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Anche se non ci sarà David Ferrer a Bergamo ci sarà grande tennis

Anche se non ci sarà David Ferrer a Bergamo ci sarà grande tennis
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Il Trofeo Faip-Perrel ha rischiato seriamente di snaturarsi e diventare un evento con l’ingresso per il pubblico a pagamento. Invece, anche quest’anno, Bergamo avrà il suo Challenger, torneo internazionale di tennis maschile, aperto a tutti. Si parte lunedì 18 e si chiude domenica 22. Un bel sospiro di sollievo per Marco Fermi, direttore dell’evento. «È una fatica costante, ma quest’anno lo è stata di più. Due o tre importanti sponsor hanno deciso di partecipare un po’ più tardi del solito. Alla fine, però, per fortuna siamo ancora qui. Abbiamo anche pensato di introdurre il biglietto all’ingresso, ma la cosa avrebbe intaccato la filosofia con cui è nato il torneo».

 

 

Fermi ci accoglie al Tennis Club Città dei Mille. Mentre parla, ogni tanto saluta qualcuno. È un po’ casa, qui, per lui. Lui che, insieme a Gabiele Merelli, nel 2006 ha trasformato Bergamo nella casa del tennis dando vita a uno dei tornei più longevi e di successo d’Italia. «Tutto è nato nel 2005, in occasione dell’ultima edizione dell’Atp di Milano. Un amico comune mi ha presentato Gabriele e insieme abbiamo iniziato a ragionare sulla possibilità di creare qualcosa di simile nella nostra città. C’erano già stati dei tentativi in precedenza, ma estemporanei, fini a se stessi. Così siamo partiti all’avventura, senza avere esperienza ma con tanta passione e con un unico obiettivo: regalare a Bergamo un evento importante». A distanza di quattordici anni, si può dire che ce l’hanno fatta.

Di campioni della racchetta, dal palazzetto ne sono passati tanti. Basta vedere l’albo d’oro: Fabrice Santoro, Andreas Seppi (l’unico ad aver vinto due volte), Lukas Rosol, Simone Bolelli, Benoit Paire, Jerzy Janowicz. Alcuni erano già campioni, altri lo sono diventati dopo essere passati da qui. «Non sempre riesci a portare il grande nome - spiega Fermi -, e con il nuovo regolamento internazionale è ancora più difficile. Ma Bergamo ormai si è fatta un nome, è un torneo apprezzato soprattutto per il calore del pubblico, e, viceversa, piace dagli appassionati perché sanno che il livello medio è alto. La posizione nel calendario ci aiuta: siamo subito dopo gli Australian Open, i giocatori hanno voglia di giocare e di fare punti». Proprio dagli Australian Open arriva il nome italiano di maggior rilievo di questa edizione del Faip-Perrel: Lorenzo Musetti, 16 anni, vincitore della categoria juniores del primo Slam dell’anno. «È un bel nome, mediaticamente ci sta spingendo molto, anche se quando mi domandano della sua presenza io ricordo che ci saranno molti altri giocatori che, da soli, meriterebbero una visita al palazzetto, tipo Dustin Brown, che è...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 24 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 21 febbraio. In versione digitale, qui.

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