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Il film da vedere nel weekend Captain Marvel, l'eroe è donna

Il film da vedere nel weekend Captain Marvel, l'eroe è donna
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Regia: Anna Boden, Ryan Fleck.
Con: Brie Larson, Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Djimon Hounsou, Lee Pace.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Vers è una ragazza giovane e bella, ma soprattutto una militare addestrata al combattimento e al controllo dell’emozione da Yon-Rogg. È una soldatessa di grandissima capacità, anche grazie a straordinari poteri che le permettono di utilizzare l’energia in modo letale. Catturata dal nemico (i mutaforma Skrull), Vers è sottoposta a una sorta di sondaggio della mente, che finisce con il far riemergere delle memorie latenti. La nostra protagonista ricorderà di colpo di una sua passata esistenza sulla Terra ed è proprio lì che tornerà, guidata dal desiderio irrefrenabile di ritrovare una donna, la cui immagine la ossessiona. Inizierà così un lungo e rocambolesco viaggio verso una presunta casa.

 

 

I Marvel Studios hanno sfornato un'altra piccola perla, perfettamente inserita nel contesto del proprio genere di riferimento (il film di supereroi) eppure dotata di una forte autonomia espressiva e ideologica. Avevamo già capito che la prospettiva era questa, come efficacemente dimostrato da Black Panther, che non a caso è riuscito addirittura ad aggiudicarsi importanti nomination agli ultimi Oscar. In Captain Marvel, in questi giorni al cinema, le cose si fanno ancora più serie: per la prima volta nel contesto Marvel (la DC lo ha già fatto con Wonder Woman), l’eroe è un personaggio femminile e ha un film interamente dedicato a esplorarne storia, formazione e carattere. È interessante notare come Captain Marvel abbia al suo centro un personaggio che sembra costruito partendo dal già noto e muovendo da un desiderio intimo di rovesciarne gli assunti. Non solo la protagonista è un’eroina, ma si nota soprattutto come – diversamente da quanto spesso accade in narrazioni suppostamente progressiste – sia un’eroina che rifiuta di agire assumendo su di sé schemi di comportamento maschile. È un personaggio che, insomma, fa del suo essere donna un terreno di rivendicazione identitaria forte, se non l’intero centro della sua estetica.

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Anche la scelta coraggiosa di riscrivere per la sua prima apparizione sullo schermo le origini di Captain Marvel appare decisamente centrata. Aggiornando la sua genesi alla società contemporanea, si è scelto (a ragione) di evitare di cadere in retaggi del passato, ormai decisamente inattuali. Ne emerge la figura di una ragazza/eroina profondamente umana, piena di paure e insicurezze. Una dona fragile e proprio per questo ancora più interessante; siamo ormai lontani (per fortuna) da quegli eccessi di piatto machismo che tanto a lungo hanno accompagnato la scrittura del genere supereroico. Captain Marvel, insomma, non è solo un film ben scritto, girato con grande intelligenza e facendo ampio sfoggio del proprio budget ma – soprattutto – un piccolo manifesto su come, anche all’interno di logiche prettamente commerciali, sia possibile declinare coraggiosamente una identità forte e veicolare messaggi non banali. Non siamo certo di fronte a un film di alto spessore filosofico, ma è ormai venuto il momento di prendere serenamente atto del fatto che anche il cinema più commerciale possa diventare un efficace terreno di rivendicazione politica. E Captain Marvel ne è la lampante dimostrazione. Una visione che – stavolta più che mai – ci sentiamo di consigliare. Un film adatto a tutta la famiglia, per una visione collettiva che possa interessare (e coinvolgere) grandi e piccoli.

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