Ora arriva l'autovelox-etilometro Manca solo una cosa: il buonsenso
È in arrivo un dispositivo autovelox di nuovissima generazione in grado di misurare istantaneamente tramite un sofisticato sistema laser la concentrazione di alcol emessa attraverso il semplice respiro. Il rivoluzionario congegno messo a punto su impulso degli accademici della Military University of Technology di Varsavia mira a contrastare in maniera decisiva e sempre più efficace la piaga della guida in stato di ebbrezza, prima causa di decesso tra i giovani con ben due milioni e mezzo di morti ogni anno per questa ragione.
L’innovativo rilevatore di velocità e tasso alcolemico è stato già adottato da sette polizie europee e si è dimostrato precisissimo nell’intercettare le molecole anche minime di alcol all’interno dell’abitacolo, però sembra non riesca a discernere chi all’interno del veicolo abbia davvero bevuto. In sostanza il guidatore potrebbe essere per natura astemio ma avendo accanto qualcuno che si è fatto un bicchiere di troppo rischierebbe lo stesso di passare qualche guaio. Adesso si sta studiando con attenzione questa ‘falla’ nel sistema di monitoraggio della densità delle molecole emesse dai polmoni per dar loro una codifica perfetta in fase di identificazione. In questo caso la vecchia prova del palloncino andrebbe definitivamente in pensione rimpiazzata da una tecnologia di precisione vicina all’assoluto.
Fin qui benissimo: non si può che plaudire quando in gioco c’è la vita di un essere umano. Meglio l’arrabbiatura per una multa, per la decurtazione dei punti o addirittura per il sequestro della vettura che mettere a rischio la propria incolumità e quella degli altri. Perfetto. Quello che quadra meno è la sempre minore sensibilizzazione sui pericoli della guida tout-court.
Personalmente appartengo alla generazione che si è fatta le ossa sulla ‘500’, allora una specie di carretta a motore priva di cambio sincronizzato: questo significava imparare per forza a saper guidare, cosa molto diversa dal semplice ‘portare la macchina’. Oggi le cose sono cambiate perché nella società ‘easy’ tutto è apparentemente concesso e si lascia credere che un’automobile possa usarsi alla stregua di un elettrodomestico. Questo è il messaggio che passa e da qui partono tutte le possibili conseguenze. Si invocano gli "incroci killer" "le curve della morte" "gli alberi maledetti", ma non si punta più il dito sul conducente spesso privo della più elementare capacità di guida. Poi arriva a complicare tutto la velocità, certo, e in più l’abuso di ogni genere di sostanze: ma proprio in situazioni simili si vede quanto difetti il buonsenso, merce sempre più rara e concetto ormai di difficile comprensione pur nella sua semplicità.
Quindi da un lato si "lascia correre", per restare in tema, dall’altro si mettono paletti e si inventano "reprimenda" di ogni genere, in linea con una tendenza sociale che investe un po’ tutti gli ambiti e che copia con la carta carbone da quegli States così spesso in balia di contraddizioni paradossali. Concedere da una parte senza condizioni per poi dall’altra sanzionare a più non posso. E allora fioriscono gli autovelox che hanno fatto e fanno la felicità di enti locali in crisi di entrate, si moltiplicano i contenziosi, si fanno talvolta passare per ragioni etiche misure cervellotiche che rivelano a colpo d’occhio la loro più materiale natura. Certo gli illeciti si compiono, ma forse sarebbe il caso di misurare prima lo stato delle cose: preparare bene i neopatentati facendo loro capire che un’auto in mano equivale ad avere un’arma e non un giocattolo, ma anche comprendere con realistica visione contemporanea che un veicolo non può andare più piano di una bicicletta e infine con gesto "antidemocratico" arrivare alla lapalissiana conclusione che non tutte le macchine sono uguali e nelle stesse condizioni.
Ergo su un’autostrada, o un’ottima strada nata e costruita per fare scorrere il traffico a velocità adeguata, non si possono apporre limiti fatti apposta per cogliere in castagna anche il pensionato che torna dal supermercato con la spesa a passo di lumaca. Est modus in rebus, c’è una misura in tutte le cose diceva il poeta Orazio. Se applicassimo questo adagio potremmo tutti andare sani, lontani e con le tasche intatte. Ma tu, buonsenso, che fine hai fatto?...