per i Beni Comuni comunale ha tagliato uno storico traguardo, dimostrazione di un lavoro costante di cura del patrimonio murario di Bergamo Alta. I lavori proseguono a ritmo serrato nonostante le calde temperature dei giorni scorsi, con i volontari impegnati nelle ultime settimane sui bastioni di San Francesco, lungo via San Lorenzo, di Sant’Alessandro, non lontano dall’omonima porta, di San Giovanni, sotto il Seminario vescovile.
Via la vegetazione. Il colpo d’occhio da via Borgo Canale è davvero notevole: sono tornate visibili dopo alcuni anni le Mura nel tratto della cortina e del bastione di sant’Alessandro e sono stati rimossi quintali di vegetazione che impedivano la vista della cinta muraria. Tra le pietre è affiorata anche una testa di leone, testimonianza indelebile della dominazione veneziana. «Ringrazio i volontari di Orobicambiente e il loro presidente Giacomo Nicolini - sottolinea l’assessore all’ambiente del Comune di Bergamo Leyla Ciagà - per l’impegno, la passione e la competenza con cui si prendono cura delle nostre Mura. Entro il mese di settembre saranno completati anche i voli con i droni che ci consentiranno, grazie anche al supporto dell’Università di Bergamo, di elaborare un modello 3D delle Mura per monitorarne lo stato di conservazione e programmare gli interventi di manutenzione e di sfalcio della vegetazione. Ringrazio anche Fondazione Cariplo che sostiene economicamente questo progetto».
La lapide ritrovata. La pulizia dei giorni scorsi ha riportato alla vista il fronte occidentale del baluardo San Giovanni, da quasi un ventennio coperto da arbusti e rampicanti. In particolare i rocciatori volontari di Orobicambiente Mauro Brembilla (studente), Lorella Pressato (ex hostess Alitalia), Consiglia Inno (operaia), Paolo Ghisleni (ingegnere), Marco Colonetti (pensionato), Roberto Agazzi (fabbro), Ivan Locatelli (studente) hanno “riscoperto” la lapide posta sul suo sperone nel 1567 al termine dei lavori di costruzione di quel tratto congiungente la porta S. Alessandro, lapide sconosciuta ai più e nella memoria solo di pochi studiosi. Si tratta di una delle tre lapidi presenti sul circuito (una sul baluardo S. Gottardo e una sul baluardo della Fara). Il lavoro dei volontari proseguirà nei prossimi mesi: entro la fine dell’anno sarà completata l’intera pulizia della cinta muraria. A ottobre, approfittando dello stop per manutenzione della funicolare per San Vigilio, Orobicambiente e il Comune di Bergamo interverranno sul tratto di Mura che costeggia il percorso della funivia.
Cosa c’era scritto. Questo il testo della lapide affiorata durante i lavori di pulizia:
HIERONYMO PRIOLO __ PRINCIPE
IO.BAPTISTA FOSCARENVS PRÆFECTVS
VTRIVSQUE PROPVGNACVLI ET MVRI
A PORTA DVCTI AGGESTAS. MOLES
EXTRVENDAS CVRAVIT M.D.LXVII
Tradotto: «Mentre era Geronimo Priuli Doge (di Venezia, che muore nel Novembre del 1567), Gio. Battista Foscareni Prefetto (il Podestà era Giovanni Soranzo) ha curato la costruzione sia del baluardo (Sant’Alessandro e San Giovanni) sia del muro (cortine) iniziati dalla Porta (Sant’Alessandro) innalzando gli edifici che dovevano essere costruiti – 1567.