La fresca meraviglia del Pizzo di Cusio

Pochi sforzi per superbi panorami: se cerchiamo una facile passeggiata siamo nel posto giusto. L’escursione di oggi ci porta a Cusio, in alta Val Brembana, quasi ai confini delle nostre Orobie. Siamo nella bella e verde valle Averara, paradiso per gli amanti del trekking e delle escursioni, ma anche un luogo perfetto per chi cerca qualche ora di riposo a contatto con la natura. Durante il periodo invernale, la zona diventa meta di numerosi sciatori grazie agli impianti presenti nella zona del Monte Avaro, raggiungibile da Cusio in auto o in circa un’ora e mezza di comodo cammino. Oggi andiamo alla scoperta di un sentiero meno conosciuto, ma adatto a tutti e perfetto in queste giornate di sole.
La partenza. In prossimità della parrocchiale del paese si snoda il sentiero CAI 105, che sale alle spalle della chiesa tra boschi e pascoli, mostrando ampie vedute sui monti Cancervo e Venturosa. Il sentiero, ben segnalato, ci permetterà di raggiungere il Colle della Maddalena aggirando il Pizzo di Cusio, compiendo un periplo di questa facile montagna e delle baite ristrutturate che capeggiano sopra il paese. In circa un’ora, tra bellissimi panorami che disegnano cartoline sugli abitati sottostanti, raggiungiamo la strada carrabile che mette in collegamento queste ultime con il panoramico colle (m.1233), luogo dove sorge l’antico oratorio dedicato a San Giovanni Battista. Questo valico, conosciuto in dialetto bergamasco come “la Colà du Cùs”, era un punto cruciale della storica Via del Ferro, collegamento tra l’alta Val Brembana e le vicine Valtellina e Valsassina. L’antico tracciato dettato da questa via commerciale saliva in direzione dei già citati Piani dell’Avaro, collegando i paesi di Cusio, Ornica, Averara e Valtorta.








Il giro ad anello. Noi abbandoniamo l’oratorio e la Via del Ferro, seguendo ora le indicazioni marchiate dal segnavia CAI 105A. Il sentiero ci porta lungo un viale alberato, contornato da antichi muri a secco. Seguendo fedelmente le bandierine bianco-rosse, pieghiamo a destra e risaliamo nel bosco di pini, accompagnati dal belare delle pecore e dal grido del pastore che le richiama all’ordine. La traccia piega di nuovo a destra e ora il panorama si apre sul maestoso Pizzo Tre Signori. Il sentiero diventa meno visibile, a tratti nascosto dall’erba alta. Fiancheggiamo con un lungo traverso il crinale del monte Disner, altra bonaria elevazione che sovrasta la zona, e in breve tocchiamo un capanno da caccia, luogo ideale per una sosta. Recuperate le energie, si piega a sinistra entrando nuovamente nel bosco, e in breve, lungo un rilassante percorso a mezzacosta, si ritorna all’oratorio di San Giovanni Battista e al Colle della Maddalena. L’asfalto della strada che sale ai Piani dell’Avaro ci condurrà, in discesa, al punto di partenza della nostra escursione dopo circa tre ore di cammino, chiudendo così questo facile percorso ad anello.


Colle della Maddalena







Oratorio San Giovanni Battista



Curiosità. Sembra che a Cusio il tempo si sia fermato. Gli antichi affreschi e la case tornate a nuova vita raccontano ancora la storia che ha legato la valle Averara alle sue genti. Ecco perché vale la pena di soffermarsi per una visita al paese. Sicuramente interessante è il vecchio palazzo della Dogana Veneta, posto al valico di Salmurano, anche se ormai, purtroppo, si trova in pessime condizioni. Merita menzione anche la chiesa parrocchiale di Santa Margherita, risalente al XV secolo e riedificata nel XVIII secolo, che custodisce opere di buon pregio, tra le quali un polittico di Andrea Previtali. Non ultimo, l’oratorio di San Giovanni Battista, antichissima chiesa con il suo piccolo sagrato in pietra. Al suo interno vi è custodito un piccolo tesoro: sono gli affreschi di Cristoforo Baschenis il Giovane, datati 1583. L’ultima curiosità è legata alla famiglia Rovelli, residente in paese da generazioni e famosa per la sua abilità nella lavorazione del legno. Numerose opere sono presenti in Val Brembana, dalla parrocchiale di Cassiglio a quella di Santa Brigida, fino a quella di Mezzoldo. Tra i mobili più rappresentativi della loro attività spiccano gli armadi e i credenzoni di sagrestia, i pulpiti, i confessionali e i banchi dei parati.
Conclusioni. Questo percorso tocca i 9 km e i 500 metri di dislivello positivo, numeri che rendono il sentiero alla portata di tutti. Vista la bassa quota, si consiglia di percorrere il tracciato al mattino, durante le ore più fresche. Strada facendo non mancano i luoghi attrezzati per i pic-nic, perfetti per la famiglie o per concedersi qualche ora di riposo immersi nella natura.