La colpa è anche del nostro corpo

Mal di gola, febbre alta e dolori Ecco come l’influenza ci mette ko

Mal di gola, febbre alta e dolori Ecco come l’influenza ci mette ko
Pubblicato:
Aggiornato:

Circa 323 mila solo nella prima settimana di gennaio; quasi 2 milioni da inizio inverno. Sono i numeri degli italiani messi k.o. dall’influenza secondo le stime diffuse dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell'Istituto superiore di sanità. I primi colpevoli dei sintomi tipici dell’influenza, che sembra ormai avere raggiunto e superato la soglia epidemica, sono i virus. Ma non sono i soli da condannare; infatti, se ci colpiscono e hanno la meglio sulla nostra salute, è perché trovano nell’organismo degli alleati perfetti: specifiche cellule del sistema immunitario che attivano le reazioni influenzali. Risultato? Vincere in un rapporto di due forze avverse contro una sola in difesa, il nostro organismo, è difficile. Così, con il termometro in bocca, ci infiliamo sotto le coperte per alcuni giorni.

 

 

L’influenza non è la parainfluenza. Si tende a fare di tutta l’erba un fascio e quando si sentono circolare in corpo quei malesserini quali stanchezza, dolori ossei e "gnagnera", genericamente si identificano tutti come sintomi dell'influenza. A volte a torto, altre a ragione, perché la vera influenza, dicono gli esperti, ha una sintomatologia classica: febbre sopra i 38 gradi che arriva all’improvviso, dolori muscolari o articolari che si accompagnano anche a sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale o mal di gola. In tutti gli altri casi, quando cioè non sono contemporaneamente presenti questi tre tratti distintivi, si è colpiti da infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali, ma nulla di più.

Come l’influenza ci incastra. Le modalità sono due: o per inalazione, vale a dire che i virus si insinuano nel nostro corpo sfruttando le vie respiratorie, o per contatto attraverso la stretta di mani infette avvicinate poi alla bocca, al naso o agli occhi, ma anche tramite secrezioni, sotto forma di minuscole particelle. Cosa accade? Che i virus, viaggiando tra le vie dell’apparato respiratorio, trovano sulla loro strada la complicità di cellule che li rivestono, loro alleate e con le quali si legano. Accade così che, insieme, generano particelle virali in grado di invadere le cellule adiacenti. E il virus inizia a diffondersi.

Le manifestazioni. È già chiaro che il virus non è l’unico responsabile; questo è la miccia che innesca un primo minimo danno polmonare, poi a fare il resto è il sistema immunitario. In particolare alcune cellule che lo compongono, i macrofagi e neutrofili, che scatenano la caratteristica sintomatologia influenzale: febbre, mal di testa, tosse e dolori muscolari. Una risposta immunitaria che è necessaria a contenere l'azione dei vari agenti patogeni. Perché proprio queste cellule? Perché sono dotate di particolari recettori che percepiscono la presenza di questi intrusi infetti nel corpo e si attivano richiamando una squadra di rinforzi, ovvero alcune molecole, le citochine e le chemochine, che hanno il compito di dare guerra ai virus. Infatti le citochine comandano ad altre cellule ancora più specializzate, i linfociti T anche detti "natural killer", di innalzare uno scudo immunitario, mentre le altre, le chemochine, si adoperano a farle convergere nell’area debole, quella in cui si è sviluppata l'infezione, a scopo di difesa.

 

 

I linfociti T. Sono loro, con la complicità di diverse molecole, che attivano per gradi le diverse reazioni e sintomatologie dell’influenza. Quest'ultime sono principalmente tre, come detto. Vediamole più nel dettaglio:

  • Prima manifestazione: mal di gola. Insorge dopo che i linfociti T hanno identificato il virus e hanno iniziato a sferrare il loro attacco protettivo ai linfonodi presenti nella gola e polmoni. Questi, come tutta risposta, si gonfiano e cominciano a far male. Poi l’azione dei linfociti T si estende anche alle vie respiratorie, dove dichiarano morte ai virus; la sintomatologia peggiora e diventa simile a quella della bronchite con possibili difficoltà respiratorie, accumulo di muco e tosse che serve ad espellerlo. Una sintomatologia normale e reversibile per persone in salute, problematica invece per soggetti più fragili, come gli anziani ad esempio, in cui i linfociti T non riescono ad agire altrettanto efficacemente inducendo possibili complicanze o allungando i tempi di guarigione.
  • Seconda manifestazione: febbre alta. Qui entrano in gioco le citochine e le chemochine, prodotte dal sistema immunitario, le quali si insinuano nel circolo sanguigno e stimolano la piena insorgenza della sintomatologia influenzale: stanchezza, dolori muscolari, emicrania. Tra le citochine si distingue soprattutto l'interleuchina-1 che agisce sull'ipotalamo, zona del cervello responsabile anche della regolazione della temperatura, che in contrattacco ai linfociti T genera febbre alta e mal di testa.
  • Terza manifestazione: dolori articolari e muscolari. A svilupparli è un altro tipo di citochina, il fattore di necrosi tumorale alfa, che ha proprietà antivirali ma che porta con sé l’effetto collaterale di dare adito a stanchezza, affaticamento, "gnagnera", apatia e perdita di appetito. Cosa c’entrano allora i dolori muscolari? Hanno una loro ragion d’essere, infatti studi di laboratorio su animali avrebbero dimostrato che in caso di influenza aumenta l’espressione di alcuni geni che rovinano il tessuto muscolare, mentre diminuisce quella di coloro che ristrutturano i muscoli scheletrici. Ecco spiegato il motivo dei dolori generalizzati, ma prevalentemente localizzati a braccia e gambe, che spesso annunciano l’arrivo l'influenza, i quali possono aumentare le difficoltà di deambulazione negli anziani colpiti da influenza.
Seguici sui nostri canali