Palomino, la maglia sudata e i 500 e più a Frosinone

Palomino, la maglia sudata e i 500 e più a Frosinone
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La grande risposta di Palomino, la costante dimostrazione d’affetto dei tifosi che anche a Frosinone saranno presenti in massa e una piccola richiesta arrivata in redazione che merita una piccola riflessione. Cagliari-Atalanta non è stata solo una gara di Coppa Italia vinta in modo autoritario da una bellissima Atalanta, ma diventa l’occasione, in sede di commento e analisi, per approfondire alcuni aspetti che ai tifosi più attenti di certo non sfuggono.

 

 

Palomino, prestazione super oltre ogni chiacchiera. Dal punto di vista tecnico e tattico, la prestazione di Josè Palomino a Cagliari è stata ottima. Considerando anche l’aspetto mentale, il numero 6 argentino ha addirittura fatto faville e si merita una grande menzione. Che sia un periodo complicato per lui dal punto di vista psicologico è facile da capire: il Boca Junior sta facendo un grande pressing per portarlo in Argentina, e parliamo di una squadra di importanza planetaria, eppure alla prima occasione ufficiale, dopo una settimana con tante voci (anche di una sorta di ammutinamento con rifiuto di allenarsi), eccolo in campo a dare il massimo per i compagni. Se anche si fosse comportato male in qualche frangente, la risposta è stata importante. Per i compagni, per i tifosi e per il mister. Palomino indossa con onore e rispetto la maglia dell’Atalanta, a Bergamo vive benissimo e non lo ha mai nascosto. Se questa situazione si risolverà o meno con un ritocco dell’ingaggio ancora non lo sappiamo, di certo è un tema sul tavolo. E non perché faccia i capricci, ma perché le sue prestazioni sono lì da vedere. Di certo, Gasperini può contare su un elemento che quando gioca come a Cagliari diventa davvero prezioso per tutto il gruppo.

 

 

L’amore dei tifosi: oltre 500 anche a Frosinone. Lunedì in Sardegna c’erano 130 appassionati orobici nel settore ospiti. Ne abbiamo già parlato ieri con il consueto “report emozionale” dallo stadio, ma in serata (mentre i ragazzi della Curva scesi in traghetto a Cagliari stavano completando il rientro) è arrivata voce che per Frosinone sono già circa 500 i biglietti del settore ospiti acquistati. Si gioca alle 12.30, la trasferta è di una scomodità assurda visto che le alternative sono 17-18 ore di bus tra andata e ritorno con partenza la notte prima oppure strani giri tra treni, auto a noleggio e aerei per risolvere tutto in giornata, eppure centinaia di tifosi si metteranno in cammino. Con il biglietto intero a 34 euro e spiccioli, non era affatto scontato vedere un simile esodo in Ciociaria ma ancora una volta il popolo della Dea risponde presente. La partita non è di quelle affascinanti, ma qui ormai siamo oltre l’immaginazione, più avanti rispetto al prestigio dell’avversario o all’importanza della gara. Ci sono ragazzi che giocano con addosso i colori di un popolo e questo popolo è sempre al fianco della squadra. Sembra scontato parlare di centinaia o migliaia di atalantini che vanno in giro per l’Italia o l’Europa, ma la verità è che Bergamo rappresenta qualcosa di unico nel panorama calcistico italiano anche da questo punto di vista: ennesima dimostrazione d’amore commovente e coinvolgente.

 

 

Le maglie per i tifosi, un gesto semplice. Chiudiamo con una piccola segnalazione arrivata ieri in redazione. Nulla di polemico ma qualcosa che certamente potrebbe rendere ancora più indimenticabili certe vittorie. A Cagliari, nel settore ospiti, c’erano anche alcuni bambini. Al termine della partita, tutto il gruppo è andato a salutare sotto il settore e il gesto è stato molto apprezzato con Gollini e Pessina che hanno lanciato la loro maglia ai tifosi. Uno di questi bimbi era in groppa al papà con la faccia appiccicata al vetro ma purtroppo non è riuscito a prendere nessun cimelio da riportare a Bergamo. In altre occasioni è andata diversamente (a Benevento l’anno scorso un papà con i due figli è stato talmente fortunato che entrambi si sono ritrovati tra le mani la maglia sudata dei propri beniamini) e siamo certi che se qualche giocatore in più avesse lanciato la sua casacca ai tifosi non ci sarebbe stata la corsa dei più grandi ad accaparrarsela e qualcuno l’avrebbe donata ai più piccoli. La passione per la Dea si tramanda, molto dipende anche da chi scende in campo e quindi sarebbe davvero stupendo che a fine gara ci siano molti più giocatori pronti a donare la propria maglia ai tifosi. Da Zapata all’ultimo dei panchinari, non importa il nome sulle spalle ma quello che conta è lo stemma sul petto.

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