Nuova giostra storica in centro a un anno dal rogo in piazza
Il 22 novembre dello scorso anno in Piazza Vittorio Veneto andava in scena un film dell’orrore. Un inferno di cristallo nel salotto buono della città, la sera alle 20, con la giostra dei bambini avvolta dalle fiamme. Un semplice cortocircuito per un rogo dalla forte valenza simbolica, che ha trasformato un po’ tutti in reporter e fotoreporter, facendo impazzire i social. «Mi sono avvicinato alla giostra alla ricerca di un dettaglio – scrisse Stefano Lavelli nel gruppo Sei di Bergamo se… - che distinguesse la mia foto da molte altre. Ho trovato questo particolare di cavallino, rimasto ancora abbastanza intatto bei suoi colori che spiccano sul resto delle lamiere, e altro, annerito. Mi ha dato l’impressione come se gridasse la sua resistenza alle fiamme. È uscito vincitore dall’inferno che ha colpito l’attrazione quindi la città, ieri sera. Pare un cavallino dotato di forza sua che sta urlando “bambini, ci sono ancora”!».
La giostra - Pieri Minali
Era un esemplare unico di Aldo Formaggia (da circa vent’anni la portava in centro a Bergamo), di una famiglia di giostrai: «dal 1892», come scritto sulla casetta di legno. Poi ne mise subito un’altra pista, per le feste, ma non era la stessa cosa.
Nuova vecchia giostra. Ora, a 12 mesi di distanza, la famiglia Formaggia è tornata con una nuova antica giostra a cavalli trovata in un magazzino in Romagna, abbandonata da decenni alla polvere. Rimessa a nuovo, addizionata di alcuni animali, è arrivata all’ombra della torre dei caduti. «Abbiamo investito moltissimo e ci sono voluti sei mesi per rimettere in funzione questa giostra – ha detto Formaggia a Bergamonews -. Siamo felici di tornare a Bergamo, da 23 anni non manchiamo mai a questo appuntamento prima di Natale. Ora speriamo di poter lavorare per pagare il nostro investimento. Rispetto all’anno scorso? Questa è assicurata». Eccola nella foto, che abbiamo riproposto in apertura, di messapica_20 su Instragram.
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Tanti giri di giostra ancora illumineranno Piazza Vittorio Veneto. I bambini se la spassano sui cavallini di legno, nonni e genitori sognano il passato che non c’è più sulle panchine messe attorno.