Niente presepe vivente di Villongo I motivi che han portato allo stop
Quest’anno, a malincuore, i bergamaschi dovranno rinunciare a una tradizione tipica della Valcalepio che ormai accompagnava il Natale da più di vent’anni. Parliamo del presepe vivente di Villongo e della sua animazione, frutto del lavoro operoso dei volontari del paese e che purtroppo in questi giorni di festa non ci sarà. L’evento, conosciuto in tutta la provincia e che avrebbe raggiunto il traguardo delle ventidue candeline, era nato quasi per caso nel 1996, in una fredda sera di ottobre.
Un gruppo di amici, invitate da Giovanni Bellini detto il “Nani”, si ritrovarono al Caselì sulla cima al monte Sella per trascorrere una serata in compagnia, scaldandosi con il calore del grande camino acceso e gustandosi una cena fumante accompagnata dal buon vino locale. Quella sera prese vita l’idea del presepio vivente di Villongo, un avvenimento nuovo che voleva riportare alla luce le antiche tradizioni e i vecchi mestieri, ma anche un appuntamento per grandi e piccini per rivivere le festività natalizie. In pochi giorni la collina del monte Sella subì una vera e propria trasformazione: c’era chi tagliava il legname, chi inchiodava le vecchie assi recuperate, chi costruiva le capanne, i tetti, i camini. Nonostante il poco tempo a disposizione, il 24 dicembre del 1996 le comparse raffiguranti gli antichi mestieri occuparono le prime venti capanne, con allestimenti che ricreavano l’atmosfera di tempi ormai lontani. Negli anni successivi il presepe è cresciuto, coinvolgendo sempre più figuranti e aumentando le casette di legno e gli antichi mestieri rappresentati. Il percorso venne allungato, aumentando le attività rappresentate e diversificando le raffigurazioni. Vennero inseriti un maglio, recuperato in Trentino e riassemblato sul posto, e la segheria fu ricostruita sul modello di una presente in alta Val Seriana. La manifestazione è arrivata a raggiungere i sei giorni di rappresentazioni, divise tra Natale e l’Epifania, toccando anche i quarantamila visitatori. L’ultima edizione contava duecento figuranti, quasi tutti residenti di Villongo, 57 capanne di legno e quaranta addetti esterni che si occupavano della sicurezza.
Occupavano, purtroppo. «A malincuore quest’anno la manifestazione non avrà luogo - racconta Nani Bellini, ideatore dell’evento -. Purtroppo mancano le autorizzazioni, non abbiamo pronto un vero e proprio piano di sicurezza e non possiamo assolutamente rischiare eventuali incidenti. Sopratutto dopo l’incendio di questa estate, che ha bruciato parte delle casette di legno. Fortunatamente, più della metà delle strutture si sono salvate dal rogo e la buona volontà di ricostruire quelle andate distrutte ci sarebbe anche stata. Ma dopo questo fatto e l’emanazione di decreti sempre più stringenti per quanto riguarda manifestazioni ed eventi di questa portata, di comune accordo con l’amministrazione comunale e i volontari, abbiamo preferito non correre rischi». Il terreno, su cui da ormai più di vent’anni si svolge l’evento, è di proprietà dello stesso Bellini, che in caso di incidente ne risponderebbe personalmente. Proprio in quel luogo lo scorso Ferragosto un incendio ha bruciato 22 delle 57 casette di legno presenti. «Ci dispiace tantissimo. Avevamo già ricevuto domande di gruppi italiani e stranieri, con richieste da Germania e Austria - continua Nani Bellini -. Il nostro desiderio è di riprendere il prossimo anno. Inizieremo subito a inoltrare le domande necessarie, in modo da non farci trovare impreparati e continuare questa tradizione a cui teniamo tantissimo. È ormai parte della vita del nostro paese».