Questa grande Atalanta si merita di sfidare la Juventus marziana

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La vittoria di Cagliari negli ottavi di finale della Coppa Italia è la prova provata di quanto la squadra tenga al trofeo che i nerazzurri hanno conquistato nel 1963, per la prima e ultima volta. Guardate la foto qui sotto: Milano, stadio di San Siro, 2 giugno 1963, Piero Gardoni solleva il trofeo conquistato dalla Dea che in finale ha sconfitto il Torino per 3-1 grazie alla tripletta di Angelo Domenghini, a sinistra nell'ìmmagine consegnata alla storia del club bergamasco.

 

 

Il successo in Sardegna, firmato da Zapata e Pasalic, è scaturito da un’ottima prova collettiva. Ha esaltato il tempismo di Palomino con quei due salvataggi provvidenziali sulla linea di porta; la classe di Ilicic, a tratti letteralmente incontenibile; la strepitosa metamorfosi tattica di Gomez che gioca sempre meglio nel nuovo ruolo ritagliatogli su misura da Gasperini.

In Sardegna, al primo impegno ufficiale dopo la sosta di fine anno, Gasperini ha ricevuto una nuova conferma della forza della squadra capace di chiudere il 2018 registrando il miglior attacco del campionato al termine del girone d’andata. Addirittura più prolifico della Juve marziana di Cristiano Ronaldo che, a fine mese, tornerà a Bergamo dopo il 2-2 del 26 dicembre scorso. Questa Atalanta si è meritata sul campo la nuova sfida ai campioni d’Italia, lanciatissimi verso l’ottavo scudetto consecutivo e ora alla vigilia della finale araba per la Supercoppa, contesa loro dal Milan.

Per infrangere il tabù della Coppa Italia, che resiste da 56 anni, ci vorranno almeno tre grandi imprese: nei quarti, in semifinale e in finale. L’exploit si annuncia durissimo, ma questa Atalanta, l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, si è conquistata sul campo il diritto
di sognare.

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