Se Zapata calasse il poker... (in tanti adesso lo vogliono)

Se Zapata calasse il poker... (in tanti adesso lo vogliono)
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Per il titolo di capocannoniere in serie A gli servirebbe un poker come a Frosinone, ma lui, Duvan Zapata, è già entrato di diritto nella storia dell’Atalanta grazie ai 27 gol stagionali che, insieme agli otto assist forniti, rendono la sua stagione semplicemente leggendaria. Il numero 91 nerazzurro è ovviamente molto chiacchierato sul mercato ma con la conquista della Champions League la sua permanenza a Bergamo è altamente probabile visto che qui sarebbe protagonista assoluto anche della prossima cavalcata atalantina.

 

 

Il più costoso di sempre che non pesa sul bilancio. Duvan Zapata è arrivato a Bergamo in estate per una cifra complessiva di 24 milioni di euro. Il vero capolavoro, oltre al fatto che convincere il ds della Sampdoria Osti a cederlo, sta tutto nella formula di acquisto che troppe volte viene ignorata mentre si commenta il suo ingaggio. L’Atalanta, in questa stagione, ha speso appena tre milioni di euro (più ingaggio) per i suoi gol e i suoi assist. Il giocatore colombiano è a Bergamo in prestito biennale per 12 milioni di euro, c’è un diritto di riscatto già fissato e blindato per i nerazzurri per altri 12 milioni di euro e la spesa complessiva è di 24 milioni di euro pagabili in 4 anni: fanno sei milioni all’anno ma, come detto, per la stagione 2018/2019 l’Atalanta paga solo la prima parte del prestito oneroso e quindi tre milioni di euro. Certi giocatori, per arrivare all’Atalanta, hanno bisogno di una formula molto particolare e vantaggiosa per le casse e Zapata è forse l’esempio migliore di come si possono confezionare certe operazioni.

 

 

Ha saltato solo una partita, per squalifica. I numeri di Zapata sono impressionanti. Delle 48 gare ufficiali disputate dalla Dea, il colombiano ne ha saltata solo una per squalifica a San Siro contro l’Inter. Mettendo a segno come detto 27 gol e servendo otto assist (oltre a un rigore sbagliato contro la Roma e a due pali colpiti) per un totale di 35 occasioni (su 100 gol totali) in cui ha messo il suo zampino al servizio della compagine orobica. I numeri sono impressionanti, qualcuno lo aveva addirittura definito "paracarro" nel periodo in cui non segnava (la prima rete in serie A l’ha messa a segno a Bologna), ma stiamo parlando di un ragazzo che con Gasperini è cresciuto moltissimo e ha fornito un rendimento clamoroso alla squadra. Ha segnato poker e triplette, ha messo in ginocchio la Juventus in Coppa Italia e fatto gol a Napoli e alla Roma: non ha mai fatto differenze tra piccole e grandi, regalando sempre ottime prestazioni.

 

 

Lo vogliono in tanti? Sono pure pochi. Che il nome di Zapata sia sul taccuino di molti operatori di mercato è normale, quello che forse lascia sbigottiti è che non sia su quello di tutti. Un giocatore così manca ad almeno 16-17 squadre del nostro campionato, non ha esperienza europea di grande livello, ma può tranquillamente fare al caso anche di altre squadre dei campionati europei. Sia chiaro, non la stiamo gufando: la sua volontà è quella di restare. Certo, la qualificazione in Champions League pare condizione necessaria per blindarlo (stesso discorso che vale per Gomez e Ilicic), ma il match-ball contro il Sassuolo rappresenta una grande occasione per entrare nella leggenda e tutti si aspettano gol decisivi anche da Zapata. Il ragazzo ha ovviamente grandi ambizioni ma chi lo conosce da vicino racconta di un uomo semplice che ha capito il grande valore che Bergamo e l’Atalanta hanno per lui e per la sua carriera.

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