Attratta con l’inganno e poi uccisa L’accusa: tutto preparato da giorni
Chiara Alessandri avrebbe arruolato il suo ignaro complice, cioè l'uomo che ha portato Stefania Crotti all’appuntamento con la morte, già il 4 gennaio.
Un messaggio vocale agghiacciante mandato dopo l’omicidio. «Grazie ancora dell’aiuto per la festa. È andato tutto bene», dice Chiara Alessandri all’amico Angelo, l’uomo che senza saperlo l’ha aiutata a uccidere la rivale in amore Stefania Crotti. Ad attrarla nella sua tela di ragno con una scusa, facendole immaginare una sorpresa da parte del marito. Salvo poi ucciderla con un martello. I nuovi particolari vengono raccontati oggi dal Corriere della Sera Bergamo. Il messaggio è stato mandato alle ore 17.50 del 17 gennaio.
[ Stefania Crotti ]
La preparazione. La Alessandri inizialmente ha negato, ma di fronte al numero cospicuo di prove indiziare messe sul piatto dagli inquirenti ha dovuto cedere, pur non confermando la premeditazione e neppure il rogo (la vittima è stata trovata carbonizzata in un bosco a Erbusco). Nel provvedimento di fermo c’è scritto però che Chiara preparava la sua vendetta da almeno tredici giorni. I messaggi vocali mandati ad Angelo per chiedergli di farle da spalla nel famoso inganno della festa sono del 4 gennaio. «È agevole ricostruire il movente - scrive il pubblico ministero Teodoro Catanati spiegando che Chiara «non aveva saputo accettare la fine della relazione extraconiugale». Relazione con Stefani Del Bello, il marito della vittima, e la riappacificazione di quest’ultimo con la moglie Stefania».
L’adescamento. Stefania Crotti, scomparsa giovedì a Cenate Sotto, è stata trovata carbonizzata venerdì pomeriggio. All’uscita dal lavoro (era impiegata alla Pgm, mentre il marito alla Gewiss di Calcinate), lo scorso giovedì, ha trovato Angelo ad attenderla. Si trattava di un complice, seppur inconsapevole. Il compito dell’uomo era quello di consegnare alla vittima una rosa e un biglietto con il quale l’assassina offriva un non meglio specificato incontro. Stefania Crotti si è lasciata bendare ed è salita in macchina, pensando probabilmente che fosse stato il marito, Stefano Del Bello, a organizzare l’appuntamento. Giunti nel box sotterraneo del palazzo di Alessandri, quest’ultima ha preso in consegna la vittima, congedando l’autista.
[ Chiara Alessandri ]
L’omicidio. Nelle quattro mura del garage si è consumato l’assassinio e nonostante il contesto lasci pensare a un’imboscata, Alessandri ha dichiarato che l’omicidio sarebbe arrivato al culmine di un litigio. La vittima è stata colpita alla testa con un martello (parzialmente arso nel rogo del corpo) e infilata nel bagagliaio della Mercedes Classe B dell’omicida, che l’ha scaricata in una strada di campagna del bresciano, prima di darle fuoco. Nonostante il corpo bruciato e l’impossibilità di risalire alle impronte digitali, la fede nuziale ha dato agli inquirenti la pista che sabato ha condotto al fermo di Chiara Alessandri.
Una testimone. Un urlo, l’urlo di una donna taglia il silenzio del tardo pomeriggio di giovedì scorso a Gorlago, via San Rocco, zona tranquilla di villette a schiera, fondo chiuso. «Un urlo straziante» racconta Anna, polacca, badante di un’anziana signora che abita dall’altra parte della strada rispetto alla villetta dov’è stata uccisa Stefania Crotti. La casa è di proprietà del fratello dell’ex convivente di Chiara Alessandri: i loro tre figli abitano lì e i due genitori si alternano. Ne parla oggi L’Eco di Bergamo. Negli altri giorni della settimana, Chiara stava dalla madre in via Monte Ortigara, mentre lui a Trescore.