«Non siamo fatti di cartone...» Il saluto di don Maurizio a Levate
A leggere il numero speciale di In Dialogo, periodico della parrocchia, si direbbe proprio che don Maurizio Grazioli, o semplicemente don Maurizio, abbia lasciato un bel ricordo agli ormai suoi ex parrocchiani. E, a sentire lui, la cosa è reciproca. Occhiale scuro da cui non si separa mai e barba bianca appena accennata, don Maurizio è sempre don Maurizio; con qualche capello in meno forse, ma tutto sommato è ancora lui.
Eppure correva l’anno 2003 quando si fece a piedi la strada che da Osio Sotto porta a Levate, per insediarsi nella canonica di Piazza Amedeo d’Aosta. «A volte sembra che il tempo non passi mai, poi ti accorgi che sono passati quindici anni. “Tempus fugit irreparabile”, lo ricorda tutti i giorni il nostro campanile...». Oggi quella canonica è invasa dagli scatoloni del trasloco perché il Sinodo della Diocesi di Bergamo ha fissato a nove anni la permanenza di un parroco in una parrocchia e a Levate don Maurizio ha ampiamente superato il limite. Non che non gli abbia fatto piacere, anzi, a suo dire ogni comunità lascia il proprio segno e ora è inevitabile provare nostalgia o «saudade», puntualizza lui che in Brasile c’è stato. Ma prima o poi tocca fare le valigie per finire altrove, nella fattispecie a Ponte San Pietro e Villaggio Santa Maria.
«Se si diventa preti dopo un po’ bisogna cambiare aria, si sa. È un sacrificio necessario per il bene della Chiesa. Anche se noi preti non siamo fatti di cartone, non ci si fa mai l’abitudine perché ci affezioniamo alle persone, alla realtà, ed è sempre difficile andarsene». Per sua stessa ammissione non è uno stinco di santo, anche se quel «pochi pregi, tanti difetti» sa tanto di falsa modestia. «Nella mia vita di sacerdote ho seguito e sempre seguirò questo principio fondamentale: siamo guidati dalla Provvidenza di Dio, che nel mio caso assume i volti e le storie di tutte le persone che ho incontrato a Levate. In questi giorni ho rivisto in vecchie diapositive le immagini del primo Cre. I ragazzi e le ragazze di allora sono...